
La fragilità
2 Giugno 2025
Donna di Umberto Saba
2 Giugno 2025Traccia svolta di un tema di attualità su La nostalgia
TRACCIA
Esempio di traccia di prova scritta del Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca
ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA C
RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITA’
La nostalgia fa parte della vita, come ne fa parte la memoria, della quale la nostalgia si nutre sulla scia dei ricordi che non dovremmo mai dimenticare, e che ci aiutano a vivere. Non c’è vita che non possa non essere attraversata dai sentieri talora luminosi e talora oscuri della nostalgia, e delle sue emozioni sorelle, come la malinconia, la tristezza, il rimpianto, il dolore dell’anima, la gioia e la letizia ferite, e sono molte le forme che la nostalgia assume nelle diverse stagioni della nostra vita. Andare alla ricerca delle emozioni, delle emozioni perdute, e la nostalgia ne è emblematica testimonianza, è compito di chiunque voglia conoscere le sconfinate aree dell’interiorità, e delle emozioni che ne fanno parte. Non dovremmo vivere senza una continua riflessione sulla storia della nostra vita, sul passato che la costituisce, e che la nostalgia fa rinascere, sulle cose che potevano essere fatte, e non lo sono state, sulle occasioni perdute, sulle cose che potremmo ancora fare, e infine sulle ragioni delle nostre nostalgie e dei nostri rimpianti. Non solo è possibile invece, ma è frequente, che si voglia sfuggire all’esperienza e alla conoscenza di quello che siamo stati nel passato, e di quello che siamo ora.
La nostalgia ha come sua premessa la memoria che ne è la sorgente. Se la memoria è incrinata, o lacerata, dalle ferite che la malattia, o la sventura, trascina con sé, come sarebbe mai possibile riconoscere in noi le tracce della nostalgia? Dalla memoria emozionale, certo, dalla memoria vissuta, sgorgano le sorgenti della nostalgia, e non dalla memoria calcolante, dalla memoria dei nomi e dei numeri, che nulla ha a che fare con quella emozionale; ma il discorso, che intende riflettere sul tema sconfinato della memoria, mirabilmente svolto da sant’Agostino nelle Confessioni, ha bisogno di tenerne presenti la complessità e la problematicità.
Eugenio Borgna, La nostalgia ferita, Einaudi, Torino 2018, pp. 67-69
Eugenio Borgna, psichiatra e docente, in questo passo riflette sulla nostalgia. A qualunque età si può provare nostalgia di qualcosa che si è perduto: di un luogo, di una persona, dell’infanzia o dell’adolescenza, di un amore, di un’amicizia, della patria. Non soffocare «le emozioni perdute», testimoniate dalla nostalgia, consente di scandagliare l’interiorità e di riflettere sulla «storia della nostra vita», per comprendere chi siamo stati e chi siamo diventati.
Condividi le riflessioni di Borgna? Pensi anche tu che la nostalgia faccia parte della vita e che ci aiuti a fare i conti continuamente con la complessità dei ricordi e con la nostra storia personale?
Sostieni con chiarezza il tuo punto di vista con argomenti ricavati dalle tue conoscenze scolastiche ed extrascolastiche e con esemplificazioni tratte dalle tue esperienze di vita.
Puoi articolare la struttura della tua riflessione in paragrafi opportunamente titolati e presentare la trattazione con un titolo complessivo che ne esprima in una sintesi coerente il contenuto.
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
SVOLGIMENTO
ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITA’
I Sentieri della Memoria: La Nostalgia come Bussola dell’Esistenza
Introduzione: L’Emozione che Ci Definisce
Le parole di Eugenio Borgna sulla nostalgia toccano una corda profonda dell’esperienza umana universale. Chi non ha mai provato quella dolce malinconia che nasce dal ricordo di momenti passati, di luoghi dell’infanzia, di persone che non ci sono più? La nostalgia, lungi dall’essere una semplice debolezza sentimentale o un inutile voltarsi indietro, rappresenta secondo lo psichiatra una componente essenziale della nostra umanità, un ponte tra ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati. Condivido pienamente questa visione: la nostalgia non è fuga dal presente, ma strumento di comprensione profonda di noi stessi.
La Nostalgia come Archeologia dell’Anima
Borgna definisce la nostalgia come il risultato di un’indagine nelle “sconfinate aree dell’interiorità”. Questa metafora è particolarmente efficace: come un archeologo che scava per riportare alla luce reperti del passato, così noi, attraverso la nostalgia, riscopriamo frammenti della nostra storia personale che altrimenti rimarrebbero sepolti nell’oblio.
