Il passo iniziale del libro IV dell’Eneide di Virgilio descrive la tormentata passione di Didone, regina di Cartagine, per Enea.
La sua mente è agitata dall’amore e dai pensieri contrastanti che la spingono a cedere a questo sentimento, nonostante la consapevolezza dei suoi doveri e delle sue responsabilità.
In questo passo, Didone esprime la sua tormentata passione per Enea, riflettendo sulla nobiltà e la forza del suo ospite, e lasciandosi andare ai pensieri e ai sentimenti che la agitano profondamente.
Qui di seguito trovi il testo latino dei versi 1-13 del libro IV, e la traduzione
Testo latino dei versi 1-13 del libro IV
At regina gravi iamdudum saucia cura
vulnus alit venis et caeco carpitur igni.
Multa viri virtus animo multusque recursat
gentis honos; haerent infixi pectore vultus
verbaque, nec placidam membris dat cura quietem. 5
Postera Phoebea lustrabat lampade terras
umentemque Aurora polo dimoverat umbram,
cum sic unanimam adloquitur male sana sororem:
“Anna soror, quae me suspensam insomnia terrent!
Quis novus hic nostris successit sedibus hospes, 10
quem sese ore ferens, quam forti pectore et armis!
Credo equidem, nec vana fides, genus esse deorum.
Degeneres animos timor arguit. Heu, quibus ille
iactatus fatis! Quae bella exhausta canebat!” |
Traduzione
Ma la regina, da tempo ferita da una grave preoccupazione,
nutre la ferita nelle vene e si consuma in un fuoco nascosto.
Molte volte la virtù dell’uomo e l’onore della sua stirpe
le ritornano alla mente; i suoi lineamenti e le sue parole restano
fissati nel cuore, e la preoccupazione non concede pace alle sue membra.
L’indomani, mentre Febo illuminava la terra con la sua lampada
e l’Aurora aveva già disperso l’ombra umida dal cielo,
così, non del tutto sana, si rivolge alla sorella che le è un’anima sola:
“Anna sorella, quali sogni mi terrorizzano mentre sono sospesa tra l’ansia!
Chi è questo nuovo ospite che è giunto nella nostra dimora,
come appare nobile nel volto, quanto forte nel cuore e nelle armi!
Io credo davvero, e non è una vana convinzione, che egli sia di stirpe divina.
La paura rivela animi degeneri. Ahimè, per quali destini
egli è stato agitato! Quali guerre affrontate raccontava!” |
In questi versi, Virgilio descrive la condizione interiore di Didone, che è ferita dalla passione e consuma il proprio animo in un fuoco segreto. Le virtù di Enea e il suo aspetto si fissano nel cuore della regina, togliendole la pace. Infine, incapace di trovare sollievo, si confida con la sorella Anna, esprimendo il turbamento e la forza dell’amore che la consuma.
Audio Lezioni sull’ Eneide del prof. Gaudio
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