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2 Giugno 2025Traccia e svolgimento di un tema argomentativo sull’importanza della lettura
ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – PROVA DI ITALIANO – Sessione Suppletiva 2019
TRACCIA
TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
PROPOSTA B3 – Giuseppe Lupo, “Rivincita dei libri sul terreno perso e sul tempo”
Fonte: La giornata mondiale – Il Sole 24 ore, mercoledì 24 aprile 2019
Testo: «Se qualcuno chiedeva ad Adriano Olivetti¹ come mai si fosse circondato di così tanti intellettuali, avrebbe ricevuto questa curiosa risposta: «Se devo risolvere un problema tecnico, convoco un esperto. Se devo conoscere il mondo come sarà nei prossimi decenni, chiedo ai poeti e agli scrittori.» Per quanto possa risultare bizzarra, la verità che l’ingegnere Adriano dispensava ha tutta l’aria di essere lo slogan migliore con cui ricordare che ieri, 23 aprile, è stata la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore: una ricorrenza nata 53 anni fa sotto l’egida dell’Unesco, per sottolineare quanto siano indispensabili quegli oggetti che accumuliamo nelle biblioteche come grano per i magazzini. Certo bisogna intendersi sulla natura delle parole. Negli ultimi anni siamo stati testimoni della terza metamorfosi del libro: dalla forma concepita da Johannes Gutenberg cinquecento anni fa alla tavoletta di plastica che ha aperto un’altra dimensione, complementare alla carta.
Gli ultimi dati del mercato dicono che in Italia il digitale non ha superato la soglia del 10% e che il tanto temuto attacco all’editoria tradizionale non solo non è avvenuto, ma il cartaceo sta recuperando quel poco terreno perduto. […] il settore degli audiolibri è in espansione […] si tratta comunque di una fruizione che va ad aggiungersi (non a sostituirsi) alle altre. Le metamorfosi tuttavia non modificano nella sostanza il motivo per il quale scriviamo o leggiamo, che è soprattutto uno: immagazzinare emozioni, ricordi, immagini, conservarli in un luogo sicuro, sia esso la carta o gli elaboratori elettronici, salvarli, come indica il tasto-funzione del linguaggio informatico.
Scrivere è un’operazione che salva, cioè memorizza. Leggere è come rinnovare il memoriale di un’esperienza che ha i contorni di un atto religioso, una sua sacralità. Diamo per scontato infatti l’idea che ogni uomo non appartenga a niente se non al tempo in cui gli è dato vivere, cioè ai decenni in cui consuma la sua individualità e il suo essere dentro una determinata epoca. Diamo anche per scontato che la vita di ogni uomo sia un rapportarsi con il periodo che il destino gli ha assegnato o un combattere contro di esso: l’historia si può veramente definire una guerra illustra contro il Tempo…
[…] la vita di ognuno di noi è un romanzo di cui non conosciamo la fine, eppure si attiene ad una trama ordita nel momento in cui qualcuno ci ha immaginati, ci ha desiderati, dunque ha anticipato la nostra presenza nel mondo. Un po’ come ragionava Olivetti quando chiedeva ai libri come sarebbe stato il futuro che egli, da imprenditore, aveva necessità di conoscere in anteprima. Da qualche parte c’è già questo futuro, in qualcuno dei volumi che magari non sono stati ancora scritti ma forse stanno per essere progettati, esiste già il mondo come sarà domani. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare e cercare dentro la sterminata produzione editoriale, mettersi sulle tracce con pazienza, sicuri che questo mondo prossimo a manifestarsi nelle librerie avrà i caratteri di una tradizione e di una invenzione, cioè sarà l’alfa e l’omega del tempo che non si potrà certo nullificare, che noi stessi non sconfiggeremo, ma a cui opporremo il bisogno di historiae come viatico del nostro illuderci circa l’eternità in nome di quella regola che ripetiamo inconsapevolmente quando ci rivolgiamo a Dio, il più grande raccoglitore di storie secondo il Talmud²: scrivi i nostri nomi nel libro della vita.»
Giuseppe Lupo, “Rivincita dei libri sul terreno perso e sul tempo” – Il Sole 24 ore, mercoledì 24 aprile 2019
NOTE:
¹ Adriano Olivetti (1901-1960) è una tra le figure più influenti e singolari del Novecento. Imprenditore straordinario, intellettuale e politico, innovatore delle scienze sociali e precursore dell’urbanistica, tra il 1930 e il 1960 ha condotto la fabbrica di macchine per scrivere del padre ai vertici del successo mondiale e all’avanguardia dell’innovazione tecnologica e sociale.
