“Non chiamatemi Ismaele” di Michael Gerard Bauer

Ismaele incarna perfettamente il ragazzo alle prese con le complicate vicende del passaggio dall’infanzia all’adolescenza.

Come tutti i ragazzi di quattordici anni si trova ad attraversare le classiche tappe della crescita: deve affrontare la vita a scuola con le sue regole e le dinamiche di gruppo – in classe, nei corridoi, in mensa – ma anche le ansie, le timidezze dello stare in pubblico e la cotta per un’allieva di un altro istituto.

Nel corso del romanzo, in Ismaele cresce il desiderio di cambiare atteggiamento, grazie al nuovo compagno James che, con un carattere deciso e ironico, lo stimola a essere più coraggioso.

Con la sapiente costruzione dei personaggi, il libro descrive molto bene il formarsi e consolidarsi delle amicizie tra ragazzi, il valore delle relazioni per la crescita personale, il senso e l’importanza di sentirsi parte di un gruppo.

Questo romanzo affronta inoltre il tema del bullismo, l’arroganza di chi si crede inattaccabile, di chi con la forza pensa di poter sopraffare gli altri. Qui però il bullismo non ha vita lunga: incarnato dal personaggio di Berry, arretra di fronte a chi non si piega alla sua prepotenza, come James Scobie, che non ha paura e lo dimostra con parole e gesti.

Il tema del potere della parola è rappresentato dall’insegnante di lettere e dal vicepreside, che hanno un ruolo di stimolo e guida, e dal laboratorio per partecipare al concorso nazionale di retorica.

Saranno proprio le nuove capacità di sostenere una conversazione e un dibattito pubblico a dare a Ismaele e ai suoi amici la forza, la determinazione e la sicurezza per affrontare le loro debolezze.

Non chiamatemi Ismaele” di Michael Gerard Bauer – prof. Gaudio