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28 Maggio 2025ITALIANO Traccia ufficiale della prima prova scritta dell’Esame di Stato 2018 (Tipologia B ambito socio-economico)
Testo integrale della traccia ufficiale per la Tipologia B – “Saggio breve” o “Articolo di giornale” , relativo al secondo ambito socio-economico , tratto dalla prima prova scritta dell’Esame di Stato 2018 :
TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
Scegli uno dei quattro ambiti proposti e sviluppa il relativo argomento in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale» , utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» , argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale» , indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo .
2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO
ARGOMENTO:
La “creatività” è la straordinaria dote – squisitamente umana – di immaginare; risultato di una formula complessa, frutto del talento e del caso.
DOCUMENTI
«Nell’Ottocento, quando Karl Marx scriveva Il Capitale , il valore aggiunto della produzione industriale nelle economie occidentali proveniva principalmente dal capitale fisico, composto da macchinari e infrastrutture. Le imprese che avevano più macchinari erano quelle più produttive. La forza operaia era omogenea e numerosa e il fattore economico più prezioso era appunto il capitale fisico. […] In anni recenti, la competizione si è spostata a favore del capitale umano […]. Il fattore economico più prezioso non è il capitale fisico, o qualche materia prima, ma la creatività. […] Come mai in passato, la creazione di valore economico dipende dal capitale umano e dal talento. Il rendimento economico dell’innovazione non è mai stato tanto alto e il compenso ottenuto da chi la genera è anch’esso lievitato. […]
Nei prossimi decenni queste dinamiche si rafforzeranno negli Stati Uniti e si diffonderanno negli altri Paesi occidentali. La competizione globale sarà incentrata sulla capacità di attrarre capitale umano e imprese innovative. Il numero e la forza dei distretti dell’innovazione di un Paese ne decreteranno la fortuna o il declino.»
Enrico MORETTI , Il neolavoro. La creatività è il vero capitale.
Le fabbriche si spostano o si svuotano. Conoscenza e talento generano reddito ,
“La Lettura” – Corriere della Sera, 21 febbraio 2016, pp. 54/5.
«Se si vuole essere creativi, bisogna recuperare una certa dose di noia creatrice che era propria dell’otium (1). È solo quando vi sono le condizioni e il tempo di riflettere, recuperando il taedium vitae (2) – che per Seneca era l’opportunità di “frequentare se stessi” (secum morari ) (3) – che possono rivelarsi intuizioni preziose, soluzioni impreviste. Così il cervello ha l’opportunità di “creare”. Verbo affascinante, che apre spiragli straordinari, connessi alla capacità umana di immaginare; verbo tanto inquietante da essere censurato in certe comunità, poiché di pertinenza esclusiva del divino. Eppure squisitamente umano: saper creare è una qualità che appartiene a tutti e può rivelarsi in relazione alle capacità individuali e all’occasionalità.»
NOTE:
(1) Inazione, riposo dall’attività e dagli affari. Libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali.
(2) Atteggiamento spirituale di sconforto nei confronti della vita.
(3) Dimorare con se stessi, avere il coraggio di intrattenersi con i propri pensieri.
Carlo BORDONI , La noia creatrice ,
“La lettura” – Corriere della Sera, 1 ottobre 2017, pp. 6/7
«Non conosco alcun metodo che abbia mai aperto la strada a qualche invenzione; né alcuna invenzione trovata con metodo. Al contrario, il rischio ingenerato dall’esodo, termine opposto al metodo, va verso biforcazioni talvolta ricche di una informazione inattesa […]. Metodica e ordinata, la ragione segue delle leggi, mentre l’invenzione, esodica (1), contingente, caotica, va come il tempo del mondo. Esemplarmente inventivo, il Grande Racconto segue infatti la serendipità (2). Dio sa giocare a dadi.»
NOTE:
(1) “… che va fuori” … dagli schemi … dalle regole …
(2) «Con questa parola la lingua inglese definisce un percorso senza mappa, contrario a quello che chiamiamo “metodo”, una caccia quasi a caso, che fa sì che ci si imbatta in ciò che non si sta cercando, ma una caccia mossa dal fuoco della passione e dal paziente lavoro di ricerca.» (ivi, p. 113)
Michel SERRES , Il mancino zoppo . Dal metodo non nasce niente.
