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28 Dicembre 2019La liberazione del gigante è un romanzo storico scritto da Louis de Wohl, pubblicato nel 1959, che narra la vita di San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi e filosofi della storia.
De Wohl combina storia e narrativa, cercando di mettere in evidenza sia la grandezza intellettuale di Tommaso d’Aquino che il suo lato umano. Il titolo “La liberazione del gigante” si riferisce metaforicamente al processo di liberazione del potenziale intellettuale e spirituale di Tommaso, intrappolato da vincoli esterni, come le aspettative della sua famiglia nobile e le resistenze iniziali della Chiesa.
Riassunto
Il romanzo racconta la vita di San Tommaso d’Aquino, un giovane nobile cresciuto in Italia nel XIII secolo. Nato nella potente famiglia d’Aquino, Tommaso viene mandato sin da giovane a studiare presso l’Abbazia di Montecassino, ma dimostra presto un’inclinazione particolare per la riflessione filosofica e teologica.
Nonostante le aspettative della sua famiglia, che desidera per lui una carriera politica o ecclesiastica di alto livello, Tommaso sente una forte vocazione per entrare nell’ordine dei Domenicani, un gruppo mendicante dedito alla povertà e alla predicazione. Questo desiderio lo porta a un duro conflitto con la sua famiglia, che tenta persino di imprigionarlo e piegarlo alla propria volontà. Nonostante le difficoltà, Tommaso rimane fermo nella sua decisione e, con il tempo, riesce a entrare nell’ordine.
La sua vocazione lo porta a Parigi e poi in diverse università europee, dove entra in contatto con le opere di Aristotele e con la filosofia araba, in particolare le opere di Averroè. Tommaso cerca di conciliare il pensiero aristotelico, che stava cominciando a dominare il mondo intellettuale europeo, con la teologia cristiana. La sua missione è dimostrare che la fede e la ragione non sono in contrasto, ma possono collaborare per arrivare alla verità.
Durante il suo cammino, Tommaso deve affrontare numerose sfide: il sospetto della Chiesa verso la filosofia aristotelica, la forte influenza della filosofia di Averroè e le divisioni tra coloro che sostengono una visione razionalista del mondo e coloro che sono più inclini a un approccio puramente teologico. Tommaso diventa un grande insegnante e scrittore, nonché uno dei più importanti teologi della storia cristiana, lasciando un’eredità intellettuale immensa.
Il titolo del romanzo, La liberazione del gigante, simboleggia il percorso di Tommaso nel liberare la sua mente e il suo spirito dalle pressioni esterne e dalle false dicotomie tra fede e ragione. Il “gigante” è la sua immensa capacità intellettuale, che alla fine trova la sua strada verso una sintesi che avrà un impatto duraturo sulla Chiesa e sulla filosofia occidentale.
Temi principali
- Vocazione e conflitto familiare: La lotta interiore di Tommaso tra la sua chiamata religiosa e le aspettative della sua famiglia è uno dei temi centrali.
- Fede e ragione: Il romanzo esplora l’equilibrio che Tommaso cerca di trovare tra la teologia cristiana e la filosofia classica, specialmente quella di Aristotele e Averroè.
- Influenza culturale araba: Viene evidenziato il contributo degli studiosi arabi, in particolare di Averroè, nel portare la filosofia greca all’attenzione dell’Europa medievale.
Il romanzo mette in luce la straordinaria figura di Tommaso d’Aquino, rappresentandolo come un uomo di fede e di pensiero, il cui contributo filosofico e teologico continua a influenzare la Chiesa e il pensiero occidentale ancora oggi.
Rapporto tra San Tommaso d’Aquino e Federico II
Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, gioca un ruolo importante come sfondo politico e culturale del romanzo. Federico II era noto per la sua corte illuminata, dove convivevano filosofi, scienziati e traduttori di testi classici greci e arabi. Era un mecenate della cultura e della scienza, ma anche un sovrano in conflitto con il papato, il che creava tensioni tra l’autorità secolare e quella religiosa.
Nella trama del libro, anche se San Tommaso non interagisce direttamente con Federico II, il suo percorso di vita è influenzato dall’ambiente culturale creato dall’imperatore. Tommaso cresce nell’Italia meridionale, un’area sotto il controllo di Federico, dove la cultura araba e greca avevano una forte influenza. Questo contesto offre a Tommaso l’opportunità di entrare in contatto con una grande varietà di pensieri e tradizioni, inclusa la filosofia araba.
San Tommaso e la filosofia araba di Averroè
Uno degli aspetti centrali del romanzo è l’influenza della filosofia araba, in particolare quella di Averroè (Ibn Rushd), sulla riflessione teologica e filosofica di San Tommaso. Averroè era un commentatore delle opere di Aristotele e le sue idee avevano avuto una grande diffusione in Europa, grazie ai traduttori arabi e latini. Il pensiero di Averroè rappresentava una sfida per la Chiesa cattolica poiché proponeva una lettura razionalistica e a volte in contrasto con la dottrina cristiana.
Nel romanzo, la figura di San Tommaso emerge come quella di un giovane studioso che cerca di conciliare la ragione filosofica con la fede cristiana. De Wohl mostra come Tommaso, pur rispettando la grandezza di Aristotele e apprezzando i contributi degli studiosi musulmani come Averroè, cerchi di costruire una sintesi tra la filosofia greca, la cultura araba e la teologia cristiana. Il suo obiettivo non è rifiutare la filosofia araba, ma purificarla dagli errori che, secondo lui, erano contrari alla fede cattolica.
San Tommaso critica in particolare la teoria di Averroè della “doppia verità”, secondo la quale una cosa potrebbe essere vera in filosofia ma falsa in teologia, e viceversa. Tommaso sosteneva invece che la verità è unica e che la ragione e la fede non possono contraddirsi, ma devono essere in armonia.
In conclusione
- Federico II rappresenta un contesto culturale e politico ricco e complesso, dove il sapere greco e arabo circolava liberamente, influenzando anche la formazione di Tommaso. La figura di Federico rappresenta l’aspetto laico del potere e della conoscenza, spesso in conflitto con l’autorità religiosa.
- Averroè e la filosofia araba offrono a San Tommaso stimoli intellettuali che egli accoglie con rispetto, pur cercando di correggerne gli aspetti che percepisce come incompatibili con il cristianesimo. Nel romanzo, Tommaso emerge come un pensatore che tenta una conciliazione tra filosofia e teologia, rifiutando l’idea di una separazione tra le due sfere.
Il romanzo di de Wohl si concentra su questo equilibrio tra pensiero filosofico e teologico, mostrando come Tommaso lotti per far emergere una verità universale, capace di unire ragione e fede in un’epoca di grandi tensioni intellettuali.