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11 Giugno 2025ITALIANO Traccia ufficiale della prima prova scritta dell’Esame di Stato 2023 (Tipologia B testo argomentativo)
Testo integrale della traccia ufficiale per la Tipologia B2
SESSIONE ORDINARIA 2023 – PRIMA PROVA SCRITTA
Ministero dell’istruzione e del merito
PROPOSTA B2
Testo tratto da: Piero Angela, Dieci cose che ho imparato, Mondadori, Milano, 2022, pp.113-114.
TESTO
«In questo nuovo panorama, ci sono cambiamenti che “svettano” maggiormente rispetto ad altri. Uno è la diminuzione del costo relativo delle materie prime e della manodopera rispetto al “software”, cioè alla conoscenza, alla creatività. Questo sta succedendo anche in certe produzioni tradizionali, come quelle di automobili, ma soprattutto per i prodotti della microelettronica, come telefonini, tablet, computer. Si è calcolato che nel costo di un computer ben il 90% sia rappresentato dal software, cioè dalle prestazioni del cervello. Quindi l’elaborazione mentale sta diventando la materia prima più preziosa.
Uno studio della Banca mondiale ha recentemente valutato che l’80% della ricchezza dei paesi più avanzati è “immateriale”, cioè è rappresentata dal sapere. Ed è questo che fa la vera differenza tra le nazioni.
La crescente capacità di innovare sta accentuando quella che gli economisti chiamano la “distruzione creativa”, vale a dire l’uscita di scena di attività obsolete e l’ingresso di altre, vincenti. Pericolo a cui vanno incontro tante aziende che oggi appaiono solide e inattaccabili. Si pensi a quello che è successo alla Kodak, un gigante mondiale della fotografia che pareva imbattibile: in pochi anni è entrata in crisi ed è fallita. L’enorme mercato della pellicola fotografica è praticamente scomparso e la Kodak non è riuscita a restare competitiva nel nuovo mercato delle macchine fotografiche digitali. Dei piccoli cervelli creativi hanno abbattuto un colosso planetario.
Per questo è così importante il ruolo di chi ha un’idea in più, un brevetto innovativo, un sistema produttivo più intelligente. Teniamo presente che solo un sistema molto efficiente è in grado di sostenere tutte quelle attività non direttamente produttive (a cominciare da quelle artistiche e culturali) cui teniamo molto, ma che dipendono dalla ricchezza disponibile.»
COMPRENSIONE E ANALISI
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
- Riassumi il contenuto del brano e individua la tesi con le argomentazioni a supporto.
- Quali sono le conseguenze della cosiddetta ‘distruzione creativa’?
- Cosa intende Piero Angela con l’espressione ‘ricchezza immateriale’?
- Esiste un rapporto tra sistema efficiente e ricchezza disponibile: quale caratteristica deve possedere, a giudizio dell’autore, un ‘sistema molto efficiente’?
PRODUZIONE
Nel brano proposto Piero Angela (1928-2022) attribuisce un valore essenziale alla creatività umana nella corsa verso l’innovazione.
Condividi le considerazioni contenute nel brano?
Elabora un testo in cui esprimi le tue opinioni sull’argomento organizzando la tua tesi e le argomentazioni a supporto in un discorso coerente e coeso.
INDICAZIONI PER LA PRODUZIONE
- Struttura: Introduzione con presentazione della tesi, sviluppo argomentativo, conclusione
- Possibili sviluppi tematici:
- Il ruolo della creatività nell’economia moderna
- Innovazione tecnologica e trasformazione del mercato del lavoro
- La “knowledge economy” e le sue implicazioni sociali
- Esempi di “distruzione creativa” nel mondo contemporaneo
- Il rapporto tra innovazione e sostenibilità delle attività culturali
- Formazione e competenze per il futuroollati Boringhieri editore, Torino 2011, p. 11/2.
