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Meriam è una donna sudanese di 27 anni che, insieme al marito Daniel, professa la religione cristiana. Tuttavia, secondo il diritto islamico, Meriam, in quanto figlia di un musulmano, è colpevole di apostasia (in quanto si è professata cristiana) e di adulterio (in quanto il suo matrimonio non è considerato valido).
Alcune settimane fa, era stata condannata all’impiccagione e a 100 frustate da un tribunale sudanese. Il caso di Meriam ha profondamente scosso l’opinione pubblica mondiale, con l’intervento diretto o indiretto di numerose ambasciate occidentali e organizzazioni non governative a difesa della libertà di religione e della vita della donna. In Italia, l’hashtag #meriamdevevivere lanciato dal quotidiano Avvenire ha riscosso un enorme successo.
Lo scorso 27 maggio, Meriam ha dato alla luce sua figlia Maya. Le autorità sudanesi le hanno concesso una proroga di due anni, durante i quali verrà svolto un nuovo processo. Ma se la sentenza sarà confermata, dopo questo periodo di tempo Meriam sarà condannata a morte.
Qualche giorno fa, alcuni media internazionali hanno riportato la notizia di un’imminente liberazione di Meriam, ma fonti vicine al Ministero degli Esteri del Sudan hanno smentito l’indiscrezione. Meriam non sarà liberata fino alla conclusione del processo d’appello, in cui il rischio di una nuova condanna è assolutamente concreto.
Meriam ha potuto tenere tra le braccia la piccola Maya solo per poche ore, dopodiché è stata nuovamente rinchiusa in cella con il suo primogenito Martin di due anni e con le catene alle caviglie. Le autorità sudanesi hanno proposto a Meriam e al marito l’abbandono della fede cristiana in cambio della libertà della donna, ma Meriam si è sempre rifiutata di abiurare la propria fede.
La campagna di CitizenGO per la liberazione di Meriam ha finora raggiunto l’incredibile cifra di 264.000 firme (di cui circa 32.000 in Italia). In queste ore, le pressioni internazionali sul governo sudanese si stanno facendo sempre più intense ed è il momento di intensificare i nostri sforzi per chiedere che Meriam possa tornare a casa dal marito e dai due figlioletti. Mai come questa volta, la tua firma e quella dei tuoi amici, familiari e conoscenti può essere decisiva per ottenere una grande vittoria..
Ogni volta che un utente firmerà la petizione italiana per Meriam, il nostro sistema invierà un messaggio di posta elettronica all’ambasciatrice sudanese a Roma, Amira Daoud Hassan Gornas, contenente il seguente messaggio:
“Cara ambasciatrice,
la vicenda di Meriam Yahia Ibrahim Ishag, la donna sudanese cristiana condannata ingiustamente per apostasia e adulterio, mi ha profondamente colpito e addolorato.
Le chiedo di impegnarsi per permettere a Meriam e al suo bambino di uscire dal carcere e tornare a casa al più presto. Inoltre, le chiedo di adoperarsi per un maggior rispetto in Sudan della libertà religiosa di tutti i credenti, anche dei cristiani.”
Se non lo hai ancora fatto, ti invito a firmare la nostra campagna per Meriam Yahia Ibrahim Ishag, cliccando sul link seguente:
http://www.citizengo.org/it/7352-liberate-meriam-meriamdevevivere
Se invece hai già firmato la nostra iniziativa, ti chiedo di cliccare su quest’altro link, che ti premetterà di invitare tutti i tuoi contatti e-mail, i tuoi amici su Facebook e i tuoi follower su Twitter a fare altrettanto e a contribuire con un gesto piccolo ma concreto alla liberazione di Meriam:
http://www.citizengo.org/it/7352-liberate-meriam-meriamdevevivere?m=5&tcid=4401495
Matteo Cattaneo (Campaigns Manager, Italian) e tutto il team di CitizenGO