La sfrontata impudenza di Catilina Prima Catilinaria I 1
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28 Dicembre 2019Il primo capitolo della “Germania” di Tacito introduce una descrizione geografica e culturale delle terre e delle genti germaniche, mettendo in risalto la loro natura isolata rispetto alle altre popolazioni e il loro carattere autoctono, non influenzato da mescolanze con altre etnie.
Testo Latino:
Germania omnis a Gallis Raetisque et Pannoniis Rheno et Danuvio fluminibus, a Sarmatis Dacisque mutuo metu aut montibus separatur; cetera Oceanus ambit, latos sinus et insularum inmensa spatia complectens, nuper cognitis quibusdam gentibus ac regibus, quos bellum aperuit. Rhenus, Raeticarum Alpium inaccesso ac praecipiti vertice ortus, modico flexu in occidentem versus septentrionali Oceano miscetur. Danuvius, molli et clementer edito montis Abnobae iugo effusus, pluris populos adit donec in Ponticum mare sex meatibus erumpat; septimum os paludibus hauritur. Ipsos Germanos indigenas crediderim minimeque aliarum gentium adventibus et hospitiis mixtos, quia nec terrā olim sed classibus advehebantur qui mutare sedes quaerebant, et inmensus ultra utque sic dixerim adversus Oceanus raris ab orbe nostro navibus aditur. Quis porro, praeter periculum horridi et ignoti maris, Asiā aut Africā aut Italiā relictā Germaniam peteret, informem terris, asperam caelo, tristem cultu aspectuque nisi si patria sit? Celebrant carminibus antiquis, quod unum apud illos memoriae et annalium genus est, Tuistonem deum terrā editum. Ei filium Mannum, originem gentis conditoremque, Manno tris filios adsignant, e quorum nominibus proximi Oceano Ingaevones, medii Herminones, ceteri Istaevones vocentur. Quidam, ut in licentiā vetustatis, pluris deo ortos pluresque appellationes, Marsos Gambrivios Suebos Vandilios, adfirmant, eaque vera et antiqua nomina; ceterum Germaniae vocabulum recens et nuper additum, quoniam qui primi Rhenum transgressi Gallos expulerint ac nunc Tungri, tunc Germani vocati sint: ita nationis nomen, non gentis, evaluisse paulatim, ut omnes primum a victore ob metum, mox et a se ipsis invento nomine Germani vocarentur. Fuisse apud eos et Herculem memorant, primumque omnium virorum fortium ituri in proelia canunt. Sunt illis haecquoque carmina, quorum relatu, quem barditum vocant, accendunt animos futuraeque pugnae fortunam ipso cantu augurantur: terrent enim trepidantve prout sonuit acies, nec tam voces illae quam virtutis concentus videntur. Adfectatur praecipue asperitas soni et fractum murmur, obiectis ad os scutis quo plenior et gravior vox repercussu intumescat. Ceterum et Ulixem quidam opinantur longo illo et fabuloso errore in hunc Oceanum delatum adisse Germaniae terras, Asciburgiumque, quod in ripā Rheni situm hodieque incolitur, ab illo constitutum nominatumque; aram quin etiam Ulixi consecratam, adiecto Laërtae patris nomine, eodem loco olim repertam, monumentaque et tumulos quosdam Graecis litteris inscriptos in confinio Germaniae Raetiaeque adhuc exstare. Quae neque confirmare argumentis neque refellere in animo est: ex ingenio suo quisque demat vel addat fidem.
