Caratteristiche dei romanzi pirandelliani
- Crisi dell’identità: Nei romanzi pirandelliani, i protagonisti vivono una crisi esistenziale che li porta a mettere in dubbio la propria identità. Non esiste un “io” stabile e definito, ma una molteplicità di versioni di sé che si scontrano con l’immagine che gli altri ci attribuiscono. Questo tema è esplorato in maniera emblematica ne “Il fu Mattia Pascal” e “Uno, nessuno e centomila”, dove i protagonisti tentano di sfuggire alla loro identità sociale, ma si ritrovano intrappolati in una condizione di alienazione e incertezza.
- Relatività della verità: Pirandello sfida l’idea di una verità assoluta e mostra come la realtà sia un costrutto soggettivo, che cambia a seconda della prospettiva individuale. Questo tema si manifesta chiaramente nei conflitti tra ciò che appare e ciò che realmente è, tra le maschere che siamo costretti a indossare e la nostra realtà interiore.
- L’umorismo tragico: Pirandello è maestro nel mescolare umorismo e tragedia. La sua è una forma di umorismo amaro, che svela le contraddizioni della vita umana. L’ironia è spesso il veicolo attraverso cui Pirandello mette in luce la vanità dei tentativi umani di trovare certezze o di evadere dalle convenzioni sociali. Nei suoi romanzi, la risata è sempre accompagnata da una riflessione più profonda, che mette in discussione il significato dell’esistenza stessa.
- Follia e lucidità: Nei romanzi di Pirandello, i personaggi considerati folli sono spesso quelli che raggiungono una consapevolezza più profonda. La loro follia non è altro che un rifiuto delle convenzioni sociali e una ribellione contro la stabilità imposta dalla società. Questo tema emerge con forza ne “Il fu Mattia Pascal”, dove il protagonista cerca di reinventarsi ma scopre che non esiste una via di fuga definitiva.
Il fu Mattia Pascal: il romanzo emblematico della crisi dell’identità
“Il fu Mattia Pascal” è probabilmente il romanzo più celebre di Luigi Pirandello, e rappresenta perfettamente i temi centrali della sua narrativa. Pubblicato nel 1904, il romanzo racconta la storia di Mattia Pascal, un uomo che, creduto morto per errore, decide di approfittare dell’occasione per cambiare vita e assumere una nuova identità. Tuttavia, questa fuga dall’identità precedente si rivela fallimentare, poiché Mattia scopre che, senza una posizione riconosciuta nella società, non è possibile vivere in modo autentico.
Trama
Mattia Pascal vive a Miragno, un piccolo paese ligure, dove la sua esistenza è segnata dalla noia, dai fallimenti e dall’infelicità. Lavora come bibliotecario, è infelice nel suo matrimonio con Romilda e vive sotto l’egemonia della suocera, donna Pescatore. Un giorno, decide di fuggire e si reca a Montecarlo, dove vince una grossa somma di denaro al casinò. Poco dopo, scopre dai giornali che un uomo ritrovato morto nel suo paese è stato identificato come lui. Questa notizia gli dà la possibilità di ricominciare da capo: Mattia Pascal, per il mondo, è morto, e così può crearsi una nuova identità.
Mattia assume il nome di Adriano Meis e si trasferisce a Roma, dove tenta di iniziare una nuova vita, ma presto scopre che l’assenza di una identità legale gli impedisce di vivere pienamente: non può sposarsi, non può denunciare il furto che subisce, né intrattenere rapporti sociali normali. Adriano Meis si rende conto che non esiste una vera fuga dall’identità, e che ogni individuo è costretto a vivere all’interno di un sistema di relazioni e convenzioni sociali. Infine, decide di “far morire” anche Adriano Meis, inscenando un suicidio, per tornare a essere Mattia Pascal.
Quando torna al suo paese, però, Mattia scopre che la sua vecchia vita è andata avanti senza di lui: sua moglie si è risposata, e non c’è più posto per lui nella sua vecchia esistenza. Si ritrova così né vivo né morto, condannato a vivere ai margini della società come un’ombra, senza poter riprendere la sua identità precedente.
Temi principali del romanzo
- La crisi dell’identità: Il tema centrale del romanzo è la ricerca dell’identità e la scoperta che essa non è qualcosa che si può cambiare a piacimento. Mattia Pascal tenta di sfuggire alla sua esistenza infelice, ma si rende conto che l’identità è determinata in gran parte dalle convenzioni sociali. Quando Mattia diventa Adriano Meis, si ritrova isolato, senza una posizione riconosciuta, incapace di vivere pienamente.
- Il conflitto tra l’essere e il sembrare: Come accade in altri romanzi pirandelliani, ne “Il fu Mattia Pascal” c’è un conflitto tra l’essenza dell’individuo e l’immagine che gli altri hanno di lui. Mattia cerca di cambiare questa immagine, ma scopre che non può sfuggire alle convenzioni sociali. L’idea che ogni individuo sia intrappolato in una serie di ruoli e di maschere è centrale nella narrativa pirandelliana.
- Il tema della morte e della rinascita: La “morte” di Mattia Pascal è solo simbolica: il suo tentativo di rinascita, attraverso una nuova identità, si rivela un fallimento. Pirandello esplora qui la relatività dell’esistenza, poiché Mattia, pur essendo vivo, non è più in grado di riprendere la sua vecchia vita né di costruirsene una nuova. La morte, nel romanzo, diventa una metafora dell’impossibilità di sfuggire alla propria condizione.
- Il fallimento della libertà: Uno degli aspetti più tragici del romanzo è il fallimento del tentativo di Mattia di ottenere la libertà. L’illusione di poter vivere senza un’identità definita si infrange contro la realtà: senza legami sociali e senza un riconoscimento da parte della società, l’individuo non può esistere pienamente. Mattia scopre che la libertà assoluta è impossibile, poiché l’uomo è sempre vincolato dalla società e dalle convenzioni.
L’umorismo pirandelliano ne “Il fu Mattia Pascal”
L’umorismo è un elemento centrale de “Il fu Mattia Pascal”. Pirandello adotta una narrazione ironica e amara, in cui le vicende apparentemente assurde del protagonista servono a mettere in luce le contraddizioni della vita umana. L’umorismo nasce dal paradosso di un uomo che tenta di liberarsi dalle sue responsabilità e dalle convenzioni, ma che scopre che non esiste una vera via di fuga. Anche i momenti più comici, come le goffaggini di Mattia/Adriano Meis nella sua nuova vita, sono intrisi di una profonda malinconia, poiché rivelano l’impossibilità dell’uomo di trovare una verità stabile o una libertà autentica.
Conclusione
“Il fu Mattia Pascal” è un romanzo che incarna perfettamente la visione pirandelliana dell’identità come costrutto sociale fluido e instabile. Attraverso la storia di Mattia Pascal, Pirandello esplora il desiderio umano di libertà e la difficoltà di conciliare l’essere con il sembrare. Il romanzo, ricco di umorismo tragico, mette in luce la complessità dell’esistenza moderna e il fallimento dell’individuo che tenta di sfuggire alla propria condizione. L’inettitudine di Mattia Pascal diventa così una metafora della fragilità umana, costretta a vivere tra il desiderio di autenticità e le maschere imposte dalla società.