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3 Giugno 2020Giovedì 28 maggio ho inviato al direttore del Corriere una lettera per rilevare la superficialità e l’anacronismo di un articolo sulla formazione della classe dirigente, comparso sul giornale il 25.
Non ho avuto alcun riscontro.
La politica editoriale ha prevalso sulla corretta e puntuale informazione: sarebbe stato sufficiente verificare la validità dei riferimenti normativi per validare lo scritto!
Qui di seguito la trascrivo.
Oggetto: Ferruccio de Bortoli e Ernesto Galli della Loggia hanno scritto di scuola
Buongiorno direttore,
Le tematiche scolastiche discusse da Ferruccio de Bortoli sono state sviluppate da Ernesto Galli della Loggia per precisare i caratteri professionali della classe dirigente; essa deve dominare situazioni complesse, deve compiere scelte, deve sapersi orientare con duttilità e lungimiranza. A tal fine la sua preparazione deve avere “come sua base la cosiddetta cultura generale, cioè quella con forte presenza delle materie umanistiche; sia mirata alle conoscenze proprie delle diverse discipline e non alle cosiddette «competenze», al «saper fare» ” . “E’ indispensabile un’ampia e approfondita preparazione basata sulle materie umanistiche, che potrà annoverare competenze specialistiche, ma in seconda battuta” .
Ben diverso sarebbe stato lo sviluppo argomentativo se il concetto “competenza” non fosse stato banalizzato; se fosse stata assunta un’ottica sistemica; se fosse stata considerata la normativa, facendo emergere le sue sistematiche, generalizzate e pluriennali elusioni; se fossero state analizzate le problematiche che hanno condotto, nel gennaio 2020, alla separazione e distinzione della formazione scolastica da quella universitaria.
La relazione conoscenza/competenza evoca quella che sussiste tra statico e dinamico.
Le competenze descrivono i comportamenti assunti da chi utilizza la conoscenza per affrontare e risolvere questioni: sono generali se riferite a situazioni non circoscritte, sono specifiche se afferiscono a situazioni delimitate.
Esemplificando. Competenza generale: Essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado di valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti [Regolamenti di riordino 2010]; competenza specifica: utilizzare con sicurezza le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico e algebrico, scritto e mentale, anche con riferimento a contesti reali.
Le competenze generali esprimono la finalità del sistema scolastico: sono da elaborare tramite la “programmazione dell’azione educativa” che ipotizza e valida percorsi d’apprendimento; sono da perseguire con la progettazione didattica dei docenti che identificano e sviluppano le corrispondenti e funzionali competenze specifiche.
Due sono le componenti del “saper fare” : la conoscenza e le capacità/abilità.
Le capacità (argomentare, modellare, comunicare, scegliere, riconoscere e definire problemi ..) sono la stella polare di tutti gli insegnamenti che, grazie al “coordinamento didattico” , evolvono per lo loro conquista.
“Se correttamente interpretate, tutte le discipline curriculari – sia pure in forme diverse – promuovono nell’allievo comportamenti cognitivi, gli propongono la soluzione di problemi, gli chiedono di produrre risultati verificabili, esigono che l’organizzazione concettuale e la verifica degli apprendimenti siano consolidate mediante linguaggi appropriati.
Nella loro differenziata specificità le discipline sono, dunque, strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte” [Principi e fini generali della scuola media (D.M. 9 febbraio 79)].
Spero in un riscontro.
Cordialità,
Enrico Maranzana