📝SVOLGIMENTO
Analisi del testo “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela
Il brano tratto da “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela offre una lucida disamina delle trasformazioni economiche e sociali in atto nel mondo contemporaneo, ponendo l’accento sul crescente valore della conoscenza e della creatività nell’era dell’innovazione. L’autore sottolinea come la “distruzione creativa” stia ridefinendo il panorama produttivo, rendendo l’elaborazione mentale la “materia prima più preziosa” e la vera chiave della competitività per le nazioni.
Comprensione e Analisi
1. Riassumi il contenuto del brano e individua la tesi con le argomentazioni a supporto.
Il brano di Piero Angela analizza i cambiamenti nel panorama economico globale, evidenziando una significativa diminuzione del costo relativo delle materie prime e della manodopera rispetto al “software”, inteso come conoscenza e creatività. Questa tendenza è particolarmente evidente nell’elettronica (telefoni, computer), dove il “software” può rappresentare fino al 90% del costo di un prodotto, ma si manifesta anche in settori tradizionali come l’automotive. La conseguenza è che l’elaborazione mentale, il sapere, è diventata la “materia prima più preziosa”, costituendo l’80% della ricchezza immateriale dei paesi avanzati e facendo la vera differenza tra le nazioni. Angela introduce poi il concetto di “distruzione creativa”, che descrive l’obsolescenza e l’uscita di scena di attività superate, sostituite da nuove attività vincenti, citando il fallimento di Kodak come esempio di un colosso abbattuto da “piccoli cervelli creativi” nel passaggio alla fotografia digitale. L’autore conclude sottolineando l’importanza del ruolo di chi possiede idee e brevetti innovativi, e l’esigenza di un “sistema molto efficiente” per sostenere anche le attività non direttamente produttive, come quelle artistiche e culturali.
La tesi principale di Piero Angela è che la conoscenza, la creatività e l’innovazione (“software” e “elaborazione mentale”) sono diventate la materia prima più preziosa e la vera fonte di ricchezza e competitività per le nazioni avanzate.
Le argomentazioni a supporto sono:
- Diminuzione del costo relativo di materie prime e manodopera: Il loro peso sul costo finale di un prodotto è diminuito rispetto al valore della conoscenza e della creatività.
- Peso del software nei prodotti tecnologici: Esempi come il computer, dove il 90% del costo è software, dimostrano il valore predominante dell’elaborazione mentale.
- Valutazione della Banca Mondiale: L’80% della ricchezza dei paesi avanzati è “immateriale” e rappresentata dal sapere.
- Concetto di “distruzione creativa”: L’innovazione provoca l’obsolescenza di attività consolidate, creando spazio per nuove realtà. L’esempio di Kodak, fallita per non aver saputo adattarsi al digitale, illustra come la mancanza di innovazione sia fatale anche per i giganti.
- Importanza di idee e brevetti: Un sistema efficiente dipende dalla capacità di chi ha un’idea in più o un sistema produttivo più intelligente.
- Dipendenza delle attività non produttive: Le attività artistiche e culturali, pur preziose, dipendono dalla ricchezza prodotta da un sistema economico efficiente.
2. Quali sono le conseguenze della cosiddetta ‘distruzione creativa’?
Le conseguenze della “distruzione creativa” (un concetto economico introdotto da Joseph Schumpeter) sono:
- Uscita di scena di attività obsolete: Le attività produttive che non riescono ad innovare o ad adattarsi ai nuovi paradigmi economici e tecnologici sono destinate a scomparire o a perdere rilevanza.
- Ingresso di nuove attività vincenti: Al posto delle attività obsolete, emergono e prosperano nuove attività, prodotti e servizi che sono più innovativi, efficienti o rispondenti alle nuove esigenze del mercato.
- Rischio di fallimento per aziende consolidate: Anche “tante aziende che oggi appaiono solide e inattaccabili” sono esposte a questo pericolo. L’esempio della Kodak, un gigante mondiale della fotografia (settore della pellicola) che è fallito per non essere riuscito a restare competitivo nel mercato delle macchine fotografiche digitali, è emblematico di questa conseguenza.
- Ribaltamento degli equilibri di potere: La “distruzione creativa” può portare al crollo di colossi apparentemente imbattibili, abbattuti da “piccoli cervelli creativi”, evidenziando come l’innovazione possa sovvertire gerarchie consolidate e permettere l’affermazione di nuovi attori.
