Primo capitolo ouverture del romanzo dei Promessi Sposi
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28 Dicembre 2019L’inizio del secondo canto del Purgatorio di Dante Alighieri è ricco di simbolismi che enfatizzano i temi della purificazione e della speranza
1. Purificazione:
– Ambientazione e transizione: La descrizione del cielo e il passaggio dalla notte al giorno simboleggiano la transizione dall’oscurità (peccato, ignoranza, sofferenza) alla luce (grazia, conoscenza, redenzione). Questo cambio di luce rappresenta la purificazione delle anime che, lasciando l’Inferno, iniziano il loro percorso verso la salvezza.
– L’angelo come simbolo di purezza: L’angelo che appare è una figura divina e pura. Non ha bisogno di mezzi umani per muoversi e usa solo le sue ali eterne, che non si deteriorano come le cose mortali. Questo simboleggia la purezza e la perfezione della guida divina, che aiuta le anime nel loro processo di purificazione.
2. Speranza:
– Canto dei penitenti: Gli spiriti che arrivano con l’angelo cantano “In exitu Israel de Aegypto”, un salmo che celebra la liberazione degli Israeliti dalla schiavitù egiziana. Questo canto è un simbolo di liberazione e speranza per le anime che iniziano il loro viaggio verso la redenzione.
– Luce e luminosità: La luce che cresce di intensità mentre l’angelo si avvicina rappresenta la speranza e la promessa di redenzione. La luce è spesso usata come simbolo di speranza, rivelazione e guida divina.
Inizio di un viaggio di espiazione e redenzione
1. Espiazione:
– Condizione dei penitenti: Gli spiriti che arrivano sulla riva sono ancora smarriti e osservano il nuovo ambiente con meraviglia. Questo rappresenta la loro condizione di anime che devono ancora espiare i loro peccati. Essi sono consapevoli della loro colpa e sono pronti a intraprendere un percorso di penitenza per purificarsi.
– Significato del canto: Il canto del salmo richiama la liberazione da una condizione di schiavitù (il peccato) e l’inizio di un cammino verso la Terra Promessa (il Paradiso). Questo riflette l’inizio del processo di espiazione delle anime nel Purgatorio.
2. Redenzione:
– Presenza dell’angelo: L’angelo che guida le anime simboleggia l’intervento divino che facilita il percorso di redenzione. La sua presenza rassicura le anime e offre loro una guida sicura verso la salvezza.
– Progresso verso il Paradiso: Il viaggio attraverso il Purgatorio è un cammino di redenzione. Ogni anima, attraverso la penitenza e la purificazione, si avvicina progressivamente alla beatitudine del Paradiso. L’inizio di questo viaggio è segnato dalla comparsa dell’angelo e dalla disposizione delle anime a seguirlo, dimostrando la loro speranza di redenzione.
Già era ‘l sole a l’orizzonte giunto
lo cui meridïan cerchio coverchia
Ierusalèm col suo più alto punto; 3
e la notte, che opposita a lui cerchia,
uscia di Gange fuor con le Bilance,
che le caggion di man quando soverchia; 6
sì che le bianche e le vermiglie guance,
là dov’i’ era, de la bella Aurora
per troppa etate divenivan rance. 9
Noi eravam lunghesso mare ancora,
come gente che pensa a suo cammino,
che va col cuore e col corpo dimora. 12
Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,
per li grossi vapor Marte rosseggia
giù nel ponente sovra ’l suol marino, 15
cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che ’l muover suo nessun volar pareggia. 18
Dal qual com’io un poco ebbi ritratto
l’occhio per domandar lo duca mio,
rividil più lucente e maggior fatto. 21
Poi d’ogne lato ad esso m’appario
un non sapeva che bianco, e di sotto
a poco a poco un altro a lui uscìo. 24
Lo mio maestro ancor non facea motto,
mentre che i primi bianchi apparver ali;
allor che ben conobbe il galeotto, 27
gridò: “Fa, fa che le ginocchia cali.
Ecco l’angel di Dio: piega le mani;
omai vedrai di sì fatti officiali. 30
Vedi che sdegna li argomenti umani,
sì che remo non vuol, né altro velo
che l’ali sue, tra liti sì lontani. 33
Vedi come l’ ha dritte verso ’l cielo,
trattando l’aere con l’etterne penne,
che non si mutan come mortal pelo”. 36
Poi, come più e più verso noi venne
l’uccel divino, più chiaro appariva:
per che l’occhio da presso nol sostenne, 39
ma chinail giuso; e quei sen venne a riva
con un vasello snelletto e leggero,
tanto che l’acqua nulla ne ’nghiottiva 42
Da poppa stava il celestial nocchiero,
tal che faria beato pur descripto;
e più di cento spirti entro sediero. 45
’In exitu Isräel de Aegypto’
cantavan tutti insieme ad una voce
con quanto di quel salmo è poscia scripto. 48
Poi fece il segno lor di santa croce;
ond’ei si gittar tutti in su la piaggia:
ed el sen gì, come venne, veloce. 51
La turba che rimase lì, selvaggia
parea del loco, rimirando intorno
come colui che nove cose assaggia. 54
Parafrasi:
Il sole era già giunto all’orizzonte, il cui cerchio meridiano copre Gerusalemme con il suo punto più alto; e la notte, che ruota in direzione opposta, stava emergendo dal Gange con la Bilancia (la costellazione), che cade dalle mani del cielo quando la notte è più lunga; così che le guance bianche e rosse della bella Aurora, nel luogo dove mi trovavo, stavano diventando arancioni per la vecchiaia.