Penso ai momenti in cui, sentendo una particolare melodia o respirando un profumo familiare, siamo improvvisamente trasportati indietro nel tempo. Non si tratta di semplici ricordi, ma di vere e proprie rivelazioni: attraverso la nostalgia comprendiamo aspetti di noi stessi che credevamo dimenticati. È come se ogni emozione nostalgica fosse una chiave che apre una stanza diversa della nostra interiorità.
La letteratura ci offre esempi magistrali di questa dinamica: Marcel Proust, nella “Ricerca del tempo perduto”, fa della memoria involontaria – scatenata dal famoso episodio della madeleine – il motore di un’intera esistenza narrativa. La nostalgia diventa così non solo emozione, ma metodo di conoscenza.
Il Coraggio di Guardare Indietro
Una delle intuizioni più profonde di Borgna riguarda la tendenza umana a “sfuggire all’esperienza e alla conoscenza di quello che siamo stati nel passato”. Viviamo in una società che celebra il futuro e il progresso, spesso dimenticando che senza una comprensione del nostro passato non possiamo davvero costruire un presente autentico.
La nostalgia richiede coraggio: quello di affrontare “le occasioni perdute”, di riconoscere gli errori commessi, di accettare che alcune porte si sono chiuse per sempre. È più comodo vivere nell’illusione di un eterno presente, ma questa scelta ci priva di una dimensione fondamentale della nostra umanità.
Ho sperimentato personalmente questa dinamica: ci sono stati momenti in cui ho preferito non pensare a certi periodi della mia vita, considerandoli troppo dolorosi o imbarazzanti. Ma quando ho trovato il coraggio di guardarli con occhi nostalgici – non idealizzandoli, ma accettandoli come parte della mia storia – ho scoperto aspetti di me stesso che non conoscevo.
La Nostalgia dei Luoghi: Radici nell’Anima
Particolarmente significativa è la nostalgia legata ai luoghi. Ogni essere umano porta dentro di sé una geografia emotiva fatta di spazi che hanno segnato la propria crescita. La casa dell’infanzia, il quartiere dove si è cresciuti, la scuola frequentata: questi luoghi non sono solo coordinate fisiche, ma contenitori di emozioni e formatori di identità.
Penso agli emigranti che conservano per tutta la vita la nostalgia della patria lontana, o agli anziani che raccontano con gli occhi lucidi dei paesi della loro giovinezza, spesso trasformati dal tempo e dallo sviluppo urbano. Non si tratta di un attaccamento irrazionale al passato, ma della consapevolezza che siamo anche i luoghi che abbiamo abitato, i paesaggi che abbiamo contemplato, gli spazi che ci hanno visto crescere.
La letteratura italiana è ricca di esempi di questa nostalgia topografica: da Cesare Pavese che torna sempre alle colline del Piemonte, a Pier Paolo Pasolini che canta la periferia romana, fino a Giuseppe Ungaretti che porta il Carso nella sua poesia ovunque vada.
La Nostalgia delle Relazioni: L’Altro in Noi
Un’altra dimensione fondamentale della nostalgia riguarda le relazioni umane. La perdita di una persona cara, la fine di un’amicizia, l’evolversi dei rapporti familiari: ogni cambiamento relazionale porta con sé una forma di lutto che la nostalgia aiuta a elaborare.
La nostalgia per le persone che hanno segnato la nostra vita non è semplicemente rimpianto per la loro assenza, ma riconoscimento di quanto esse abbiano contribuito a formare ciò che siamo. Ogni persona significativa lascia in noi una traccia indelebile: maniera di parlare, gesti, valori, modi di vedere il mondo. La nostalgia ci permette di riconoscere e onorare questo patrimonio relazionale.
Penso ai nonni, spesso figure centrali nella formazione dell’identità: la loro perdita genera una nostalgia particolare, fatta di rimpianto per la loro saggezza, per le loro storie, per quel mondo che sembrava più semplice e autentico. Ma questa nostalgia non è solo dolore: è anche gratitudine per ciò che ci hanno trasmesso e che continua a vivere in noi.
Memoria Emozionale vs Memoria Calcolante
La distinzione che Borgna fa tra “memoria emozionale” e “memoria calcolante” è cruciale per comprendere la natura profonda della nostalgia. Non è la memoria dei fatti, delle date, dei numeri a generare nostalgia, ma quella delle emozioni, delle sensazioni, degli stati d’animo.
Questo spiega perché spesso ricordiamo con nostalgia eventi che, oggettivamente, non erano particolarmente significativi: una giornata qualunque dell’adolescenza, una conversazione banale con un amico, un pomeriggio di noia estiva. Non è l’evento in sé a essere importante, ma l’emozione che lo accompagnava, lo stato d’animo di quel momento irripetibile della nostra vita.
