Canto XXII del Paradiso vv. 64-105
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28 Dicembre 2019Il testo della canzone “Esilio” di Luigi Gaudio riprende alcuni dei versi del Canto XVII del Paradiso di Dante Alighieri, nei quali il poeta riflette sull’esilio che egli stesso dovrà affrontare.
Questa sezione del Paradiso ha un’importanza cruciale, poiché è Beatrice che spiega a Dante le conseguenze del suo destino lontano da Firenze e le sofferenze a cui sarà sottoposto.
Testo e parafrasi
Versi 55-57 «Tu lascerai ogni cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.»
Parafrasi: Dante, ti sarà chiesto di lasciare tutte le cose che ami di più, e questa sarà la prima freccia che l’arco dell’esilio scaglierà contro di te. Lasciare la patria e gli affetti sarà la prima grande sofferenza.
Versi 58-60 «Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.»
Parafrasi: Proverai quanto è amara la vita da esiliato, dove il pane altrui sa di sale (il cibo offerto da altri è amaro) e quanto è faticoso vivere dipendendo dagli altri, con la difficoltà di salire e scendere le scale nelle case altrui.
Versi 61-63 «E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle;»
Parafrasi: La cosa che ti peserà maggiormente sarà la compagnia di persone malvagie e ignoranti con cui ti troverai a convivere durante il tuo esilio.
Versi 64-66 «che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.»
Parafrasi: Questa compagnia si rivelerà ingrata, folle e malvagia, si rivolgerà contro di te, ma presto, saranno loro e non tu a essere colpiti dalla giustizia (rossa la tempia indica il marchio della punizione).
Versi 67-69 «Di sua bestialitate il suo processo
farà la prova; sì ch’a te fia bello
averti fatta parte per te stesso.»
Parafrasi: Il comportamento bestiale di queste persone si rivelerà da solo, e tu sarai fiero di esserti separato da loro, avendo scelto di vivere secondo la tua dignità.
Versi 126-129 «Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca.
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna.»
Parafrasi: Chi ha la coscienza sporca, per la propria o per l’altrui vergogna, sentirà il peso delle tue parole dure, ma nonostante ciò, tu devi dire la verità in modo chiaro e senza nascondere nulla, e lascia che chi è colpevole si tormenti pure.
Versi 130-135 «Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta.
Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fa d’onor poco argomento.
Parafrasi: Anche se le tue parole potranno sembrare moleste e sgradevoli all’inizio, diventeranno nutrimento vitale una volta comprese e accettate. Il tuo grido avrà un effetto potente, come il vento che colpisce le cime più alte, portandoti grande onore e rispetto.
Commento
Questi versi, tratti dal Canto XVII del Paradiso, offrono una riflessione profonda sul dolore dell’esilio, che Dante descrive con grande intensità emotiva. La sofferenza di lasciare le proprie cose care, l’amarezza di dover dipendere dagli altri e la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo si fondono in una descrizione accorata e piena di pathos. Tuttavia, emerge anche un senso di giustizia e redenzione: chi ha agito male pagherà per le proprie colpe, e la voce della verità, anche se dura da ascoltare, alla fine sarà accolta e rispettata.
Testo (di Dante) della canzone “Esilio” di Luigi Gaudio
Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta. 57
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale 60
E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle; 63
che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. 66
Di sua bestialitate il suo processo
farà la prova; sì ch’a te fia bello
averti fatta parte per te stesso. 69 […]
[…] «Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca. 126
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna. 129
Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta. 132
Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fa d’onor poco argomento. 135
(ripeti le ultime due terzine)