Introduzione alla lettura della novella La giara di Luigi Pirandello
28 Dicembre 2019La giara di Luigi Pirandello
28 Dicembre 2019I “Sei personaggi in cerca di autore” di Pirandello rappresentano una rivoluzione nelle tecniche teatrali novecentesche
Il teatro pirandelliano
Il teatro pirandelliano rappresenta una delle innovazioni più radicali nella drammaturgia del Novecento. Luigi Pirandello rivoluziona il modo di concepire il teatro, mettendo in discussione le tradizionali convenzioni sceniche e dando vita a un teatro che si interroga sulla complessità dell’identità umana, sulla relatività della verità e sulla natura stessa della rappresentazione teatrale. La sua poetica è pervasa dal tema del conflitto tra essere e apparire, dalla frattura tra realtà e finzione e dall’idea che ogni individuo viva indossando una maschera, senza mai riuscire a esprimere la propria autentica identità.
Le sue opere teatrali esplorano il concetto di relativismo esistenziale: la realtà è vista da Pirandello come qualcosa di profondamente soggettivo, frammentato, e in continua evoluzione. Ogni personaggio si percepisce e viene percepito in modo diverso dagli altri, e la verità si presenta come qualcosa di mutevole e sfuggente. Il teatro pirandelliano rompe la tradizionale quarta parete teatrale, confondendo i confini tra spettatori, attori e personaggi, mettendo in scena un teatro nel teatro che coinvolge lo spettatore in una riflessione meta-teatrale.
“Sei personaggi in cerca d’autore”
“Sei personaggi in cerca d’autore”, scritto nel 1921, è forse l’opera più emblematica del teatro pirandelliano. L’opera segna un cambiamento epocale nella drammaturgia contemporanea, sfidando ogni convenzione teatrale e riflettendo sulla crisi dell’identità, sull’instabilità della realtà e sull’illusione del teatro. In questo dramma, Pirandello mette in scena una meta-rappresentazione, dove i confini tra la realtà e la finzione si dissolvono completamente.
Trama
L’opera inizia con una compagnia teatrale che sta provando una commedia. Improvvisamente, sul palcoscenico, fanno irruzione sei personaggi: il Padre, la Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovane e la Bambina. Questi personaggi affermano di essere stati creati da un autore, ma di essere stati abbandonati prima che la loro storia fosse completata. Essi cercano disperatamente un autore che possa dare forma definitiva alla loro vicenda.
I sei personaggi chiedono di mettere in scena la loro storia, che si rivela essere un dramma familiare tragico, caratterizzato da tensioni psicologiche ed emotive intense. La storia ruota attorno alla vicenda della Figliastra, sedotta dal Padre, e della disperazione della Madre, che è stata abbandonata dal marito. Mentre la compagnia teatrale cerca di rappresentare la loro storia, emergono conflitti tra la verità vissuta dai personaggi e la finzione della rappresentazione teatrale.
Il dramma del personaggio e dell’autore
I personaggi affermano di esistere in una dimensione diversa rispetto agli attori. Sono esseri incompleti, in cerca di un autore che possa dare loro un’identità definitiva e completa, ma al tempo stesso sostengono che la loro verità è superiore alla finzione teatrale degli attori. Mentre gli attori recitano, i personaggi lamentano che la loro storia non possa essere rappresentata fedelmente, poiché ciò che vivono è troppo intenso e reale per essere trasformato in una messa in scena.
Il Padre afferma:
“Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata da caratteri suoi, per cui è sempre qualcuno. Mentre un uomo… può non essere nessuno.”
Questa affermazione del Padre rivela l’idea centrale del dramma pirandelliano: i personaggi, pur essendo creature di finzione, sono paradossalmente più reali e definitivi degli attori, che nella vita quotidiana indossano maschere e vivono ruoli molteplici. Il personaggio, una volta creato, è fisso e immutabile, mentre gli esseri umani sono in continuo mutamento e vivono tra diverse maschere.
Realtà e finzione
Uno dei temi principali dell’opera è la confusione tra realtà e finzione. Pirandello gioca con questa confusione attraverso il teatro nel teatro: mentre gli attori cercano di interpretare i personaggi, questi ultimi si ribellano alla rappresentazione, sostenendo che la loro verità esistenziale non può essere catturata dalla finzione teatrale. Questo continuo intreccio tra realtà e rappresentazione si riflette anche nel rapporto tra i personaggi e gli attori: i personaggi sono più reali, poiché sono intrappolati in un’unica verità, mentre gli attori sono liberi di recitare diversi ruoli.
Il Padre sostiene:
“La realtà, signori, si può vedere in molti modi. Quella vostra là [indicando la scena] non è più la nostra.”
Con questa frase, Pirandello sottolinea il relativismo della realtà: ogni personaggio, e ogni individuo, ha la propria verità, e non esiste una verità assoluta. Questo concetto attraversa tutta l’opera di Pirandello, riflettendo il suo pensiero secondo cui la realtà è soggettiva e frammentata.
Il teatro come metafora della vita
In “Sei personaggi in cerca d’autore”, il teatro diventa una metafora della vita stessa. Come i personaggi che cercano di dare un senso alla loro esistenza incompleta, così gli esseri umani cercano disperatamente di dare un senso alla propria vita, ma spesso si trovano intrappolati in ruoli e maschere che non li rappresentano completamente.
La frustrazione dei personaggi deriva dal fatto che non possono cambiare la loro sorte: una volta creati dall’autore, sono condannati a ripetere per sempre la stessa storia tragica. Gli attori, al contrario, sono liberi di interpretare vari ruoli, ma questa libertà è solo apparente, poiché anche nella vita reale indossano maschere che li soffocano. Pirandello gioca con questo paradosso, mostrando come la libertà degli attori sia fittizia, mentre la realtà dei personaggi è una prigione.
Il Padre riflette amaramente:
“Ah, sì… le illusioni, signore! Illusioni! Che valore ha la vita se non le illusioni?”
In questa battuta si riassume la visione tragica di Pirandello: la vita umana è fatta di illusioni, e l’essere umano, nel tentativo di dare un senso alla propria esistenza, si aggrappa a delle illusioni che lo guidano, anche se sono destinate a infrangersi.
Citazioni chiave dal testo
- Il relativismo della verità:
“Io sono per me colei che mi si crede.”
Questa frase, pronunciata dalla Figliastra, esprime in modo incisivo il concetto pirandelliano di verità soggettiva: la realtà e l’identità di una persona non sono fisse, ma dipendono dalla percezione che gli altri hanno di lei. - Il paradosso del personaggio:
“Un personaggio vive sempre, signore. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata da caratteri suoi, per cui è sempre qualcuno.”
Questa affermazione del Padre mette in luce uno dei paradossi fondamentali del dramma: il personaggio, pur essendo un’entità fittizia, ha una vita propria che lo rende più reale degli attori che lo interpretano.
Conclusione
“Sei personaggi in cerca d’autore” è un’opera fondamentale non solo per comprendere il teatro di Pirandello, ma anche per cogliere il suo approccio filosofico ed esistenziale alla vita. La confusione tra realtà e finzione, il relativismo della verità, il dramma dell’identità e il conflitto tra l’essere e l’apparire sono tutti temi che attraversano quest’opera rivoluzionaria. Attraverso il teatro nel teatro, Pirandello ci costringe a riflettere sul fatto che anche nella vita quotidiana noi non siamo altro che attori che recitano ruoli, intrappolati in maschere che raramente rivelano la nostra vera essenza.