In sintesi, la distruzione creativa è un processo di rinnovamento dinamico e inarrestabile del sistema economico, che porta al declino del vecchio e all’ascesa del nuovo, con effetti disruptive su aziende, mercati e occupazione.
3. Cosa intende Piero Angela con l’espressione ‘ricchezza immateriale’?
Con l’espressione “ricchezza immateriale”, Piero Angela intende il valore economico e competitivo che non è costituito da beni fisici, materie prime, manodopera o capitali tangibili, ma piuttosto da elementi intangibili legati alla conoscenza, all’intelletto, alla creatività e all’innovazione.
Il testo lo esplicita attraverso due esempi:
- Il “software”: Nell’esempio del computer, il 90% del costo è attribuito al software, cioè alle “prestazioni del cervello”, ovvero al lavoro intellettuale di programmazione, design, ricerca e sviluppo.
- Il “sapere”: Uno studio della Banca Mondiale ha valutato che l’80% della ricchezza dei paesi più avanzati è “immateriale” e “è rappresentata dal sapere”. Qui il sapere è inteso in senso lato: competenze, brevetti, idee innovative, capacità organizzative, proprietà intellettuali.
In pratica, la ricchezza immateriale è il capitale umano, la capacità di generare idee, di innovare, di creare valore attraverso processi mentali e conoscenze specialistiche, che oggi rappresenta la vera “differenza tra le nazioni” e la materia prima più preziosa.
4. Esiste un rapporto tra sistema efficiente e ricchezza disponibile: quale caratteristica deve possedere, a giudizio dell’autore, un ‘sistema molto efficiente’?
Sì, esiste un rapporto diretto e fondamentale tra un sistema efficiente e la ricchezza disponibile, secondo Piero Angela. Egli afferma che “solo un sistema molto efficiente è in grado di sostenere tutte quelle attività non direttamente produttive (a cominciare da quelle artistiche e culturali) cui teniamo molto, ma che dipendono dalla ricchezza disponibile.”
A giudizio dell’autore, un “sistema molto efficiente” deve possedere la caratteristica di essere capace di generare una grande quantità di ricchezza. Questa capacità di generare ricchezza deriva principalmente dalla sua attitudine a:
- Valorizzare l’innovazione e la creatività: Il sistema deve essere in grado di riconoscere e sostenere “chi ha un’idea in più, un brevetto innovativo, un sistema produttivo più intelligente”. Questo significa investire nella ricerca e sviluppo, nell’istruzione di alto livello, nel problem solving creativo.
- Adattarsi ai cambiamenti e abbracciare la “distruzione creativa”: Un sistema efficiente non si aggrappa al passato, ma è agile nel lasciare che attività obsolete “escano di scena” e che nuove attività “vincenti” entrino sul mercato. È un sistema che non teme il cambiamento, ma lo cavalca.
- Massimizzare il valore del “software” (conoscenza): Deve essere un sistema che riconosce e investe nel valore dell’elaborazione mentale, rendendola la sua principale “materia prima”.
In sintesi, un sistema efficiente, per Angela, non è solo quello che produce di più o a minor costo, ma quello che produce ricchezza in modo “intelligente”, basandosi sulla conoscenza e sull’innovazione, perché è questa ricchezza immateriale che consente poi di sostenere anche tutti quegli aspetti (arte, cultura, benessere sociale) che non sono direttamente produttivi ma che sono essenziali per la qualità della vita di una nazione.
Produzione
L’Era della Mente: Creatività e Innovazione come Nuove Frontiere della Ricchezza Umana
Il brano di Piero Angela da “Dieci cose che ho imparato” si rivela un’analisi perspicace e lungimirante delle dinamiche economiche contemporanee. L’autore attribuisce un valore essenziale alla creatività umana nella corsa verso l’innovazione, affermando che l’elaborazione mentale è diventata la “materia prima più preziosa” e la vera fonte della ricchezza delle nazioni avanzate. Condivido appieno queste considerazioni, convinto che il futuro appartenga a quelle società e a quegli individui capaci di generare idee, di innovare e di adattarsi ai rapidi cambiamenti, trasformando la conoscenza in valore. Questa prospettiva, pur presentando delle sfide, apre orizzonti affascinanti sulla valorizzazione del potenziale umano.
