La poetica della parola di Giuseppe Ungaretti
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28 Dicembre 2019Giuseppe Ungaretti è una delle figure più rappresentative della poesia italiana del Novecento, il cui percorso poetico si intreccia con le vicende della Prima Guerra Mondiale e con una profonda riflessione sul dolore esistenziale.
La sua esperienza di vita lo ha portato a vivere in diversi luoghi del mondo, facendolo diventare una sorta di nomade della poesia, influenzato profondamente dai diversi contesti culturali e naturali in cui si è trovato.
A parte la poesia “Mio fiume anche tu” sul Tevere, e quindi sulla sua esperienza a Roma durante la seconda guerra mondiale, il testo più emblematico di questa sua dimensione è “I fiumi”, scritto il 16 agosto 1916, durante la sua esperienza come soldato sul fronte dell’Isonzo.
Analisi de “I fiumi”
La poesia si apre con l’immagine del poeta che si tiene a un albero mutilato, una rappresentazione della devastazione della guerra, in uno scenario che richiama la desolazione e la distruzione di un circo abbandonato prima o dopo uno spettacolo. In questo contesto di distruzione, Ungaretti riflette sulla propria identità e sul legame profondo che sente con i fiumi che ha incontrato nella sua vita.
I fiumi diventano simboli delle diverse fasi della vita del poeta, rappresentando non solo i luoghi fisici, ma anche i momenti spirituali che hanno segnato il suo percorso esistenziale:
- L’Isonzo, dove si trova in quel momento, diventa un luogo di rivelazione personale, un fiume in cui Ungaretti si sente parte dell’universo, come una “docile fibra”. L’acqua del fiume ha un potere purificatore: leviga il corpo del poeta come fa con i sassi.
- Il Serchio, il fiume che scorre vicino alla sua terra d’origine in Toscana, rappresenta le radici familiari e la tradizione contadina dei suoi antenati. Questo fiume è legato alla sua eredità e alla sua identità familiare.
- Il Nilo, il fiume dell’Egitto, dove il poeta è nato, rappresenta l’infanzia e la giovinezza, il luogo in cui è cresciuto e ha sperimentato l’inconsapevolezza della giovinezza.
- La Senna, il fiume che attraversa Parigi, simbolizza la sua formazione intellettuale e l’incontro con la cultura europea, in cui ha “rimescolato” la propria identità e si è riconosciuto.
Il poema si conclude con una riflessione sul senso di nostalgia e la consapevolezza della fragilità della vita, simboleggiata dalla visione notturna di una “corolla di tenebre”. La notte diventa un’immagine simbolica della vita, un intreccio di ricordi e di esperienze che formano l’identità del poeta.
Temi principali
- Identità e appartenenza: I fiumi rappresentano i vari momenti e luoghi che hanno formato l’identità di Ungaretti. Sono il simbolo della sua natura nomade, della sua continua ricerca di senso e di appartenenza in un mondo frammentato.
- La guerra e la distruzione: La poesia nasce in un contesto di guerra, e l’immagine dell’albero mutilato all’inizio del poema simboleggia la devastazione e la distruzione del conflitto. Tuttavia, i fiumi offrono al poeta una sorta di tregua spirituale, un contatto con l’elemento naturale che lo riconcilia temporaneamente con il mondo.
- Purificazione e rivelazione: Il contatto con l’acqua del fiume ha un potere purificatore per il poeta. Il tema della levigazione richiama l’idea della rinascita, del ripulirsi dalle esperienze traumatiche e dolorose della vita.
- Nostalgia e memoria: I fiumi rappresentano anche il passato del poeta, con la memoria delle radici familiari, dell’infanzia e dell’adolescenza, e del percorso intellettuale. Ogni fiume è una tappa del suo viaggio esistenziale.
Il “nomade” Ungaretti
Ungaretti è un poeta che ha vissuto in diversi paesi e contesti culturali: nato ad Alessandria d’Egitto, ha poi studiato a Parigi, partecipato alla Prima Guerra Mondiale in Italia, e ha vissuto e insegnato in diversi luoghi del mondo. Questa sua dimensione cosmopolita si riflette nella sua poetica: i fiumi diventano simboli dei suoi spostamenti e delle diverse fasi della sua vita.
L’immagine del beduino, presente nella poesia, rappresenta Ungaretti stesso: un viaggiatore del deserto, un uomo abituato a vivere in contesti diversi e a cercare un senso di appartenenza nel movimento e nella continua ricerca. L’acqua, in contrasto con l’aridità del deserto, è l’elemento che connette le diverse tappe della sua esistenza.
Commento finale
“I fiumi” è una poesia profondamente autobiografica e simbolica, in cui Ungaretti intreccia la sua esperienza di soldato con una riflessione sul suo passato, sul suo essere nomade, e sulla sua ricerca di un senso di appartenenza in un mondo segnato dalla guerra e dalla distruzione. La figura del fiume assume un valore universale, come metafora del tempo, della memoria e del continuo scorrere della vita.
Ungaretti riesce a trasmettere, attraverso le immagini essenziali e suggestive della sua poesia, un senso di profonda fragilità umana, ma anche una consapevolezza della bellezza e della purezza che possono essere ritrovate nel contatto con la natura e con le radici della propria identità.