Letteratura Italiana dell’800 – La Scapigliatura e Preludio di E. Prag…
28 Dicembre 2019Avvertenze Generali per il concorso a cattedra per docenti – Funzione profes…
28 Dicembre 2019
Perché una prefazione alla seconda edizione?
Nella Prefazione premessa alla seconda edizione, nel 1868, Zola mira a difendere il suo lavoro dalle accuse velenose rivoltegli dalla critica, che aveva additato il romanzo come opera profondamente immorale e oscena, compiaciuta di turpitudini e sozzure. Lo scrittore espone invece i propositi puramente scientifici che lo hanno mosso.
Prefazione a Thérèse Raquin(1867 – seconda edizione 1868)
In Thérèse Raquin ho voluto studiare indoli, non caratteri: in ciò è tutta l’essenza del libro. Ho scelto personaggi dominati superlativamente dai nervi e dal sangue, privi di libero arbitrio, sospinti in ogni atto della vita dalla fatalità della loro carne. Teresa e Lorenzo sono due esseri bestiali e null’altro. In questi due bruti ho voluto seguire, a passo a passo, il sordo travaglio delle passioni, gli impulsi dell’istinto, i turbamenti cerebrali che susseguono a tutte le crisi nervose.
Gli amori dei miei due protagonisti non sono che la soddisfazione di un bisogno; il delitto che essi commettono è una conseguenza del loro adulterio, conseguenza che essi accettano supinamente, come il lupo considera normale sbranare le pecore; ciò che, infine, sono stato costretto a chiamare rimorso non è il loro che un semplice disordine organico, una
reazione del sistema nervoso
troppo teso.
L’anima è perfettamente assente, ne convengo, poiché ho voluto proprio che così fosse.
Si comincerà a capire, spero, che il mio scopo è stato essenzialmente scientifico. […]
Quando ho scritto Teresa Raquin mi sono appartato dal mondo e ho copiato, con minuziosa esattezza, la vita, dedicandomi esclusivamente all’analisi del meccanismo umano.
QUI SOTTO PODCAST Audiolezioni del prof. Gaudio sulla Letteratura dell’Ottocento