Pace non trovo et non o’ da far guerra di Petrarca
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28 Dicembre 2019“Movesi il vecchierel canuto et biancho” di Francesco Petrarca è uno dei sonetti più toccanti di Petrarca, e si distingue per il suo forte richiamo alla fede e alla pietà religiosa.
Questo componimento, tratto dal Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta, sonetto 16), rappresenta un’importante riflessione sul viaggio spirituale e la ricerca di un senso profondo nell’esistenza umana.
Introduzione schematica
Tematica principale
Tema dell’assenza dovuta a una lontananza nello spazio e nel tempo
Questo sonetto è l’ennesima dichiarazione di scontentezza per la propria incapacità di agire con correttezza, seguendo solo i valori più alti e spirituali.
Significato della poesia
Il vecchio affronta il pellegrinaggio per vedere l’immagine di Cristo sperando di rivederla nel aldilà, e Petrarca è attirato da altre donne dove spera di vedere l’immagine di Laura
Laura è divinizzata, paragonata a Cristo; Petrarca al vecchietto.
“Lasso“: indica che Petrarca sa di sbagliare e comincia a pentirsi.
Immagine del vecchio positiva; nonostante la vecchiaia compie un pellegrinaggio “pericoloso” .
L’ultima terzina sottolinea un giudizio morale negativo, invece, sul comportamento di Petrarca.
Testo
Ecco il testo del sonetto:
Movesi il vecchierel canuto et biancho
del dolce loco ov’à sua età fornita
et da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;indi trahendo poi l’antiquo fianco 5
per l’extreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, et dal camino stanco;et viene a Roma, seguendo ’l desio,
per mirar la sembianza di colui 10
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.
Analisi
Introduzione: il vecchierel in cammino
Il sonetto si apre con la figura del vecchio canuto e stanco, che lascia il luogo in cui ha trascorso la sua vita, accompagnato dalla famiglia che, sgomenta, osserva il padre deperire e avvicinarsi alla fine. Questa figura è emblematica di un’umanità fragile e devota: nonostante l’età avanzata e le forze che lo abbandonano, il vecchio è mosso da una profonda spinta spirituale.
Il pellegrinaggio verso Roma
Il vecchierel intraprende un viaggio verso Roma, spinto dal desiderio di contemplare l’immagine di Cristo. La città eterna è simbolo di fede e speranza, luogo di pellegrinaggio per eccellenza, dove il vecchio, ormai prossimo alla morte, spera di vedere un riflesso di ciò che attende di contemplare in cielo. Questa scena è profondamente simbolica, rappresentando un viaggio non solo fisico, ma anche spirituale, in cui la fede sostiene il corpo ormai stanco e rotto.
Il parallelismo con l’amore del poeta
Nella terza quartina, Petrarca introduce il parallelismo tra il pellegrinaggio del vecchio e la sua ricerca amorosa. Proprio come il vecchierel cerca il volto di Cristo, anche il poeta, sofferente (“lasso”), cerca disperatamente l’immagine della donna amata negli altri volti, nella speranza di ritrovarne la bellezza ideale.
Il riferimento alla “forma vera” della donna non è puramente fisico: Petrarca cerca, nel volto altrui, un riflesso della perfezione e della bellezza spirituale di Laura, un ideale di bellezza irraggiungibile che lo tormenta costantemente.
Temi principali
- Il pellegrinaggio come metafora della vita: Il viaggio del vecchio verso Roma diventa un’allegoria della condizione umana, con il suo desiderio incessante di redenzione e significato. La fatica fisica del pellegrino simboleggia quella esistenziale, che tuttavia è sorretta dalla forza della fede.
- Il desiderio spirituale: Il vecchierel è mosso da un desiderio trascendente, che lo porta a cercare una rappresentazione terrena di ciò che spera di vedere nel cielo. Allo stesso modo, il poeta cerca un riflesso della bellezza divina nella donna amata, pur consapevole che si tratta di un’illusione irraggiungibile.
- La ricerca di un ideale: Così come il vecchio pellegrino cerca il volto di Cristo, Petrarca cerca, negli altri, un riflesso della perfezione di Laura. Tuttavia, proprio come il pellegrinaggio del vecchio si conclude solo in parte con la visione terrena, anche l’amore del poeta non può mai trovare piena soddisfazione, rimanendo sempre sospeso tra desiderio e inappagamento.
- La fatica del corpo e la forza della volontà: Il vecchio pellegrino è stanco e fisicamente fragile, ma è sorretto dal suo desiderio di salvezza e dalla fede in un incontro spirituale. Anche Petrarca, pur stanco della sua sofferenza amorosa, è spinto dalla volontà di ritrovare l’immagine dell’amata, seppur irraggiungibile.
STILE
Uso di latinismi et (vv 1, 3, 8, 9), trahendo (v5), estreme (v6)
Struttura sintattica in ipotassi.
Rime incrociate nelle quartine; rime ripetute nelle terzine
Similitudine (tra il vecchio e l’autore)
Iperbato (v2 “ov’à sua età fornita”)
Sineddoche (v5 “fianco”)
Chiasmo (v8 rotto dagli anni; dal cammino stanco)
Enjambement
Stile nominale (17 sostantivi, 13aggettivi).
Conclusione
Questo sonetto, con la figura del pellegrino e il parallelismo con l’amore per Laura, mette in luce l’ossessione petrarchesca per l’inaccessibilità dell’ideale. Sia il vecchierel che il poeta sono in cammino verso un obiettivo spirituale e ideale che sfugge continuamente, il primo verso la contemplazione di Cristo, il secondo verso la visione della bellezza perfetta della donna amata. In entrambi i casi, si tratta di un desiderio che non si estingue mai, perché è legato a qualcosa di superiore, di eterno e di inafferrabile nella condizione umana.