Breve introduzione alla seconda cantica
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28 Dicembre 2019L’ultima cantica della Divina Commedia, il Paradiso, segna l’apice del viaggio di Dante e rappresenta la dimensione più alta e spirituale della sua opera.
Testo dei versi 1-33 del Canto primo del Paradiso di Dante e parafrasi
Testo di Dante
La gloria di colui che tutto move Nel ciel che più de la sua luce prende perché appressando sé al suo disire, Veramente quant’io del regno santo O buono Appollo, a l’ultimo lavoro Infino a qui l’un giogo di Parnaso Entra nel petto mio, e spira tue O divina virtù, se mi ti presti vedra’ mi al piè del tuo diletto legno Sì rade volte, padre, se ne coglie che parturir letizia in su la lieta |
Parafrasi
La gloria di colui che tutto move Nel cielo che più della sua luce riceve Perché avvicinandosi al desiderio supremo, Ciò che, tuttavia, del regno santo O buon Apollo, per l’ultima fatica Fino ad ora, una sola cima del monte Parnaso Entra nel mio petto e soffia il tuo spirito O divina virtù, se mi concedi il tuo aiuto mi vedrai ai piedi del tuo amato albero Così raramente, o padre, si coglie che la divina gioia di Delfi dovrebbe far crescere |
Conclusione
Nelle ultime due terzine del brano commentato Dante lamenta che, a causa delle debolezze e delle ambizioni degli uomini, è raro che qualcuno venga onorato con la corona d’alloro, simbolo di trionfo e gloria poetica o imperiale. La divinità delfica (Apollo) dovrebbe quindi far crescere più spesso questo premio per coloro che ne sono degni e lo desiderano ardentemente.