Un vecchio innamorato da una commedia di Plauto
28 Dicembre 2019Metateatro, musica, stile e lingua in Plauto
28 Dicembre 2019Questo è un passaggio dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, precisamente l’inizio del Canto VI del Purgatorio.
Il testo descrive alcune anime che Dante incontra nel Purgatorio e tocca temi importanti come la preghiera, la giustizia divina e la redenzione.
Si tratta di un momento in cui Dante incontra diverse anime nel secondo cerchio del Purgatorio, quello dedicato agli spiriti che si sono pentiti in extremis o che hanno subito una morte violenta. Esaminiamo i versi nel dettaglio:
Ecco una breve analisi del contenuto:
- Versi 1-9: Dante usa una metafora del gioco d’azzardo (zara) per descrivere la scena delle anime che chiedono preghiere.
- Versi 10-15: Il poeta descrive se stesso in mezzo alla folla di anime, promettendo preghiere per liberarsi da loro. Menziona alcune anime specifiche, tra cui l’Aretino (probabilmente Benincasa da Laterina) e Federico Novello.
- Versi 16-24: Continua l’elenco di anime, includendo Orso degli Alberti e Pierre de la Brosse.
- Versi 25-33: Dante solleva una questione teologica a Virgilio: se la preghiera può cambiare il decreto divino.
- Versi 34-41: Virgilio risponde, spiegando che le preghiere non alterano il giudizio divino, ma possono accelerare la purificazione delle anime.
Parafrasi
Quando si parte il gioco de la zara, colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; Quando finisce il gioco dei dadi (zara), il giocatore che ha perso rimane triste e sconsolato, ripensando alle sue mosse e imparando amaramente dalla sconfitta.
con l’altro se ne va tutta la gente; qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, e qual dallato li si reca a mente; Invece, intorno al vincitore si raduna tutta la folla; alcuni lo precedono, altri gli camminano dietro, e alcuni si ricordano di lui camminandogli a fianco.
el non s’arresta, e questo e quello intende; a cui porge la man, più non fa pressa; e così da la calca si difende. Il vincitore non si ferma, ascolta chi gli si rivolge, ma non è oppresso dalla folla e riesce a difendersi da essa.
Tal era io in quella turba spessa, volgendo a loro, e qua e là, la faccia, e promettendo mi sciogliea da essa. Così mi sentivo io in quella folla d’anime, rivolgendomi a loro con lo sguardo da una parte e dall’altra, e promettendo di pregare per loro per allontanarmi da quella calca.
Quiv’era l’Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, e l’altro ch’annegò correndo in caccia. Qui c’era Benincasa da Arezzo, che morì per mano violenta di Ghino di Tacco, e un altro che annegò durante una caccia.
Quivi pregava con le mani sporte Federigo Novello, e quel da Pisa che fé parer lo buon Marzucco forte. Qui pregava anche Federigo Novello con le mani tese, e colui di Pisa che rese famoso Marzucco per la sua forza d’animo.
Vidi conte Orso e l’anima divisa dal corpo suo per astio e per inveggia, com’e’ dicea, non per colpa commisa; Vidi anche il conte Orso, che mi raccontò che la sua anima era stata separata dal corpo per invidia e odio altrui, non per una colpa sua.
Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, mentr’è di qua, la donna di Brabante, sì che però non sia di peggior greggia. Parlo di Pier da la Broccia; e spero che la moglie del duca di Brabante, ancora in vita, faccia attenzione a non cadere nello stesso destino, affinché non finisca in una sorte peggiore.
Come libero fui da tutte quante quell’ombre che pregar pur ch’altri prieghi, sì che s’avacci lor divenir sante, Quando mi fui liberato da tutte quelle anime che pregano solo affinché altri preghino per loro, così da accelerare il loro passaggio al cielo,
io cominciai: “El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; iniziai a parlare: “O mio maestro, sembra che tu mi neghi, in alcuni tuoi scritti, che il decreto del cielo possa essere modificato dalle preghiere;
e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana, o non m’è ’l detto tuo ben manifesto?”. eppure queste anime pregano proprio per questo: la loro speranza è quindi vana, oppure non ho capito bene le tue parole?”.
Ed elli a me: “La mia scrittura è piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; E lui mi rispose: “I miei scritti sono chiari, e la speranza di queste anime non è vana, se si guarda con mente sana;
ché cima di giudicio non s’avvalla perché foco d’amor compia in un punto ciò che de’ sodisfar chi qui s’astalla; perché il vertice del giudizio divino non si abbassa, ma l’amore ardente può compiere in un istante ciò che deve essere soddisfatto da chi è qui nel Purgatorio;
e là dov’io fermai cotesto punto, non s’ammendava, per pregar, difetto, perché ’l priego da Dio era disgiunto.” e là dove ho fissato quel punto, le preghiere non potevano correggere la colpa, perché quelle preghiere erano separate dalla volontà di Dio.”
Analisi e Commento
Dante utilizza la metafora del gioco dei dadi per descrivere la situazione degli spiriti nel Purgatorio, confrontando i penitenti con un giocatore sconfitto che rimane amareggiato. I vincitori (coloro che stanno per raggiungere il Paradiso) attirano invece l’attenzione e la simpatia degli altri, che li circondano come fanno i giocatori intorno al vincitore.
In questa sezione, Dante si confronta con un tema teologico fondamentale: l’efficacia delle preghiere per i morti. Egli pone una domanda a Virgilio, il suo maestro: se le preghiere possono realmente influenzare il giudizio divino. Virgilio chiarisce che, sebbene il giudizio di Dio sia immutabile, l’amore può accelerare il processo di purificazione, purché il peccato non sia troppo grave.
Le anime che Dante incontra sono personaggi storici, spesso legati a eventi violenti o tragici, come Benincasa da Arezzo o Ghino di Tacco, e tutti pregano per un’accelerazione del loro processo di purificazione. Dante, in questo dialogo con Virgilio, mette in evidenza il tema della speranza, che è centrale nel Purgatorio, dove le anime sono consapevoli che raggiungeranno la beatitudine, ma dipendono anche dalle preghiere dei vivi per affrettare questo processo.
In sintesi, questi versi sono ricchi di riflessioni teologiche e di immagini potenti che esemplificano il tema della purificazione e della speranza nell’intervento della grazia divina attraverso l’amore e la preghiera.
Questo passaggio è significativo per la sua riflessione sulla natura della preghiera e sul suo ruolo nel processo di purificazione delle anime nel Purgatorio. Inoltre, offre uno spaccato della società medievale attraverso i personaggi menzionati.