Gaio Mario, un uomo di origini modeste, è noto per essere stato un brillante generale e per le sue riforme militari. La sua carriera militare si legò a guerre esterne cruciali:
Mario attuò profonde riforme militari, come l’introduzione di un esercito professionale composto da volontari (spesso proletari), eliminando il requisito del censo per l’arruolamento. Queste riforme, pur rafforzando l’esercito, contribuirono alla progressiva militarizzazione della politica romana e alla lealtà dei soldati verso i generali piuttosto che verso lo Stato.
Silla, un aristocratico patrizio, fu il rivale principale di Mario. Si distinse durante le campagne orientali, in particolare nella Guerra sociale (91-88 a.C.), dove le città italiane insorsero per ottenere la cittadinanza romana. Silla ottenne successo anche nella lotta contro Mitridate VI, re del Ponto, durante la Prima guerra mitridatica (88-85 a.C.), affermandosi come un comandante spietato e abile.
L’antagonismo tra Mario e Silla sfociò in una sanguinosa guerra civile, causata da:
Nel 82 a.C., Silla ritornò vittorioso dall’Oriente e, dopo una serie di scontri, sconfisse definitivamente i sostenitori di Mario (che era morto nel 86 a.C.). Silla si fece nominare dittatore a tempo indeterminato, e instaurò una feroce repressione attraverso le proscrizioni, una lista di nemici politici da eliminare. Utilizzò il suo potere per ridimensionare l’influenza dei populares (la fazione di Mario) e rafforzare il potere del Senato.
Lo scontro tra Mario e Silla non fu solo una lotta tra personalità rivali, ma un conflitto tra due visioni opposte di Roma: Mario rappresentava i populares, i difensori degli interessi della plebe e delle riforme sociali, mentre Silla rappresentava gli optimates, l’aristocrazia senatoria che cercava di preservare il potere tradizionale. Il loro conflitto contribuì ad accelerare la crisi della Repubblica, aprendo la strada a ulteriori guerre civili e, infine, alla nascita dell’Impero con Augusto.