
Ojos de cielo
29 Luglio 2019
Analisi del testo O carro vuoto sul binario morto di Clemente Rebora
29 Luglio 2019Dichiarazione di Piero Jahier non è solo un testo da leggere: è una presa di posizione, un atto d’amore, un grido gentile ma deciso.
Analisi della poesia
Piero Jahier, in pochi versi, ci porta dentro una verità spesso dimenticata: quella dei poveri, degli ultimi, di chi muore senza sapere il perché.
Non parla di eroi, medaglie, trionfi. Non c’è retorica, non c’è gloria.
C’è invece la voce calma ma ferma di un uomo che sceglie da che parte stare. E non è la parte del potere, della storia con la S maiuscola, ma quella della gente semplice, che muore perché qualcuno glielo ordina, che combatte una guerra che non ha scelto.
E che, paradossalmente, lo fa “per me”, dice il poeta — come se quegli uomini umili dessero la vita per lui, per un legame invisibile ma potentissimo.
Jahier non si identifica con chi muore per un ideale astratto, per l’onore, per un posto nei libri.
Lui dice:
“Io muoio per questo popolo che non sa nemmeno perché va a morire”.
È un gesto di empatia estrema, quasi scandalosa nella sua sincerità. Non c’è paternalismo, non c’è distanza.
C’è una compagnia concreta e fisica, quella di chi condivide il freddo, la fatica, la fame, la vita vera. Quella dura.
E poi ci sono immagini straordinarie nella loro semplicità:
“popolo che accende il suo fuoco solo a mattina”,
“popolo che di osteria fa scuola” —
sono frasi che ti si infilano dentro e non ti lasciano più.
Perché in fondo Jahier sta dicendo che il vero valore, il vero eroismo, non sta nei proclami, ma nella dignità quotidiana. In chi fa figli anche nella miseria. In chi tiene accesa la brace della vita, anche con pochissimo. In chi non sa scrivere libri, ma sa vivere con onestà.
E poi c’è il finale. Così semplice, eppure struggente:
“se si dovesse morire, basterà un giorno di sole,
e tutta Italia ricomincia a cantare.”
È una chiusa luminosa, che non nega la morte, ma la supera. È un atto di fede nella forza del popolo, nella bellezza che sa rinascere. Come se Jahier ci dicesse: sì, possiamo anche morire, ma la vita continuerà. E canterà.
Testo della poesia “Dichiarazione” di Piero Jahier
Dichiarazione di Piero Jahier
Altri morirà per la Storia d’Italia volentieri
e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita.
Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno
che non sa perché va a morire
popolo che muore in guerra perché «mi vuol bene» 5
«per me» nei suoi sessanta uomini comandati
siccome è il giorno che tocca morire.
Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni
ma io per questo popolo illetterato
che non prepara guerra perché di miseria ha campato 10
la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni.
Altri morirà per la sua vita
ma io per questo popolo che fa i suoi figlioli
perché sotto coperte non si conosce miseria
popolo che accende il suo fuoco solo a mattina 15
popolo che di osteria fa scuola
popolo non guidato, sublime materia.
Altri morirà solo
ma io sempre accompagnato:
eccomi, come davo alla ruota la mia spalla facchina 20
e ora, invece, la vita.
Sotto ragazzi,
se non si muore
si riposerà allo spedale.
Ma se si dovesse morire 25
basterà un giorno di sole
e tutta Italia ricomincia a cantare.