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28 Dicembre 2019La storia dell’Illuminismo napoletano è stata spesso raccontata come una serie di testi e autori, a volte intersecantisi con la politica di fine Settecento. ma la sua più ampia storia sociale e culturale resta da scrivere.
Infatti, non esiste fino ad oggi un resoconto completo dell’illuminismo napoletano.
Eppure alcuni degli intellettuali più acuti del settecento operavano proprio a Napoli, come Genovesi e Filangieri.
Genovesi, titolare dal 1754 della prima cattedra di economia politica mai istituita in una università europea, Galiani, Galanti, Filangieri erano tutti intellettuali al servizio del governo borbonico.
In particolare, Antonio Genovesi (1713–1769) e Gaetano Filangieri (1752–1788) sono due figure fondamentali della tradizione illuminista napoletana e italiana, legati dal comune intento di riformare la società attraverso il progresso delle scienze economiche, giuridiche e politiche. Pur appartenendo a generazioni diverse, entrambi contribuirono in modo significativo allo sviluppo del pensiero riformista nel Regno di Napoli, promuovendo un progetto di modernizzazione che mettesse al centro il benessere collettivo, l’educazione e la giustizia sociale.
Antonio Genovesi
Antonio Genovesi fu il primo economista a ottenere una cattedra universitaria di economia politica in Europa, presso l’Università di Napoli nel 1754. Il suo pensiero, profondamente influenzato dall’Illuminismo europeo, specialmente dalle teorie fisiocratiche e dal pensiero di John Locke e David Hume, lo porta a elaborare una visione innovativa della scienza economica e della filosofia morale.
Il pensiero economico di Genovesi
Genovesi riteneva che l’economia non dovesse essere intesa solo come una scienza astratta, ma come uno strumento per migliorare la vita delle persone. Era convinto che la ricchezza di una nazione derivasse dalla produzione agricola e dall’uso corretto delle risorse naturali, ma anche dall’educazione e dall’industria.
La sua opera principale, il “Lezioni di commercio o sia di economia civile” (1765), è una riflessione sulla necessità di migliorare la condizione sociale e materiale dei cittadini attraverso una politica economica razionale. Genovesi sottolineava l’importanza della collaborazione tra Stato e mercato per favorire la prosperità, promuovendo anche riforme agrarie e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
Genovesi vedeva nell’educazione uno degli strumenti principali per il progresso: una società prospera, secondo lui, deve essere basata su una popolazione istruita, capace di contribuire attivamente al bene comune. Questa visione anticipa molti dei successivi sviluppi del pensiero economico liberale, mettendo in relazione la libertà economica con il benessere collettivo.
Aspetti morali e sociali
Genovesi non vedeva l’economia come una scienza neutrale, ma legata a principi etici e morali. Per lui, il benessere economico era inseparabile dalla felicità e dal bene comune. Nel suo approccio, la ricchezza di una nazione non si misurava solo in termini materiali, ma anche in termini di qualità della vita e giustizia sociale. Questo aspetto lo distingue dai fisiocratici, che consideravano la terra come unica fonte di ricchezza, mentre Genovesi insisteva sull’importanza della cooperazione sociale e dell’attività umana.
Gaetano Filangieri
Gaetano Filangieri, nato circa quarant’anni dopo Genovesi, fu un altro importante esponente dell’Illuminismo napoletano. Filosofo e giurista, Filangieri è noto soprattutto per la sua opera “La Scienza della Legislazione” (1770–1788), un monumentale trattato di filosofia del diritto che propose una riforma generale della legislazione in senso razionale e progressista. La sua opera ebbe una notevole influenza non solo in Italia, ma anche in Europa e negli Stati Uniti.
La Scienza della Legislazione
Filangieri, nell’opera principale della sua vita, cerca di delineare un sistema legislativo che sia fondato sulla ragione e che favorisca la felicità e il benessere dei cittadini. A differenza di molti dei suoi contemporanei, Filangieri non si limitava a discutere le leggi come espressioni di potere, ma le considerava strumenti di giustizia e uguaglianza.
Nella sua concezione, le leggi dovevano essere pensate per promuovere il bene comune, riducendo le disuguaglianze e migliorando le condizioni di vita della popolazione. Era fermamente convinto che una buona legislazione potesse contribuire alla pace sociale e allo sviluppo della società.
Diritti e felicità
Filangieri sosteneva che il fine ultimo della legislazione fosse la felicità dei cittadini, intesa come sicurezza, libertà e benessere materiale. Come Genovesi, anche Filangieri era convinto che il miglioramento della condizione umana passasse attraverso una riforma sociale, che avrebbe dovuto includere la tutela dei diritti individuali, la promozione dell’istruzione e la riduzione delle disuguaglianze.
Uno degli aspetti più moderni del pensiero di Filangieri fu la sua critica ai privilegi della nobiltà e del clero, che considerava ostacoli al progresso. Egli sosteneva una società meritocratica, basata sulla capacità e sul merito individuale, piuttosto che sull’eredità e sulla nascita.
Influenza internazionale
Le idee di Filangieri trovarono eco non solo in Italia, ma anche all’estero. Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, lesse e apprezzò l’opera di Filangieri, tanto che alcuni principi de “La Scienza della Legislazione” furono discussi durante la redazione della Costituzione americana. Questo dimostra la portata internazionale del suo pensiero.
Genovesi e Filangieri a confronto
Sebbene Genovesi e Filangieri siano figure distinte, esistono molte affinità tra i loro pensieri:
- Riformismo illuminato: Entrambi sono stati promotori di una visione riformista della società, convinti che il progresso morale, economico e giuridico fosse possibile attraverso la ragione e l’educazione. Entrambi vedevano lo Stato come uno strumento essenziale per promuovere il benessere collettivo, ma sostenevano la necessità di riformarlo in senso moderno e razionale.
- Centralità dell’educazione: Per Genovesi l’educazione era alla base del progresso economico, mentre per Filangieri l’istruzione era uno degli strumenti più importanti per promuovere una società giusta e pacifica. Entrambi ritenevano che l’ignoranza fosse uno dei maggiori ostacoli al miglioramento delle condizioni umane.
- Felicità e bene comune: Sia Genovesi che Filangieri consideravano il bene comune come il principale obiettivo della politica e dell’economia. Le loro teorie erano animate da una visione umanistica, in cui il benessere delle persone era considerato prioritario rispetto agli interessi economici o politici di una élite.
- Critica al privilegio e alle disuguaglianze: Entrambi si opposero ai privilegi aristocratici e alla mancanza di equità sociale nel loro tempo. Per loro, le disuguaglianze sociali e l’arretratezza economica erano problemi da risolvere attraverso riforme legali e strutturali.
Conclusione
Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri sono due protagonisti del riformismo illuminista italiano, che condivisero l’obiettivo di creare una società più giusta, prospera e illuminata. Le loro opere, seppur con approcci differenti, si concentrano su questioni di economia, giustizia sociale e riforma legislativa, anticipando molte delle idee che influenzeranno il pensiero politico e sociale europeo nel secolo successivo. La loro eredità è tuttora viva nel modo in cui pensiamo alle relazioni tra Stato, economia e benessere sociale.