Il primo punto che mi trova pienamente concorde è la diminuzione del costo relativo delle materie prime e della manodopera rispetto al “software”, inteso come conoscenza e creatività. Oggi, il valore aggiunto di molti prodotti non risiede tanto nel materiale di cui sono fatti o nelle ore di lavoro manuale impiegate, quanto nell’ingegno, nella ricerca e nello sviluppo che vi sono stati incorporati. L’esempio del computer, il cui 90% del costo è dato dal software, è illuminante. Pensiamo anche al settore dell’intrattenimento, dove un’applicazione, un videogioco o un film d’animazione possono generare miliardi di valore basandosi quasi esclusivamente sulla creatività e sulle prestazioni del cervello umano. Questo aspetto ha un impatto profondo anche sull’economia italiana: un paese come il nostro, povero di materie prime, può e deve puntare sulla “ricchezza immateriale” – il design, l’ingegneria, l’arte, la moda, il cibo di qualità – dove la creatività e il “saper fare” sono le vere risorse competitive. La mia esperienza di studente mi ha portato a confrontarmi con l’importanza crescente delle “soft skills” e della capacità di problem solving creativo, elementi che prima erano secondari rispetto alla mera acquisizione di nozioni.
La “distruzione creativa”, concetto centrale nell’analisi di Angela, è una realtà ineludibile dell’economia moderna. Il caso Kodak è un monito potente: anche un’azienda leader e apparentemente inattaccabile può crollare se non riesce a innovare e ad adattarsi ai cambiamenti tecnologici e di mercato. Questo fenomeno si estende a molti settori: l’intelligenza artificiale e la robotica stanno trasformando industrie intere, rendendo obsolete alcune professioni e creandone di nuove. Non è un processo indolore, e le sue conseguenze sociali richiedono politiche attive per la riqualificazione dei lavoratori e la creazione di nuove opportunità. Tuttavia, è un processo inevitabile: la creatività di “piccoli cervelli” può effettivamente abbattere “colossi planetari”, democratizzando in parte il potere innovativo e spingendo le aziende a una costante ricerca di eccellenza.
La riflessione di Angela sulla necessità di un “sistema molto efficiente” per sostenere le attività non direttamente produttive, come quelle artistiche e culturali, è un punto cruciale. Se il benessere di una società si misura anche dalla sua capacità di investire in cultura, in bellezza, in ricerca fondamentale che non ha un’immediata applicazione commerciale, allora è fondamentale che l’economia sia in grado di generare la ricchezza necessaria per sostenere tali attività. Un sistema che valorizza la creatività e l’innovazione è un sistema che, producendo ricchezza immateriale, può poi reinvestire in quei settori che non generano profitto diretto ma che sono vitali per la qualità della vita, per lo sviluppo del pensiero critico e per la costruzione di una società più ricca e consapevole. Questo è un aspetto che spesso viene trascurato nel dibattito pubblico, focalizzato solo sul PIL, senza considerare il “bene” intrinseco che la cultura e l’arte rappresentano.
In conclusione, le considerazioni di Piero Angela offrono una visione stimolante del futuro. L’era in cui viviamo è quella della mente, dove la creatività e la conoscenza sono le risorse più preziose. Questo impone alle nazioni di investire nell’istruzione, nella ricerca, nella formazione di talenti capaci di generare idee e innovazione. Al tempo stesso, richiede una capacità di adattamento ai processi di “distruzione creativa”, che trasformano costantemente il paesaggio economico. Solo un sistema che sappia valorizzare appieno il potenziale intellettuale e creativo dei suoi cittadini, e che sia in grado di tradurre questo in ricchezza “immateriale”, potrà sostenere non solo la propria competitività economica, ma anche la vitalità delle sue attività culturali e artistiche, garantendo un futuro di benessere e progresso per l’umanità intera.