Uno dei tesori nascosti del Salento è la cattedrale di Otranto. Questa graziosa cittadina balneare nasconde un gioiello di mosaici e una cripta affascinante dietro la facciata romanica.
Anche se sembra una facciata semplice, guarda più da vicino le colonne e l’elegante rosone per vedere i dettagli delicatamente scolpiti che sembrano pizzi lavorati nella pietra.
Entra e lasciati deliziare dalla meraviglia della scena: il pavimento è completamente ricoperto di mosaici intricati. La chiesa fu costruita nel 1068 sul sito di un’antica domus (residenza) romana e di un tempio primitivo. Fu costruito in stile bizantino e romanico dai Normanni.
Nel 1480 fu espugnata dai turchi che avevano assediato la città e furono uccisi i chierici e i civili che si trovavano all’interno. L’edificio fu trasformato in moschea e gli affreschi del XIII secolo furono in gran parte distrutti.
Il paese fu liberato un anno dopo e la chiesa restaurata e riconsacrata. Ottenne lo status di basilica nel 1945 da Papa Pio XII. La Cappella dei Martiri fu istituita da Ferdinando I di Napoli in onore dei “Martiri di Otranto”, le 800 persone che furono uccise dai Turchi per non aver rinnegato la propria fede. Le loro ossa sono disposte all’interno della cappella.
La cripta contiene una vera e propria foresta di colonne con capitelli diversi. Il celebre organo a canne della chiesa può produrre una miriade di suoni tra cui flauti, uccelli, voci e altro ancora.
Ma il capolavoro è l’eclettica raccolta di scene musive che ricoprono il pavimento della chiesa. Realizzati da un monaco di nome Pantaleone tra il 1163 e il 1165, costituiscono uno spettacolo impressionante e il ciclo musivo più significativo del Medioevo. Si tratta di un “labirinto teologico” con interpretazioni iconiche personali a volte insolite dell’artista, ma l’effetto complessivo è incredibile.
Al centro c’è l’Albero della Vita e il Giardino dell’Eden. Ci sono raffigurazioni dello zodiaco, dei mesi dell’anno, dei vizi e delle virtù, del paradiso e dell’inferno e dei patriarchi biblici, insieme a rappresentazioni della mitologia e degli animali. Qualsiasi viaggio nel Salento dovrebbe includere una sosta a Otranto, non solo per l’incantevole atmosfera balneare, ma anche per questa bellissima opera d’arte.
APPUNTI SULLA CATTEDRALE DI OTRANTO
– Storia
» intorno all’anno 1000 l’impero bizantino estende i suoi domini verso est, si verifica di conseguenza un
lento processo di abbandono dei domini in occidente, quindi anche in Italia
» Ottone I, che vuole restaurare l’autorità imperiale, non vuole cedere i territori italiani e soprattutto che la
Puglia passi sotto il controllo del papato; quindi delega il potere all’arcivescovo di Otranto di elevare una
sede ad arcivescovado della chiesa di Otranto, ed ubbidisce agli ordini del patriarca di Costantinopoli
» per sottolineare il nuovo potere della città ed il suo legame con l’oriente, viene costruita la cattedrale
» fu fondata nel 1068 dal vescovo normanno Guglielmo (anno in cui l’arcivescovo firma in latino)
» in questo periodo la Puglia passa sotto il controllo dei normanni
» Otranto è in Puglia, la chiesa si affaccia sul canale di Otranto, tra il mar Ionio e quello Adriatico
» nel 1480 i Turchi espugnarono la città, entrarono nella chiesa sterminando clero e civili, venne
trasformata in moschea e vennero distrutti tutti gli affreschi risalenti al XIII secolo
» è un punto di sintesi di tradizioni ed influssi diversi (elementi dell’arte orientale, paleocristiana, romana,
del nord Europa, aspetti locali e derivanti da altre zone d’Italia), possibile solo in Puglia
– Facciata
» la facciata della cattedrale di Otranto ha la forma a capanna, caratteristica del romanico
» solo la struttura ed il rosone sono originari, a causa della distruzione dei turchi
– Interno
» non è a croce latina ma è a pianta basilicale » influenza della tradizione paleocristiana
» non è comunque un’unica aula, per la presenza di due spazi laterali che la affiancano
» non è divisa in corpo longitudinale e transetto » non c’è una scansione rigida dello spazio in campate
» l’unica divisione ben distinta è tra abside e la parte in cui c’era il popolo
» l’abside poggia sulla cripta seminterrata, per questo è sopraelevato secondo la concezione dei benedettini
– Abside
» se si vede la pianta della chiesa non dall’alto ma frontalmente, si percepisce subito uno scollamento tra
l’arco della navata e quello dell’abside, molto più sopraelevato
» stacca la zona dei presbiteri da quella del popolo, il luogo dove si assiste da quello dove avviene il rito
» questa concezione di divisione netta deriva dalla tradizione greca e si chiama bèmma = distorsione voluta
di un elemento per evidenziare un determinato spazio
» viene percepito come un arco di trionfo romano, che rimanda al trionfo di Cristo sul male e sulla morte
– Mosaico
» nella fascia posteriore del mosaico c’è una banda dove viene riportato il nome del committente
(arcivescovo Giosafat) e dell’autore (il monaco presbitero Pantaleone) » strano che nel medioevo si trovi
