Mastro Don Gesualdo e Diodata
28 Dicembre 2019Brano dal nono capitolo dei Malavoglia di Verga
28 Dicembre 2019“La roba”, scritta da Giovanni Verga nel 1880, è una delle novelle più celebri del ciclo di racconti raccolti ne “Vita dei campi”, ed è considerata un’opera esemplare del verismo, il movimento letterario che Verga contribuì a fondare.
La novella si concentra sul personaggio di Mazzarò, un contadino divenuto ricco grazie alla sua ossessione per l’accumulo di beni materiali, la cosiddetta “roba”. La storia esemplifica il tema del possesso come forza motrice nella vita di un uomo e la spietata logica dell’individualismo economico nella società contadina siciliana.
Temi principali
- L’ossessione per il possesso:
- Il tema centrale della novella è l’ossessione di Mazzarò per la roba, cioè per le sue terre, i suoi animali e tutto ciò che possiede. Questo desiderio insaziabile di accumulare proprietà e ricchezze diventa l’unico scopo della sua vita, il suo unico orizzonte esistenziale. La roba diventa una sorta di entità autonoma che definisce il valore di Mazzarò come persona, e l’accumulo di beni materiali viene visto come un fine in sé, privo di qualsiasi considerazione morale o umana.
- Disumanizzazione e alienazione:
- L’ossessione di Mazzarò per il possesso lo porta a perdere ogni forma di legame umano o affettivo. Non si sposa e non ha figli, e i suoi rapporti con gli altri sono puramente funzionali alla sua accumulazione. Verga mostra come la ricerca del profitto e del possesso possa disumanizzare una persona, rendendola insensibile e incapace di provare emozioni genuine. Mazzarò è un uomo che si è “fatto da solo”, ma nella sua corsa per la roba ha sacrificato ogni altro aspetto della sua esistenza.
- Il ciclo della vita e l’inevitabilità della morte:
- La parabola di Mazzarò è tragica: nonostante il suo immenso successo economico, alla fine si rende conto che non può portare la roba con sé dopo la morte. In una scena simbolica e potente, alla fine della novella, Mazzarò, ormai vecchio e consapevole dell’inutilità del suo accumulo, esprime la sua frustrazione gridando “Roba mia, vientene con me!”, in un gesto disperato che sottolinea l’impotenza dell’uomo di fronte alla morte.
- Critica sociale:
- Verga utilizza Mazzarò come simbolo per criticare l’individualismo e il capitalismo agrario emergente nella Sicilia del tempo. L’accumulo di beni materiali non è più legato alla nobiltà o alla famiglia, ma a un uomo di umili origini che è riuscito a elevarsi socialmente attraverso il duro lavoro e la spietatezza. Tuttavia, la sua ascesa non è celebrata come un trionfo personale, ma vista come una forma di alienazione sociale ed esistenziale. Verga suggerisce che il progresso economico può portare alla corruzione morale e al disfacimento dei legami comunitari.
Stile e tecnica narrativa
- Impersonalità:
- Verga, seguendo la sua poetica verista, adotta la tecnica dell’impersonalità, un principio fondamentale del verismo. Non interviene direttamente nella narrazione per giudicare o commentare gli eventi o i personaggi, ma lascia che i fatti parlino da soli. Il narratore è come una “voce nascosta”, che osserva dall’esterno senza fornire interpretazioni o commenti morali.
- Straniamento:
- Un’altra tecnica tipica di Verga è lo straniamento, che consiste nel presentare gli eventi e i personaggi attraverso il punto di vista della comunità o dei personaggi stessi, in modo che il lettore possa vedere il mondo come lo vedono i protagonisti. Nella novella, i valori di Mazzarò, per quanto alienanti e disumani, sono presentati come normali all’interno del contesto sociale siciliano, dove il successo è misurato in termini di possesso materiale.
- Linguaggio semplice e diretto:
- Lo stile di Verga in “La roba” è caratterizzato da un linguaggio semplice e scarno, che riflette la realtà quotidiana della vita contadina. I dialoghi e le descrizioni sono essenziali, senza abbellimenti o retorica, in linea con l’idea verista di rappresentare la realtà in modo crudo e veritiero. Verga evita ogni forma di idealizzazione, concentrandosi su una rappresentazione oggettiva e realistica del mondo rurale siciliano.
Mazzarò come simbolo
Mazzarò è una figura emblematica del verismo di Verga: un uomo che incarna il destino ineluttabile di chi vive in un mondo regolato dalle forze economiche e naturali, in cui l’uomo è dominato dalla fatalità. Sebbene parta da umili origini e riesca a conquistare una grande ricchezza, Mazzarò non è un eroe, ma piuttosto un antieroe: non c’è nobiltà nelle sue azioni, solo una spietata ricerca del profitto. La sua storia illustra l’idea verghiana dell’inevitabilità del destino: per quanto si possa accumulare ricchezza, alla fine l’uomo resta impotente di fronte alla morte.
In conclusione, “La roba” è una novella fondamentale per comprendere la visione del mondo di Verga e il suo stile verista. Attraverso la figura di Mazzarò, Verga esplora i temi dell’ossessione per il possesso, della disumanizzazione causata dal capitalismo agrario e dell’impotenza umana di fronte alla morte. Il racconto offre una riflessione critica sul progresso economico e sociale, suggerendo che, nonostante la ricchezza accumulata, l’uomo resta schiavo di un destino immodificabile.