Mattina di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019I fiumi di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è uno dei più importanti poeti italiani del Novecento, associato all’Ermetismo per la sua poesia concentrata e simbolica.
Vita
Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi, si trasferisce in Italia per studiare e partecipa alla Prima Guerra Mondiale, esperienza che influenzerà profondamente la sua poetica.
Opere principali
- Il Porto Sepolto (1916): Raccoglie le sue prime poesie scritte durante la guerra, come “Veglia” e “San Martino del Carso”, che esprimono la brutalità del conflitto e la riflessione sull’esistenza. Nella poesia “Veglia”: “Un’intera nottata buttato vicino / a un compagno massacrato”, Ungaretti descrive la tragica solitudine e la forza vitale che emergono dalla devastazione.
- Allegria di Naufragi (1919): Dopo la guerra, Ungaretti ripubblica in una nuova versione le poesie de Il Porto Sepolto, che sviluppa il suo linguaggio essenziale e frammentario. Ad esempio, in “Mattina”: “M’illumino d’immenso”, il poeta riesce a catturare un’intensa epifania in soli tre versi.
- Sentimento del Tempo (1933): Ungaretti riflette sulla caducità del tempo e sulla spiritualità, come nella poesia “La madre”, che affronta la morte della sua genitrice con un tono dolce e commovente.
- Il Dolore (1947): Una raccolta in cui l’autore affronta il tema del lutto e del dolore personale, in particolare legato alla perdita del figlio Antonietto. Nella poesia “Non gridate più”, si percepisce il tormento per le atrocità della guerra: “Cessate di uccidere i morti / Non gridate più”, una richiesta accorata di pace.
Stile
Ungaretti è noto per la sua capacità di condensare pensieri ed emozioni in versi brevi e intensi, eliminando l’eccesso di parole. La sua poesia è ermetica, carica di simboli e metafore, e riesce a esprimere profonde riflessioni sull’esistenza, la guerra, la morte e la ricerca di una dimensione spirituale.