Traduzione in Italiano:
L’intera Germania è separata dai Galli, dai Reti e dai Pannoni dai fiumi Reno e Danubio, e dai Sarmati e dai Daci per via del timore reciproco o delle montagne; per il resto, è circondata dall’Oceano, che include ampi golfi e vasti spazi di isole, alcune delle quali sono state recentemente scoperte, insieme a genti e re, svelati dalla guerra. Il Reno, che nasce dalle inaccessibili e ripide cime delle Alpi Retiche, con una leggera curva verso occidente, si mescola all’Oceano settentrionale. Il Danubio, sgorgato dolcemente dal dolce crinale del monte Abnoba, attraversa molti popoli finché, con sei bocche, si riversa nel mare Pontico; la settima foce è assorbita dalle paludi. Crederei che i Germani stessi siano indigeni, e per nulla mescolati con l’arrivo e l’ospitalità di altri popoli, poiché in passato non erano migranti via terra, ma giungevano solo per mare coloro che cercavano di cambiare sede, e l’immenso, e potrei dire, avverso Oceano è raramente raggiungibile dalle nostre navi. Chi, infatti, oltre ai pericoli di un mare sconosciuto e spaventoso, lascerebbe l’Asia, l’Africa o l’Italia per cercare la Germania, una terra informe, dal clima aspro, triste nel suo aspetto e nella sua coltivazione, se non per ragioni di patria? I Germani celebrano nei loro antichi canti – l’unico genere di tradizione storica che possiedono – il dio Tuistone, nato dalla terra. A lui attribuiscono un figlio, Manno, fondatore e capostipite del loro popolo; e a Manno tre figli, dai quali derivano i nomi dei popoli: quelli vicini all’Oceano sono chiamati Ingaevones, quelli che abitano al centro Herminones, e gli altri Istaevones. Alcuni, approfittando della libertà concessa dal passato, affermano che altri figli del dio generarono altre genti e nomi, tra cui i Marsii, i Gambrivii, i Suebi e i Vandilii: nomi che essi considerano veri e antichi. Tuttavia, il termine “Germania” è recente e aggiunto di recente, poiché coloro che per primi attraversarono il Reno e scacciarono i Galli furono chiamati Germani, e ora sono i Tungri: così il nome della nazione, non del popolo, gradualmente si diffuse, tanto che tutti furono chiamati Germani prima dagli sconfitti, per paura, e poi anche da se stessi, adottando il nome che si erano inventati. Si dice che tra loro ci sia stato anche Ercole, e che, prima di iniziare ogni battaglia, celebrino i guerrieri valorosi, cantando le loro gesta. Hanno anche canti che chiamano bardito, con cui eccitano i loro animi e prevedono la sorte della battaglia imminente; le truppe si spaventano o si rincuorano in base al suono dell’esercito, e sembrano più inni alla loro forza che semplici voci. Particolarmente ricercato è il suono aspro e il rumore spezzato, con gli scudi tenuti davanti alla bocca, affinché la voce, rinforzata dall’eco, risuoni più piena e profonda. Alcuni, inoltre, credono che Ulisse, durante il suo lungo e leggendario viaggio, sia stato trasportato in questo Oceano e abbia visitato le terre della Germania, e che Asciburgio, che si trova sulla riva del Reno e oggi è ancora abitato, sia stato fondato e chiamato così da lui; si dice anche che un altare, dedicato a Ulisse e con il nome di suo padre Laerte, sia stato trovato lì, e che alcuni monumenti e tumuli, con iscrizioni greche, esistano ancora al confine tra la Germania e la Rezia. Ma non ho intenzione né di confermare né di smentire tali affermazioni: ciascuno, secondo il proprio giudizio, aggiunga o tolga la fede che preferisce.
Analisi e Commento:
- Descrizione geografica: Tacito inizia delineando i confini della Germania, una regione definita dai suoi fiumi e dalle montagne che la separano dalle altre civiltà, come i Galli e i Sarmati. L’Oceano circonda il resto della regione, isolando ulteriormente la Germania e rendendola difficile da raggiungere per le navi romane.
- Origine autoctona dei Germani: Tacito ipotizza che i Germani siano un popolo autoctono, non influenzato da altre culture o migrazioni. Questo li distingue dalle popolazioni del mondo mediterraneo, che Tacito considera più “miste” e meno pure.
- Canti e tradizioni: Tacito attribuisce ai Germani una tradizione orale molto forte, con canti epici che tramandano la memoria storica e glorificano gli eroi e i dèi.
- Echi mitologici e leggendari: Tacito riporta, senza avvallarle, alcune leggende che collegano i Germani a figure mitologiche classiche, come Ulisse.
Audio Lezioni su Publio Cornelio Tacito del prof. Gaudio
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