VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Parla delle differenze di condizione economica fra il nord e il sud del mondo.
Svolgimento:
La prima sensazione che ci coglie quando viaggiamo per il mondo è che il pianeta è diviso in due. Da una parte ci sono paesi di grande capacita industriale e tecnologica, con molti servizi e un benessere diffuso. Dall’altra parte ci sono paesi che sono senza un apparato industriale e hanno la maggior parte della popolazione vive in condizioni disumane. Al primo gruppo appartengono gli stati dell’America settentrionale, dell’Europa, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda e pochi altri. Essendo collocati quasi tutti nella zona settentrionale del pianeta sono definiti genericamente “nord”. Gli altri stati, per contrasto, sono definiti “sud”, anche se molti di essi si trovano sull’emisfero boreale. Nel nord è concentrata quasi tutta la struttura produttiva, mentre dal sud proviene la maggior parte delle materie prime a basso costo. Nel nord vive solo il 23% della popolazione, ma c’e l’84% del prodotto interno lordo, mentre il sud, che ospita il 77% della popolazione, gode solo del 16%. Questo significa che ogni abitante del nord è 19 volte più ricco di un abitante del sud. Se l’economia fosse davvero fatta per il benessere di tutti gli uomini e non soltanto per garantire i guadagni di pochi, questo enorme squilibrio tra nord e sud del mondo non dovrebbe lasciare in pace un momento. Carestia, guerre, siccità, pestilenze, sovrappopolazione e sfruttamento economico sono le cause di questo squilibrio. Sulle prime noi occidentali non possiamo intervenire, ma sull’ultima sì, affinché quelle divisioni smettano di esistere. I governi potrebbero prendere importanti decisioni sulla cooperazione allo sviluppo e sull’annullamento del debito estero. Tuttavia, ho la convinzione che i potenti del mondo non riescono a mettersi d’accordo per affrontare seriamente il problema, quindi solo un cambiamento dal basso potrebbe cambiare le cose. Un esempio è quello del commercio equo e solidale, cioè la vendita diretta di prodotti provenienti dal sud del mondo nelle nazioni del nord, senza passare dalle reti delle multinazionali. Noi non ce ne rendiamo conto, ma con un consumo consapevole potremmo incidere veramente sui rapporti di giustizia all’interno del nostro pianeta. Il consumo critico può diventare quindi uno stile di vita, un atteggiamento di scelta permanente che si attua su tutto ciò che compriamo ogni volta che andiamo a fare la spesa. Un altro aspetto importante è quello del turismo, seconda attività economica mondiale, subito dopo il petrolio. Il turismo responsabile consiste in un modo particolare di viaggiare, privilegiando quelle agenzie e associazioni che operano a favore di progetti di sviluppo, e non per lo sfruttamento della gente locale. Un altro modo per aiutare concretamente quelle persone è il cosiddetto sostegno a distanza. Attraverso l’adozione a distanza è come se una famiglia avesse un figlio in più, ma in modo stabile: una creatura che mangia, si veste, studia, gioca, ecc ed ha quindi bisogno del necessario per fare tutto ciò. Come ha detto Papa Giovanni Paolo II: «Non possono né devono esserci bambini abbandonati, né bambini senza famiglia, né bambini o bambine di strada. Non possono né devono esserci bambini usati da adulti a scopi immorali, per il traffico di droga, per i piccoli e i grandi crimini, per praticare il vizio, Non possono né devono esserci bambini assassinati, eliminati con il pretesto di prevenire i crimini, segnati a morte».