Bollati Boringhieri editore, Torino 2016, p. 114.
«La doppia vita di ogni ricerca, il suo doppio piacere e il suo doppio dovere starebbero in questo: non perdere la pazienza del metodo, la lunga durata dell’idea fissa, l’ostinazione delle preoccupazioni dominanti, il rigore delle cose pertinenti; ma non perdere neppure l’impazienza o l’impertinenza delle cose fortuite, il tempo breve delle scoperte, l’imprevisto degli incontri, cioè gli accidenti di percorso. È un dovere paradossale, difficile da onorare proprio a causa dei suoi due estremi – le sue due temporalità – contraddittori. Ci sono tempi per esplorare la strada maestra, e tempi per scrutare le vie laterali. E, forse, i tempi più intensi sono quelli in cui il richiamo delle vie laterali ci porta a cambiare strada maestra, o piuttosto a farcela scoprire per ciò che era già ma ancora non comprendevamo. In quel momento, il disorientamento dell’accidentale fa apparire la sostanza stessa del percorso, il suo orientamento fondamentale.»
Georges DIDI-HUBERMAN , La conoscenza accidentale ,
Bollati Boringhieri editore, Torino 2011, p. 11/2.
📝SVOLGIMENTO
La creatività: motore dell’innovazione e della crescita economica
Introduzione
La creatività è una dote squisitamente umana, capace di immaginare nuove realtà e soluzioni innovative. Negli ultimi decenni, essa ha assunto un ruolo centrale nell’economia globale, sostituendo il tradizionale capitale fisico con il capitale umano come fonte principale di valore aggiunto. Questo saggio esplora l’importanza della creatività nel contesto socio-economico contemporaneo, analizzando il suo impatto sull’innovazione e sullo sviluppo economico.
La transizione dal capitale fisico al capitale umano
Nell’Ottocento, durante l’epoca industriale, la produzione economica dipendeva principalmente dal capitale fisico, rappresentato da macchinari e infrastrutture. Le imprese più produttive erano quelle che possedevano maggiori risorse materiali. Tuttavia, negli anni recenti, il panorama economico è profondamente cambiato: la competizione si è spostata a favore del capitale umano, dove la creatività è diventata il fattore economico più prezioso. Enrico Moretti, in Il neolavoro , evidenzia come la creazione di valore economico oggi dipenda sempre di più dal talento e dall’innovazione. I paesi che riescono ad attrarre individui creativi e imprese innovative sono destinati a prosperare, mentre quelli che non lo fanno rischiano il declino.
La creatività e il ruolo della noia
Secondo Carlo Bordoni, autore de La noia creatrice , per essere creativi è necessario recuperare una certa dose di noia, intesa come momento di riflessione e introspezione. La capacità di “frequentare se stessi”, come suggerito da Seneca, permette di rivelare intuizioni preziose e soluzioni impreviste. Il cervello, quando ha l’opportunità di “creare”, apre spiragli straordinari legati alla capacità umana di immaginare. Questo processo, pur essendo affascinante, può risultare inquietante in alcune comunità, dove la creatività è vista come una prerogativa esclusiva del divino.
Metodo e serendipità: due dimensioni della creatività
Michel Serres, in Il mancino zoppo , sottolinea che nessuna invenzione è mai stata trovata seguendo un metodo rigido. Al contrario, le scoperte spesso derivano da percorsi non lineari e caotici, guidati dalla serendipità, ovvero la capacità di imbattersi in ciò che non si sta cercando. Questo approccio richiede pazienza e ostinazione, ma anche la disponibilità a esplorare vie laterali e imprevisti. Georges Didi-Huberman, in La conoscenza accidentale , descrive questa dualità come una “doppia vita” della ricerca, dove coesistono il rigore del metodo e la spontaneità degli incontri fortuiti.
Conclusione
In sintesi, la creatività rappresenta oggi il motore principale dell’innovazione e della crescita economica. Essa richiede non solo talento e impegno, ma anche il coraggio di abbandonare gli schemi tradizionali e di intraprendere percorsi inattesi. Per favorire questo processo, è fondamentale creare ambienti che promuovano la riflessione, l’autonomia e la libertà di esprimere idee innovative. Solo attraverso un equilibrio tra metodo e casualità potremo continuare a progredire nel complesso scenario socio-economico contemporaneo.