
Patimenti d’amore in Plauto
28 Dicembre 2019
Ultimi versi del canto ottavo del Paradiso vv. 133-148
28 Dicembre 2019I versi 10-27 del primo libro di De Rerum Natura di Lucrezio evocano una lode alla dea Venere, rappresentata come la forza generatrice che muove e governa l’universo, ispiratrice dell’amore e della vita.
Analisi
Lucrezio apre l’opera invocando Venere, simbolo della forza creatrice e rigeneratrice della natura. Appena arriva la primavera (verso 10), si schiudono le porte del giorno e la brezza feconda di Favonio (vento di ponente) ravviva la terra. Il mondo vivente risponde alla presenza della dea: gli uccelli nel cielo cantano (versi 12-13) e il cuore di tutte le creature è colpito dalla sua potenza. Anche gli animali selvatici e il bestiame (verso 14) esprimono la loro vitalità saltando nei pascoli e attraversando fiumi impetuosi, presi dal fascino dell’amore ispirato da Venere (versi 15-16). La sua influenza si estende su tutta la natura, dai mari alle montagne, dai fiumi alle case degli uccelli e ai prati verdi (versi 17-18), infondendo ovunque il desiderio di procreare.
Venere è dunque rappresentata come la forza motrice che genera il ciclo della vita e della riproduzione (verso 20). Senza di lei, nulla potrebbe nascere o essere gioioso e amabile (versi 21-23). Lucrezio chiede quindi alla dea di essere sua compagna nella composizione del poema dedicato a Memmio (versi 24-27), per il quale la dea ha sempre voluto ogni onore e successo.
Venere, dea dell’amore e della vita, è qui il motore primo della natura e della riproduzione, mentre Lucrezio cerca la sua ispirazione per scrivere il poema filosofico in onore del suo patrono Memmio.
Testo e Traduzione dei versi 10-27 primo libro De rerum natura di Lucrezio:
Testo:
Nam simul ac species patefactast verna diei 10 |
Traduzione
Infatti non appena la vista del giorno primaverile si è aperta |