² Talmud, dall’ebraico lamad, che significa «apprendimento», «dottrina, ammaestramento».
Comprensione e analisi
- Sintetizza il contenuto del testo, individuando i principali snodi argomentativi.
- Nel testo si sottolinea l’importanza della scrittura e della lettura. Commenta tale passaggio.
- Cosa intende l’autore con l’espressione “metamorfosi” del libro? (riga 8)
- A cosa fa riferimento l’autore con il concetto di historia? Come lo mette in rapporto con la produzione letteraria?
Produzione
Elabora un testo in cui esprimi le tue opinioni in ordine al bisogno dell’uomo di raccontare la sua storia e di leggere le testimonianze altrui.
Esprimi pure le tue personali riflessioni sul fatto che storicamente la scrittura abbia rappresentato la memoria e la ricerca incessante di un senso dell’eternità da parte dell’uomo contrapposta alla fugacità dell’esistente.
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati
di madrelingua non italiana.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla consegna delle tracce.
SVOLGIMENTO del tema argomentativo
Analisi e produzione: “Rivincita dei libri sul terreno perso e sul tempo”
COMPRENSIONE E ANALISI
1. Sintesi del contenuto e snodi argomentativi principali
Il testo di Giuseppe Lupo si articola attorno a una riflessione sul valore permanente del libro e della scrittura, prendendo spunto dalla Giornata mondiale del libro e dall’aforisma di Adriano Olivetti sui poeti come interpreti del futuro.
Snodi argomentativi principali:
- La visione profetica di Olivetti: L’imprenditore considerava scrittori e poeti più affidabili degli esperti tecnici per comprendere il futuro, riconoscendo alla letteratura una capacità anticipatrice della realtà.
- Le metamorfosi del libro: L’evoluzione tecnologica dal libro tradizionale al digitale non ha modificato la sostanza dell’atto di leggere e scrivere, come dimostrano i dati sul mercato editoriale italiano.
- La funzione salvifica della scrittura: Scrivere equivale a memorizzare, mentre leggere assume i contorni di un atto religioso che rinnova il memoriale dell’esperienza umana.
- Il rapporto uomo-tempo: Ogni esistenza individuale è un confronto con la propria epoca, una “guerra illustra contro il Tempo” che trova nella historia il proprio strumento di resistenza.
- La dimensione profetica della letteratura: I libri contengono già il futuro, anticipando mondi non ancora manifesti ma destinati a realizzarsi.
2. L’importanza di scrittura e lettura
Lupo attribuisce alla scrittura e alla lettura una duplice funzione esistenziale e metafisica. La scrittura è definita come “un’operazione che salva, cioè memorizza”, sottolineando la sua capacità di preservare dall’oblio emozioni, ricordi e immagini. La lettura, a sua volta, assume una dimensione quasi sacrale, descritta come il “rinnovare il memoriale di un’esperienza che ha i contorni di un atto religioso”.
Questa visione evidenzia come l’atto di leggere e scrivere trascenda la mera comunicazione per diventare strumento di conservazione della memoria collettiva e individuale, una forma di resistenza alla transitorietà dell’esistenza.
3. Il concetto di “metamorfosi” del libro
Con “metamorfosi” l’autore si riferisce alle trasformazioni tecnologiche che hanno interessato il libro: dalla rivoluzione gutenberghiana del XV secolo (“la forma concepita da Johannes Gutenberg cinquecento anni fa”) fino all’avvento del digitale (“la tavoletta di plastica che ha aperto un’altra dimensione”).
Tuttavia, Lupo sottolinea che queste metamorfosi “non modificano nella sostanza il motivo per il quale scriviamo o leggiamo”, evidenziando la continuità funzionale al di là dei cambiamenti formali.
4. Il concetto di historia e il rapporto con la produzione letteraria
La historia è concepita da Lupo come “una guerra illustra contro il Tempo”, ovvero lo strumento attraverso cui l’umanità si oppone alla fugacità dell’esistenza. L’autore stabilisce un nesso diretto tra questo concetto e la produzione letteraria, suggerendo che ogni vita umana segue una trama narrativa già “ordita nel momento in cui qualcuno ci ha immaginati”.
La letteratura diventa così il deposito di tutte le storie possibili, comprese quelle future, rendendo i libri una sorta di oracolo collettivo capace di anticipare “il mondo come sarà domani”.
