Stile, personaggi e ambiente dell’ Odissea
28 Dicembre 2019Amai di Umberto Saba
28 Dicembre 2019Nel sonetto 189 del Canzoniere, Petrarca usa un’immagine per simboleggiare lo sconforto del poeta, abbattuto da Amore
Questa poesia di Francesco Petrarca, intitolata “Passa la nave mia colma d’oblio”, ci trasporta in un viaggio attraverso le tempeste della vita e dell’anima umana. Petrarca usa l’immagine di una nave che naviga attraverso acque burrascose come metafora per esprimere le sfide e le difficoltà che incontriamo nel corso della nostra esistenza. La nave rappresenta il suo stesso essere, mentre l’oblio che essa porta con sé simboleggia il desiderio di dimenticare i dolori del passato. In questa introduzione, possiamo già percepire l’atmosfera di struggente malinconia e il tema della ricerca di speranza e significato in mezzo all’oscurità.
Testo della poesia:
Passa la nave mia colma d’oblio
per aspro mare, a mezza notte il verno,
enfra Scilla et Caribdi; et al governo
siede ’l signore, anzi ’l nimico mio.A ciascun remo un penser pronto et rio 5
che la tempesta e ’l fin par ch’abbi a scherno;
la vela rompe un vento humido eterno
di sospir’, di speranze, et di desio.Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna et rallenta le già stanche sarte, 10
che son d’error con ignorantia attorto.
per aspro mare, a mezza notte il verno,
enfra Scilla et Caribdi; et al governo
siede ’l signore, anzi ’l nimico mio.A ciascun remo un penser pronto et rio 5
che la tempesta e ’l fin par ch’abbi a scherno;
la vela rompe un vento humido eterno
di sospir’, di speranze, et di desio.Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna et rallenta le già stanche sarte, 10
che son d’error con ignorantia attorto.
Celansi i duo mei dolci usati segni;
morta fra l’onde è la ragion et l’arte,
tal ch’incomincio a desperar del porto.
Parafrasi della poesia
La mia nave solca il mare colma di oblio, di smemoratezza,
attraverso le acque agitate, a mezzanotte, d’inverno,
tra Scilla e Cariddi; e al timone
siede il signore, o meglio il mio nemico, l’Amore.
Ogni remo è mosso da un pensiero pronto e malvagio
che sembra disprezzare la tempesta;
la vela è spezzata da un vento umido eterno
di sospiri, speranze e desideri.
Una pioggia di lacrime, una nebbia di sdegni
bagna e rallenta le già stanche corde,
intrecciate di errori e ignoranza.
Si celano i dolci segni abituali,
la ragione e l’arte sono annegate tra le onde,
così che comincio a disperare del porto.