Definizione di “volgare illustre” dal Libro Primo, XVI-XVIII del De vulgari eloquentia di Dante:
Il “volgare illustre” è un concetto centrale nel trattato “De vulgari eloquentia” di Dante Alighieri, scritto tra il 1303 e il 1305. In quest’opera, Dante elabora la sua teoria linguistica e propone l’idea di una lingua volgare ideale per la poesia e la letteratura. Ecco i punti chiave della sua definizione:
1. Volgare vs. Latino: Il volgare è la lingua parlata dal popolo, in contrapposizione al latino, che era la lingua della cultura e della Chiesa.
2. Illustre: Dante usa questo termine per indicare una forma elevata e nobile del volgare, distinguendola dai dialetti regionali.
3. Caratteristiche del volgare illustre:
3.1. Cardinalità: Il volgare illustre deve essere una lingua centrale e di riferimento per tutta l’Italia.
3.2. Aulico: Deve essere degno della corte (aula), ovvero adatto all’uso in contesti elevati e formali.
3.3. Curiale: Deve possedere la regolarità e la stabilità tipiche del linguaggio usato nelle curie (tribunali).
4. Lingua sovraregionale: Il volgare illustre non è identificabile con nessun dialetto specifico, ma è una lingua ideale che trascende le particolarità regionali.
5. Lingua letteraria: Dante concepisce il volgare illustre principalmente come lingua della poesia e della letteratura di alto livello.
6. Lingua in fieri: Non è una lingua già esistente, ma un ideale linguistico da costruire attraverso l’uso poetico e letterario.
7. Selezione e raffinamento: Il volgare illustre si ottiene selezionando gli elementi migliori dai vari dialetti italiani e raffinandoli.
8. Funzione unificatrice: Dante vede nel volgare illustre uno strumento per superare la frammentazione linguistica dell’Italia.
9. Modello di perfezione: Rappresenta un modello di perfezione linguistica a cui i poeti e gli scrittori dovrebbero aspirare.
10. Base per l’italiano letterario: Il concetto di volgare illustre ha avuto un’influenza significativa nello sviluppo dell’italiano letterario nei secoli successivi.
Questa concezione del volgare illustre rappresenta il tentativo di Dante di elevare la lingua volgare a un livello di dignità pari a quello del latino, creando così le basi per una nuova tradizione letteraria in lingua italiana. Il suo lavoro teorico nel “De vulgari eloquentia” si riflette poi nella sua pratica poetica, specialmente nella “Divina Commedia”, dove realizza concretamente l’ideale di una lingua volgare elevata e universale.