Ogni giorno apprendiamo dalla televisione o dai giornali notizie di ogni genere, ma in particolare, vorrei esporre il problema del bullismo che più di qualche volta mi ha fatto riflettere.
Il bullismo è un rapporto che si crea in maniera errata tra due persone: il bullo da un lato e la vittima dall’altro.
Alcune indagini informano che già alle elementari, la percentuale dei bambini che ne è stata vittima almeno una volta è in crescita.
Il bullismo si può manifestare in diversi modi: quello fisico (schiaffi, pugni, spinte ecc.),quello verbale (prese in giro, ingiurie) quello diretto (la vittima viene picchiata o offesa apertamente) e quello indiretto (la vittima viene isolata ed esclusa dal gruppo)e riguarda principalmente i maschi rispetto alle femmine.
Secondo me, sono bulli tutti quei ragazzi o ragazze che hanno bisogno di sentirsi importanti, riconosciuti dagli altri ed avere un ruolo da leader utilizzando la propria forza fisica.
Normalmente il bullo è colui che nasconde la propria fragilità interiore, è un adolescente annoiato che non riesce ad assumersi le proprie responsabilità, che non riesce a controllare i suoi impulsi e a difficoltà a relazionarsi con le persone. Ha un carattere irritabile ed è aggressivo.
Egli non agisce da solo, ma quasi sempre con un gruppo di ragazzi che lo appoggiano e che si divertono di fronte alle violenze che il compagno bullo esercita sulla vittima.
Dall’altra parte c’è la vittima che, a mio parere, ha un carattere introverso ,in genere è timido e spesso ha una famiglia molto unita.
Il fenomeno del bullismo non dipende solamente dal carattere ma anche dagli ambienti in cui i ragazzi vivono a partire dalla famiglia, dalla scuola, dal quartiere e dalla città.
Nella famiglia sono gli atteggiamenti eccessivamente permissivi o al contrario troppo autoritari ad aprire la strada alla violenza. Dal mio punto di vista, in ambito familiare, una soluzione possibile per evitare che si creino questi comportamenti può essere quella di commentare o di spiegare ai figli le cause e le conseguenze di un atteggiamento errato, responsabilizzandoli di fronte alle proprie azioni.
Anche nella scuola un certo clima potrebbe favorire episodi di bullismo, per esempio un controllo debole da parte degli adulti o inibizioni nei confronti delle tendenze aggressive. Ritengo che se nella scuola gli adulti riuscissero a creare un clima di consapevolezza di ciascun individuo, il bullo non sentirebbe l’esigenza di mettersi in evidenza con atteggiamenti negativi egli, infatti, capirebbe di poter essere degno di stima con atteggiamenti anche normali”.
Si può affermare che senza dubbio il luogo in cui questi atti si manifestano di più è la scuola, soprattutto durante lintervallo e nell’orario mensa, poiché è il posto dove si ritrovano i ragazzi, ma si può riscontrare anche in altri ambienti dove non c’è il controllo da parte delle persone adulte. Forse tutto questo avviene perché si agisce sempre senza pensare e questo non dimostra la maturità delle persone. Concludo dicendo che, essendo il bullismo un problema molto diffuso bisognerebbe trovare degli strumenti per intervenire in modo più efficace e porre un freno a questi comportamenti.