Umana Cosa Proemio Decameron Boccaccio
28 Dicembre 2019Odissea
28 Dicembre 2019Nell’ultima parte del diciannovesimo canto dell’inferno, Dante inveisce con i papi più interessati ad arricchirsi e a gestire il potere, che non alla loro missione spirituale e religiosa.
Però ti sta, ché tu se’ ben punito;
e guarda ben la mal tolta moneta
ch’esser ti fece contra Carlo ardito. 99
e guarda ben la mal tolta moneta
ch’esser ti fece contra Carlo ardito. 99
E se non fosse ch’ancor lo mi vieta
la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta, 102
la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta, 102
io userei parole ancor più gravi;
ché la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi. 105
ché la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi. 105
Di voi pastor s’accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l’acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista; 108
quando colei che siede sopra l’acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista; 108
quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque. 111Fatto v’avete dio d’oro e d’argento;
e che altro è da voi a l’idolatre,
se non ch’elli uno, e voi ne orate cento? 114Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!”. 117E mentr’io li cantava cotai note,
o ira o coscïenza che ’l mordesse,
forte spingava con ambo le piote. 120
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque. 111Fatto v’avete dio d’oro e d’argento;
e che altro è da voi a l’idolatre,
se non ch’elli uno, e voi ne orate cento? 114Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!”. 117E mentr’io li cantava cotai note,
o ira o coscïenza che ’l mordesse,
forte spingava con ambo le piote. 120
I’ credo ben ch’al mio duca piacesse,
con sì contenta labbia sempre attese
lo suon de le parole vere espresse. 123
Però con ambo le braccia mi prese;
e poi che tutto su mi s’ebbe al petto,
rimontò per la via onde discese. 126
Né si stancò d’avermi a sé distretto,
sì men portò sovra ’l colmo de l’arco
che dal quarto al quinto argine è tragetto. 129
Quivi soavemente spuose il carco,
soave per lo scoglio sconcio ed erto
che sarebbe a le capre duro varco. 132
Indi un altro vallon mi fu scoperto.