Eravamo ancora lungo la riva del mare, come gente che pensa al proprio cammino, che va con il cuore mentre il corpo resta fermo. Ed ecco, come Marte, sorpreso dal mattino, rosseggia a occidente sopra il mare per i grossi vapori, così mi apparve, se ancora lo vedo, una luce venire dal mare così rapidamente, che il suo movimento superava qualsiasi volo.
Dopo aver ritratto lo sguardo per un momento per chiedere al mio guida, lo vidi più luminoso e più grande. Poi, da ogni lato di esso, mi apparve qualcosa di bianco, e da sotto a poco a poco ne uscì un altro. Il mio maestro ancora non parlava, mentre le prime ali bianche apparivano; quando riconobbe chiaramente il timoniere, gridò: “Fa’, fa’ che ti inginocchi. Ecco l’angelo di Dio: unisci le mani; presto vedrai di questi ufficiali.
Vedi come disdegna i mezzi umani, tanto che non vuole né remo né altra vela che le sue ali, tra coste così lontane. Vedi come le tiene dritte verso il cielo, muovendo l’aria con le eterne penne, che non cambiano come il pelo mortale.” Poi, più si avvicinava a noi, più chiaramente appariva: così che l’occhio da vicino non lo sopportava, ma lo abbassai; e quello venne a riva con una barca leggera e veloce, tanto che l’acqua non la inghiottiva.
Alla poppa stava il nocchiero celeste, tale che farebbe beato solo a descriverlo; e più di cento spiriti sedevano dentro. Cantavano tutti insieme “In exitu Israel de Aegypto” con quanto di quel salmo è poi scritto. Poi fece il segno della santa croce su di loro; così si gettarono tutti sulla spiaggia: ed egli se ne andò, veloce come era venuto. La folla che rimase lì sembrava smarrita, guardandosi intorno come chi prova nuove cose.
Analisi e Commento
Introduzione
I primi 54 versi del secondo canto del Purgatorio di Dante presentano l’inizio del viaggio di Dante e Virgilio nella seconda cantica della “Divina Commedia”. La scena si apre con una dettagliata descrizione del cielo, utile a collocare temporalmente e spazialmente l’azione.
Versi 1-9: Descrizione del cielo
Dante utilizza riferimenti astronomici per descrivere il momento del giorno e la posizione geografica. Gerusalemme, luogo centrale per la fede cristiana, è illuminata dal sole al suo punto più alto, mentre la notte emerge dall’est e si estende verso l’occidente. Questa descrizione mette in risalto la precisione con cui Dante osserva e descrive il mondo naturale.
Versi 10-21: L’apparizione della luce
Dante e Virgilio si trovano ancora sulla riva del mare, riflettendo sul loro cammino. Improvvisamente, una luce appare in lontananza, muovendosi così velocemente da sembrare più rapida di un volo. Questo fenomeno viene confrontato con l’apparizione di Marte all’alba, creando un parallelo tra il cielo e la terra.
Versi 22-36: L’avvicinamento dell’angelo
Mentre la luce si avvicina, Dante si rivolge a Virgilio per un chiarimento. Virgilio riconosce la figura come un angelo di Dio e invita Dante a inginocchiarsi e a prepararsi a vedere un rappresentante divino. L’angelo viene descritto come un essere che non necessita di mezzi umani per spostarsi, utilizzando solo le sue ali.
Versi 37-54: L’arrivo dell’angelo e dei penitenti
L’angelo si avvicina sempre di più, fino a diventare troppo luminoso per essere guardato direttamente. Egli arriva con una barca leggera, portando più di cento spiriti che cantano un salmo. Dopo averli lasciati sulla riva, l’angelo se ne va con la stessa rapidità con cui è arrivato. I nuovi arrivati, ancora disorientati, osservano il luogo circostante con meraviglia.
Commento
In questa sezione le tematiche prevalenti sono la purificazione e la speranza. L’apparizione dell’angelo e dei penitenti che cantano un salmo rappresenta l’inizio di un viaggio di espiazione e redenzione. La descrizione dettagliata del cielo e dell’apparizione dell’angelo riflette la maestria di Dante nel combinare osservazioni scientifiche e spirituali. Inoltre, l’atteggiamento di Virgilio, che riconosce l’angelo e guida Dante nel comportamento da tenere, sottolinea il ruolo di Virgilio come guida saggia e spirituale.
La scena rappresenta anche un contrasto con l’Inferno, dove le anime sono tormentate e disperate. Qui, invece, l’atmosfera è di speranza e la presenza dell’angelo suggerisce la possibilità di salvezza e di elevazione spirituale. La transizione dalla notte al giorno simbolizza il passaggio dalle tenebre del peccato alla luce della grazia divina.