un autore che si firmi (concezione che l’opera d’arte serviva per la gloria di Dio, non quella personale)
» la firma è segno che questo pavimento musivo fu l’opera per eccellenzadi Pantaleone, il suo capolavoro,
un’opera degna di ricordarlo e di considerazione da parte di tutta la popolazione
» il mosaico è una sintesi in immagini di tutto il patrimonio della cultura dalla Bibbia al contemporaneo
» il pavimento musivo si stende per tutto il lato lungo dell’aula e rappresenta un albero che percorre tutta
l’ampiezza della chiesa (1165-65 in lunghezza)
1. tradizione greco-bizantina
» albero » è il simbolico albero della vita (arbor vitae) come dimora di un ente soprannaturale
comunicante con i mortali mediante lo stormire dei rami
» vengono citate varie tradizioni che hanno come elemento comune l’albero della vita
2. tradizione scandinava
» nelle superstizione credenze delle religioni nordiche, la forza umana è simboleggiata dal frassino
» l’albero è quella forma di vita che ricopre tutta la terra perché è la più forte
» ai piedi dell’albero posavano tre divinità: Urd, Verdandi, Skuld che danno parola a: la voce del passato,
del presente e del futuro
3. tradizione latina
» per Virgilio l’albero è l’espressione di tutto il febbrile movimento dell’attività umana (dolore, gioia,
il lavoro, la crescita, il bene ed il male) » è espressione dell’uomo e del suo agire
4. tradizione mesopotamica
» per questa cultura l’albero rappresenta l’ente divino, poi assimilato nella figura di Cristo
» di solito era raffigurato con le radici coperte da due animali araldici, come nel pavimento musivo
di Otranto, dove alle fondamenta della pianta stanno due elefanti
» i due elefanti » sono di grandi proporzioni e sostengono sul dorso le radici dell’albero
» sono di forma indiana e non africana (Pantaleone deve essere un uomo molto colto)
» quello di destra raffigura l’umanità scomposta tra bene e male
» quello di sinistra è la forza morale su cui poggia la religione cristiana
» per un altro critico la coppia di elefanti simboleggia Adamo ed Eva
» i due roditori » uno è con le scarpe, l’altro è scalzo
» potrebbero rappresentare l’allegoria della Vita, tratta dalla leggenda orientale di Barlaam
e Giosafat, riprodotta nel battistero di Parma da Antelami (1178)
» Barlaam, inseguito dall’uccello che simboleggia la morte (= il pavone), si rifugia sopra
l’albero della vita, di cui due roditori (immagini del Giorno e della Notte) recidono nel
tempo il fusto alla base mentre lui trascorre il suo tempo in dolcezze mondane
» miele che stilla dai rami + superbia (pavone che avvinghia la lepre) + satana (drago che
ghermisce l’uomo) + pettegolezzo (uccello che spezza il ramo) simboleggiano mondanità
» dimentica il pericolo ed il suo destino » simbolo dell’uomo immemore e vizioso
» per la tradizione occidentale il pavone simboleggia la morte e la resurrezione perché era
credenza popolare che le sue carni non putrefacessero dopo la morte
» gli atleti » portano lo scudo, bastone e calzari (sono in direzione della proboscide del primo elefante)
» riproducono il concetto paolino della vita cristiana «Rivestitevi di tutta l’armatura di Dio,
affinché possiate resistere alle insidie del diavolo. […] state dunque pronti alla battaglia
aspettando il nemico; calzate i piedi in preparazione del Vangelo di pace: in tutto date piglio
allo scudo della fede; e prendete la spada dello Spirito» (Paolo è cristiano di tradizione greca)
» scudo = fede; bastone = parola di Dio; calzari = cammino del cristiano durante la vita
» cavallo» per vincere il male, non basta indossare le armi spirituali, è necessario correre in maniera da
superare gli altri (al corridore per vincere il premio non è sufficiente entrare nello stadio)
» San Paolo «Non sapete che quelli che corrono nello stadio corrono veramente tutti ma uno solo
riporta il premio? Correte in guisa di far vostro il premio.»
» il cavallo rampante(alla sinistra del secondo atleta) simboleggia la passione dei sensiche, non
domati, conducono alla perdizione
» il cavallo del capitello della chiesa di S.Celso a Milano ravvisa la sensualità del cavallo che gli
uomini difficilmente tengono per le briglie, un uomo lo tiene fermo per una coscia » anche uno
degli atleti del mosaico di Otranto poggia un piede sulla coscia del cavallo (simbolo della
vittoria del cristiano sulla passione dei sensi)
» non è il cavallo bianco montato da Gesù Cristo trionfante, ma è calpestato » diventa simbolo
della passione domata dal guerriero cristiano
» Diana» Diana è la dea dalle tre sembianze della tradizione religiosa greca
» deificazione lunare + divinità vergine dei boschi + dea pagana della caccia (con arco e saetta)
» qui la si vede nell’atto di scagliare una freccia contro un cervo, già colpito da un altro dardo
» è il simbolo del paganesimo contro il cervo (simbolo di Cristo già nel testo biblico)
Audio Lezioni sulla Storia dell’arte del prof. Gaudio
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