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9 Luglio 2025Buongiorno signor Presidente,
Le indicazioni nazionali 2025 saranno valutate dal Consiglio da Lei presieduto.
Trascrivo uno scritto che ne mostra una criticità, riguardante il rapporto scuola/famiglia.
Buon lavoro, con ossequio Enrico Fortunato Maranzana
Le Indicazioni Nazionali 2025 affrontano il tema della partecipazione dei genitori in modo frammentario, ignorando i principi dell’organizzazione e disattendendo i vincoli posti dalla legge.
Due funzioni regolano la gestione scolastica:
- la funzione politica, che riguarda le scelte strategiche di lungo periodo, come la definizione dei traguardi formativi e l’assetto decisionale;
- la funzione esecutiva, di natura tecnico-operativa, che richiede competenze professionali specifiche per la progettazione didattica.
La partecipazione dei genitori si colloca esclusivamente sul piano politico, dove si esercitano funzioni di indirizzo e di controllo. Qui si decidono i “criteri generali della programmazione educativa”, si “elaborano e adottano gli indirizzi generali” e si valuta l’adeguatezza complessiva dell’offerta formativa.
Al contrario, un loro coinvolgimento sul versante esecutivo risulta inappropriato, confusionario e inefficace per l’assenza delle competenze professionali necessarie.
Questa distinzione è alla base dei Decreti Delegati del 1974, che hanno istituzionalizzato la funzione delle famiglie nel governo della scuola, senza tuttavia confondere i piani.
Non serve inventare nuove soluzioni: basterebbe applicare correttamente le norme esistenti.
È giunto il momento di chiedere conto a chi ha governato il sistema scolastico negli ultimi cinquant’anni:
- Perché il modello partecipativo delineato dalla legge è rimasto inattuato?
- Perché non è mai stato attivato un serio monitoraggio sull’applicazione della normativa?
- Perché la scuola continua a funzionare come un sistema autoreferenziale, chiuso, dove il contributo delle famiglie è ridotto a pura formalità?
Un’autentica collaborazione tra scuola e famiglia non si costruisce invadendo campi che richiedono specifiche competenze, ma rispettando e valorizzando le funzioni, i confini e le responsabilità.
E’ su questa chiarezza che si fonda una partecipazione efficace, e dunque una scuola più trasparente, responsabile e condivisa.