Costantino
28 Dicembre 2019Che fai? Che pensi? Che pur dietro guardi
28 Dicembre 2019“Io piango ora i giorni passati”, pensa Petrarca, nella penultima poesia del Canzoniere, in cui torna a riflettere sulla passione per Laura, vista come un ostacolo alla pace interiore, poiché Laura rappresenta l’amore terreno che allontana da Dio.
Nella sua poesia, Petrarca si rivolge a Dio come Padre del cielo, esprimendo pentimento e chiedendo aiuto per liberarsi dal peso dei suoi peccati. Il tema dell’amore diventa così l’occasione per una rigorosa autoanalisi, un bilancio sincero della propria vita.
Questa condizione psicologica è piena di contraddizioni: la stanchezza estrema, il riconoscimento dei peccati, ma anche il desiderio struggente di liberazione e pace, la consapevolezza della propria fragilità e il rimpianto per il tempo perso in una passione vana.
Ma c’è anche un senso di accettazione, il riconoscimento che i peccati fanno parte di sé e che non si può trovare redenzione da soli; l’unica speranza è nel soccorso divino.
Nonostante l’analisi spietata e la confessione dolorosa, il discorso rimane chiaro, saldo e armonioso. Si nota la cura nell’uso di coppie di parole armoniche e antitesi, con uno schema di rima ABBA-ABBA-CDC-DCD.
I’ vo piangendo i miei passati tempi
i quai posi in amar cosa mortale,
senza levarmi a volo, abbiend’io l’ale,
per dar forse di me non bassi exempi. 4
Tu che vedi i miei mali indegni et empi,
Re del cielo invisibile immortale,
soccorri a l’alma disvïata et frale,
e ’l suo defecto di tua gratia adempi:
sí che, s’io vissi in guerra et in tempesta,
10mora in pace et in porto; et se la stanza
fu vana, almen sia la partita honesta.
A quel poco di viver che m’avanza
et al morir, degni esser Tua man presta:
Tu sai ben che ’n altrui non ò speranza.