
Enza Tata
27 Gennaio 2019
Morfosintassi
27 Gennaio 2019Le sue opere esplorano spesso la storia e le tensioni etniche della Bosnia, terra di conflitto e convivenza tra diverse culture e religioni. In questo racconto, ambientato nel 1878 durante l’occupazione austriaca di Sarajevo, Andrić offre una riflessione sulla resistenza culturale e identitaria di un popolo oppresso attraverso la figura della vecchia Kata e il suo prezioso tappeto.
Riassunto dettagliato
Il racconto si apre con la descrizione di un momento di transizione storica: Sarajevo è appena caduta sotto il dominio austro-ungarico, mentre i turchi si ritirano sparando gli ultimi colpi. In questo contesto caotico, la protagonista, la vecchia Kata, è sola nella sua casa, immersa nella contemplazione di un tappeto istoriato.
Il tappeto non è un semplice oggetto decorativo, ma un simbolo della tradizione e della memoria storica. Mentre lo osserva, Kata si estrania dalla realtà presente e ripercorre, attraverso le immagini tessute nel tappeto, la storia del suo popolo, le sue sofferenze e le sue glorie.
Tuttavia, la realtà si impone con violenza: il tappeto diventa un bersaglio per i nuovi occupanti e per coloro che vedono in esso un residuo del passato turco, ormai sconfitto. Nonostante le pressioni e la minaccia di perdere il tappeto, Kata si oppone con determinazione. La sua difesa del tappeto non è solo un atto di resistenza individuale, ma rappresenta la volontà di conservare la dignità e l’identità della Bosnia, al di là delle dominazioni straniere.
Alla fine del racconto, Kata rimane sola con il suo tappeto, consapevole di essere ormai una sopravvissuta in una terra che cambia sotto il peso della storia.
Analisi del testo
Il tappeto come simbolo di identità
Il tappeto in Andrić assume molteplici significati:
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Simbolo della memoria storica: le immagini tessute rappresentano la storia della Bosnia e il suo passato turco.
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Simbolo della cultura e della resistenza: Kata lo difende con fermezza, opponendosi all’occupazione straniera che minaccia di cancellare il passato.
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Metafora dell’anima bosniaca: così come il tappeto è intrecciato da fili diversi, anche la Bosnia è una terra di convivenza (e conflitto) tra popoli, religioni e culture differenti.
Il personaggio di Kata
Kata incarna la figura della resistenza silenziosa. È una donna anziana, apparentemente fragile, ma in realtà dotata di una forza interiore straordinaria. La sua lotta per conservare il tappeto non è solo un capriccio personale, ma un atto di difesa della dignità del suo popolo.
Il contesto storico: l’occupazione austro-ungarica
Andrić colloca la vicenda in un periodo cruciale per la Bosnia: il passaggio dal dominio ottomano a quello austro-ungarico nel 1878. Questo evento segna una svolta storica che cambierà profondamente la società bosniaca, inaugurando nuove tensioni tra le diverse comunità etniche e religiose.
Collegamenti con la visione di Andrić sulla Bosnia
La citazione tratta dalla lettera del 1920 di Andrić, “La Bosnia è il paese dell’odio e della paura”, rispecchia perfettamente il clima del racconto. La Bosnia, nella sua storia, è stata una terra di contrasti: affascinante e ricca culturalmente, ma anche segnata da conflitti continui.
Nel racconto, Kata rappresenta proprio questa dualità: da un lato la fierezza e la bellezza della cultura bosniaca (simboleggiata dal tappeto), dall’altro la paura e la violenza che accompagnano ogni cambio di potere.
Conclusione
“Il tappeto” è un racconto denso di significati, che riflette l’abilità di Andrić nel descrivere le tensioni della Bosnia attraverso personaggi semplici ma emblematici. Kata non è solo una donna che difende un oggetto prezioso, ma una custode della memoria storica, che resiste alla cancellazione del passato.
Andrić ci mostra che la storia della Bosnia non è fatta solo di eventi politici e militari, ma anche di piccoli gesti quotidiani di resistenza culturale, come quello della vecchia Kata che, con i suoi occhi vivaci, continua a vedere nel tappeto la storia del suo popolo.
VideoLezioni del prof. Gaudio
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Il tappeto di Ivo Andric prima F videolezione scolastica di Luigi Gaudio su youtube