La memoria emozionale ha una sua logica diversa da quella razionale: non procede per sequenze cronologiche, ma per associazioni, analogie, risonanze affettive. È questa la memoria che alimenta la nostalgia e che ci permette di comprendere non solo cosa abbiamo vissuto, ma come lo abbiamo vissuto.
La Nostalgia come Maestra di Vita
Contrariamente a chi considera la nostalgia un’emozione passiva e improduttiva, credo che essa possa essere una preziosa maestra di vita. Attraverso la riflessione nostalgica, infatti, possiamo comprendere meglio i nostri desideri più profondi, riconoscere i pattern ricorrenti della nostra esistenza, identificare ciò che davvero conta per noi.
La nostalgia ci insegna anche l’impermanenza: tutto passa, tutto cambia, nulla rimane uguale a se stesso. Questa consapevolezza, inizialmente dolorosa, può trasformarsi in saggezza, insegnandoci a valorizzare maggiormente il presente, a non dare per scontato ciò che abbiamo ora.
Inoltre, la nostalgia può essere motore di creatività: molti artisti, scrittori, musicisti hanno trovato nella rielaborazione nostalgica del passato la fonte della loro ispirazione più autentica. Non si tratta di copiare il passato, ma di trasformarlo in qualcosa di nuovo attraverso il filtro dell’esperienza maturata.
I Rischi della Nostalgia: Quando il Passato Imprigiona
Tuttavia, è importante riconoscere anche i rischi di un rapporto non equilibrato con la nostalgia. Quando questa si trasforma in incapacità di accettare il presente o in idealizzazione acritica del passato, può diventare una prigione anziché uno strumento di liberazione.
La nostalgia patologica si manifesta nell’impossibilità di adattarsi ai cambiamenti, nella continua svalutazione del presente a favore di un passato mitizzato, nell’incapacità di costruire nuove relazioni e nuove esperienze. In questi casi, quello che dovrebbe essere un ponte tra passato e presente diventa un muro che impedisce di vivere pienamente il qui e ora.
L’equilibrio sta nel saper utilizzare la nostalgia come strumento di conoscenza senza farsi dominare da essa, nel saperla accogliere quando si presenta senza coltivarla ossessivamente, nel riuscire a trasformare il rimpianto in gratitudine e la malinconia in saggezza.
La Nostalgia nell’Era Digitale
La riflessione sulla nostalgia assume caratteristiche particolari nell’era digitale. I social media, con la loro funzione di “ricordi”, stimolano continuamente la nostalgia attraverso la riproposizione automatica di foto e contenuti del passato. Questo fenomeno ha aspetti ambivalenti: da un lato facilita il mantenimento della memoria, dall’altro può creare una nostalgia artificiosa e superficiale.
La vera nostalgia, quella di cui parla Borgna, nasce dal silenzio, dalla riflessione, dall’ascolto profondo delle proprie emozioni. Ha bisogno di tempo e di spazio interiore per svilupparsi. Il rischio della nostalgia digitale è di rimanere in superficie, di trasformare la memoria emozionale in semplice archivio di immagini.
Conclusione: Abbracciare il Dono della Nostalgia
Le riflessioni di Eugenio Borgna ci invitano a riconsiderare la nostalgia non come debolezza o fuga dalla realtà, ma come dimensione essenziale della nostra umanità. La nostalgia è il modo in cui la nostra anima fa i conti con il tempo, con il cambiamento, con la perdita e con la crescita.
Accogliere la nostalgia significa accettare la complessità della nostra storia personale, riconoscere che siamo il prodotto di tutto ciò che abbiamo vissuto, perduto, desiderato, rimpianto. Significa avere il coraggio di guardarsi indietro non per rimanervi prigionieri, ma per comprendere meglio la strada percorsa e orientarsi verso il futuro con maggiore consapevolezza.
In un’epoca che spesso ci chiede di essere sempre proiettati in avanti, sempre efficienti, sempre ottimisti, la nostalgia ci ricorda che siamo esseri temporali, che la nostra ricchezza sta anche nella capacità di trattenere e rielaborare il passato, di lasciare che le emozioni perdute tornino a visitarci per insegnarci chi siamo stati e chi stiamo diventando.
La nostalgia, infine, è un atto d’amore verso noi stessi: verso il bambino che siamo stati, verso i sogni che abbiamo coltivato, verso le persone che abbiamo amato, verso i luoghi che ci hanno accolto. È il modo in cui la memoria del cuore onora tutto ciò che ha contribuito a renderci quello che siamo oggi.