PRODUZIONE
Il bisogno di narrare: la storia come essenza dell’umano
La riflessione di Giuseppe Lupo tocca una delle caratteristiche più profonde dell’essere umano: il bisogno irresistibile di raccontare e raccontarsi. Questa necessità non è semplicemente un vezzo culturale o un passatempo intellettuale, ma risponde a un’esigenza ontologica fondamentale che attraversa tutte le civiltà e le epoche storiche.
La narrazione come costruzione dell’identità
Ogni essere umano è, in primo luogo, un narratore della propria esistenza. Raccontare la propria storia significa dare forma e senso a una sequenza altrimenti casuale di eventi, trasformare il caos dell’esperienza in cosmos (un universo) di significato. Non a caso, la psicologia moderna ha riconosciuto nella capacità narrativa uno degli elementi cruciali della formazione dell’identità: siamo, letteralmente, le storie che raccontiamo di noi stessi.
Ma il bisogno di narrare va oltre l’autorappresentazione. Quando condividiamo le nostre esperienze, cerchiamo conferma della nostra umanità, della validità del nostro percorso esistenziale. Il racconto diventa ponte verso l’altro, tentativo di superare l’isolamento ontologico che caratterizza la condizione umana. In questo senso, ogni storia personale aspira a diventare universale, a rispecchiare qualcosa di riconoscibile nell’esperienza altrui.
La lettura come ampliamento dell’esperienza
Speculare al bisogno di raccontare è quello di leggere le testimonianze altrui. Attraverso la lettura, moltiplichiamo le nostre vite, accediamo a esperienze che non potremmo mai vivere direttamente. Ogni libro letto arricchisce il nostro patrimonio emotivo e conoscitivo, offrendoci modelli interpretativi per decifrare la realtà che ci circonda.
La lettura ha inoltre una funzione consolatoria profonda: scoprire che altri hanno vissuto le nostre stesse paure, speranze, delusioni ci fa sentire meno soli nell’universo. I grandi classici della letteratura mantengono la loro attualità proprio perché continuano a parlare delle costanti dell’animo umano, offrendo chiavi di lettura sempre valide per interpretare l’esistenza.
La scrittura come conquista dell’eternità
La riflessione di Lupo sulla scrittura come “operazione che salva” ci conduce al cuore del rapporto tra uomo e tempo. La consapevolezza della finitudine è forse il tratto più distintivo della condizione umana, e la scrittura rappresenta la risposta più antica e sofisticata a questa angoscia esistenziale.
Scrivere significa sottrarre qualcosa al fluire inesorabile del tempo, cristallizzare un momento, un’emozione, un pensiero in una forma che possa sopravvivere a chi l’ha generata. È un atto di sfida alla morte, un tentativo di prolungare la propria presenza nel mondo oltre i limiti biologici dell’esistenza. Non è casuale che molte civiltà abbiano identificato la scrittura con il sacro: scrivere è un atto creativo che partecipa della dimensione divina.
La memoria collettiva e il senso della storia
Ma la scrittura non è solo conquista individuale dell’eternità; è anche costruzione della memoria collettiva. Ogni testo scritto contribuisce a tessere la trama della storia umana, offrendo alle generazioni future gli strumenti per comprendere il passato e orientarsi nel presente. In questo senso, la letteratura assume una funzione profetica: non perché predica il futuro, ma perché conserva e trasmette la saggezza accumulata dall’umanità nel corso dei secoli.
La historia di cui parla Lupo è quindi molto più di una semplice cronaca: è la ricerca incessante di un senso che possa dare dignità e valore all’esperienza umana. Ogni volta che leggiamo un classico, riconosciamo in quelle pagine qualcosa di eternamente vero, qualcosa che resiste all’usura del tempo e continua a illuminare la nostra comprensione del mondo.
Conclusione: la resistenza della parola
In un’epoca dominata dalla velocità e dall’effimero, la riflessione di Lupo ci ricorda il valore insostituibile della parola scritta come strumento di resistenza. Resistenza al tempo che scorre, all’oblio che minaccia di cancellare le nostre tracce, alla superficialità che impoverisce l’esperienza umana.
Il libro, nelle sue molteplici metamorfosi tecnologiche, rimane il custode di questa resistenza. Non importa se leggiamo su carta o su schermo digitale: ciò che conta è mantenere viva quella “guerra illustra contro il Tempo” che caratterizza l’umanità fin dalle sue origini. Ogni storia scritta e letta è una piccola vittoria in questa battaglia, un contributo alla costruzione di quel “libro della vita” in cui, come ricorda l’autore citando il Talmud, speriamo che i nostri nomi rimangano impressi per sempre.
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