
La fiaba dei semi e del mulino di Luigi Gaudio
28 Dicembre 2019
Per le strade di Luigi Gaudio
28 Dicembre 2019Analisi della canzone Metropoli di Luigi Gaudio
Introduzione
Attraverso immagini evocative e una narrazione semplice ma efficace, il testo descrive un’esistenza frenetica e alienante, in cui le persone vivono senza incontrarsi veramente. Tuttavia, non tutto è perduto: la canzone lascia spazio alla speranza, suggerendo che dietro il caos urbano esiste ancora la possibilità di una connessione autentica tra le persone.
Analisi del testo
1. La metropoli come gabbia
“Le gabbie si svuotano, la metropolitana parte”
Il brano si apre con un’immagine forte: la gabbia, che evoca il senso di prigionia e di routine forzata. La metropolitana, simbolo della vita urbana, parte ogni giorno sempre uguale, portando con sé masse di persone che si muovono senza libertà reale.
“Gli sguardi si incrociano, ma a nessuno interessa l’altro.”
La società è caratterizzata dall’indifferenza: pur essendo circondati da altri esseri umani, le persone non si incontrano davvero, non comunicano in modo autentico.
2. L’alienazione della vita cittadina
“La grande metropoli inghiotte oramai i suoi figli / che passano le giornate correndo chissà per dove.”
La città assume una dimensione quasi mostruosa, che divora i suoi abitanti. La frenesia della vita quotidiana li spinge a correre continuamente, senza nemmeno sapere bene dove stanno andando o quale sia lo scopo del loro affannarsi.
3. La perdita delle relazioni umane
Ritornello:
“E non esiste più, più nemmeno, / la possibilità di incontrarsi.”
L’assenza di un vero incontro umano è il tema centrale della canzone. Il ritornello enfatizza la ripetitività e la rassegnazione della vita metropolitana, in cui anche il concetto stesso di relazione sembra dissolversi.
4. La routine opprimente
“E scorrono i giorni, tra lavoro e televisione, / passa anche la domenica, come un lampo in un temporale.”
Le giornate si susseguono tutte uguali, scandite dal lavoro e dall’intrattenimento passivo (la televisione). Anche la domenica, che dovrebbe essere un momento di riposo e riflessione, passa inconsapevolmente, senza lasciare traccia.
“E suona la sveglia troncando i tuoi sogni sempre, / vorresti dormire ancora, ma non puoi fare a meno di vivere.”
L’immagine della sveglia che tronca i sogni rappresenta la brutalità della realtà che interrompe le aspirazioni e i desideri personali. Il protagonista vorrebbe fermarsi, riflettere, dormire, ma il ritmo della società moderna non lo permette: bisogna andare avanti a tutti i costi, senza il tempo di pensare.
5. La perdita dell’introspezione
Ritornello:
“E non esiste più, più nemmeno, / la possibilità di pensare a sé.”
Non solo manca il tempo per incontrare gli altri, ma si perde anche la capacità di riflettere su sé stessi. Il continuo affanno impedisce qualsiasi forma di introspezione e crescita interiore.
6. La speranza di un significato
“Eppure quello che fai non può essere tutto inutile, / e anche chi hai vicino sono uomini e non numeri.”
Nel finale emerge una nota di speranza: non tutto è vano. La vita ha ancora un senso, e le persone intorno a noi non sono solo ingranaggi della macchina sociale, ma esseri umani con cui si può ancora entrare in relazione.
“E forse qualcuno ancora ha qualcosa da far capire a te, / ha qualcosa da dire proprio a te.”
Questi versi lasciano spazio alla possibilità di un incontro autentico. Nonostante l’alienazione della metropoli, esistono ancora persone che possono trasmettere qualcosa di vero, se solo siamo disposti ad ascoltare.
Struttura musicale e stilistica
La canzone è costruita su una struttura rock ripetitiva martellante, che riflette perfettamente il ciclo monotono della vita urbana. Il ritornello, ripetuto con piccole variazioni, enfatizza la perdita delle relazioni e della consapevolezza di sé.
Lo stile è diretto e realistico, con un linguaggio semplice ma incisivo. L’uso di immagini evocative (gabbie, metropolitana, sveglia, lampo nel temporale) rende il testo visivamente potente, creando un’atmosfera di oppressione e rassegnazione.
Commento finale
Metropoli è una riflessione amara ma realistica sulla disumanizzazione della società moderna. Luigi Gaudio descrive con lucidità una città che soffoca i suoi abitanti, impedendo loro di incontrarsi davvero e di riflettere su sé stessi.
Tuttavia, la canzone non è completamente pessimista: il finale suggerisce che, nonostante tutto, un incontro autentico è ancora possibile. Se si riesce a guardare oltre la superficialità della routine, si può ancora scoprire un significato più profondo nella vita e nelle relazioni umane.
Il messaggio è attuale e universale: nell’epoca della frenesia e della tecnologia, è più che mai necessario fermarsi, ascoltare e riscoprire il valore dell’altro.
METROPOLI (musica e parole di Luigi Gaudio)
Le gabbie si svuotano, la metropolitana parte
gli sguardi si incrociano, ma a nessuno interessa l’altro.
La grande metropoli inghiotte oramai i suoi figli
che passano le giornáte correndo chissà per dove.
Rit: E non esiste più, più nemmeno,
la possibilità di incontrarsi.
E scorrono i giorni, tra lavoro e televisione,
passa anche la domenica, come un lampo in un temporale.:
E suona la sveglia troncando i tuoi sogni sempre,
vorresti dormire ancora, ma non puoi fare a meno di vivere
E non esiste più, più nemmeno,
La possibilità di pensare a sé.
Eppure quello che fai non può essere tutto inutile,
e anche chi hai vicino sono uomini e non numeri,
e forse qualcuno ancora ha qualcosa da far capire a te
ha qualcosa da dire proprio a te.