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28 Dicembre 2019In una prospettiva moderna, guardare ai nostri antenati medievali per un aiuto nella comprensione della psiche sembrerebbe un passo indietro.
Quelli erano i giorni, pensiamo, in cui forze soprannaturali intervenivano nelle vicende umane, e con visioni della medicina, della biologia e della psicologia che colpiscono il lettore moderno come primitive e prescientifiche. Una visione progressista della conoscenza umana che la vede procedere inesorabilmente verso una maggiore comprensione suggerirebbe che abbiamo poco da imparare da una psicologia che risale ai giorni prima della scienza.
Eppure le idee sulla psiche nel periodo medievale, esso stesso un enorme arco di tempo (dal tardo periodo classico al XV secolo) che ha visto molti cambiamenti nel pensiero, erano molto più sofisticate di quanto quella caricatura permetterebbe. Qui, esponiamo alcuni importanti modelli medievali della psiche e le loro implicazioni per comprendere la memoria, l’immaginazione, l’emozione e le relazioni tra psiche e corpo.
Perché dovremmo guardare indietro alle idee medievali sulla psiche? Uno dei motivi è che il Medioevo ha visto un notevole impegno con le questioni della psiche, del corpo e degli affetti, e lo sviluppo di un pensiero sofisticato sulla psicologia – almeno tra le élite istruite, molti dei quali chierici, che hanno letto e scritto i testi che sono stati tramandati fino a noi. Un altro motivo è che i testi medievali aprono su una psicologia che non era dominata, come lo sono molti discorsi recenti, da nozioni essenzialmente cartesiane di dualismo psiche-corpo. Prima di Descartes, psiche e corpo erano interconnessi in modi che hanno un sapore straordinariamente moderno.
La comprensione della psicologia medievale, tuttavia, è irta di problemi. L’interpretazione di qualsiasi testo o immagine di così tanto tempo fa richiede uno spostamento dei sistemi di credenze, al fine di apprezzare l’ontologia e lo sfondo dei presupposti con cui operavano i pensatori medievali. I contesti sociali e culturali erano molto diversi. La scrittura medievale occidentale assumeva un mondo di pensiero cristiano e la scrittura era spesso vista come dominio degli uomini. La psicologia era soprattutto il regno dei teologi, interessati alle questioni del desiderio, della volontà, dell’intenzione, del peccato e della virtù. Non possiamo cercare uno spaccato diretto del pensiero medievale: gran parte della scrittura è di uomini religiosi, e le testimonianze personali e i resoconti dell’esperienza sono inevitabilmente filtrati attraverso ipotesi riguardanti genere, classe e credo religioso – oltre che genere.
Ma i rischi sono anche opportunità: la pietà medievale metteva in primo piano l’esperienza affettiva, la meditazione e la preghiera, e la necessità di evitare le distrazioni per rimanere concentrati su quei compiti. Possiamo anche guardare alla narrativa fantasiosa, che offre intuizioni particolarmente preziose sugli atteggiamenti e sull’esperienza culturale, sia di uomini che di donne, e che suggerisce come le idee di psiche, corpo e affetto siano state trasferite nella cultura secolare.
Audio Lezioni di Storia medievale del prof. Gaudio