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Legislazione sul carcere
1) primo punto di riferimento (come sempre) la Costituzione che recita all’articolo 13 comma 4
· E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà
e all’articolo 27:
· Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
Non è ammessa la pena di morte.
2) poi la Legge n. 354 del 1975 “Ordinamento Penitenziario”, che introduce i magistrati di sorveglianza, gli educatori, ecc… e prevede già la possibilità del “lavoro all’esterno” nell’articolo 21
3) la Legge Gozzini del 1986
4) il Decreto Antimafia del 1992 e il 41-bis CARCERE DURO
L’articolo 41-bis (comunemente chiamato carcere duro) fa riferimento ad una disposizione normativa della Repubblica Italiana, previsto dell’ordinamento penitenziario italiano.
L’art. 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario venne introdotto dalla legge Gozzini, e riguardava inizialmente soltanto le situazioni di rivolta o altre gravi situazioni di emergenza interna alle carceri italiane. A seguito della strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, fu introdotto dal d.l. 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto Decreto antimafia Martelli-Scotti), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356, un secondo comma al 41-bis, che consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento e gli istituti dell’ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell’organizzazione criminale mafiosa. (fonte: WIKIPEDIA)
L’art. 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario venne introdotto dalla legge Gozzini, e riguardava inizialmente soltanto le situazioni di rivolta o altre gravi situazioni di emergenza interna alle carceri italiane. A seguito della strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, fu introdotto dal d.l. 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto Decreto antimafia Martelli-Scotti), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356, un secondo comma al 41-bis, che consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento e gli istituti dell’ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell’organizzazione criminale mafiosa. (fonte: WIKIPEDIA)
5) il DDL Berselli del 2008 il parlamentare Berselli di Alleanza Nazionale propone un restringimento delle misure di “apertura” del carcere della Legge Gozzini. Il libro “Diritti e castighi” è stato scritto nel 2009, quando ancora si paventava il rischio di un ridimensionamento della Legge Gozzini, con il DDL Berselli. Le vicende politiche (e il continuo sovraffollamento delle carceri) negli anni seguenti, portarono in una direzione opposta. Infatti, non solo non si ebbe una restrizione, ma un allargamento e un aumento delle misure alternative (ad esempio, detenzione domiciliare speciale). Successivamente, di fronte alle condanne dell’Italia da parte dell’ Europa, nel 2013 sono state superate le restrizioni alle misure alternative alla detenzione in carcere derivanti dalla legge ex Cirielli, e nel 2014 il Governo ha ricevuto delega per provvedere a futuri ampliamenti della possibilità di scontare le condanne minori tramite pene alternative.