Le Odi di Orazio
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28 Dicembre 2019Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), nato Gaio Plinio Secondo, è una delle figure più affascinanti e poliedriche della letteratura e della scienza del mondo romano.
Vita e Carriera
Plinio nacque a Como o forse a Novum Comum (l’attuale Como), nell’anno 23 o 24 d.C., in una famiglia benestante. Ricevette un’educazione eccellente a Roma, dove studiò diritto e intraprese una carriera militare. Servì sotto Domizio Corbulone in Germania, dove acquisì un’esperienza diretta sul campo. Tuttavia, il suo interesse principale rimase sempre lo studio e la ricerca.
Plinio fu anche un uomo di stato: fece parte dell’amministrazione imperiale sotto diversi imperatori, tra cui Vespasiano e Tito, e ricoprì diversi incarichi pubblici, come quello di procuratore in Spagna e in altre province dell’impero.
Morì durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., l’evento che distrusse Pompei ed Ercolano. Plinio si trovava a capo della flotta romana a Miseno, quando decise di avvicinarsi al vulcano per osservare l’eruzione da vicino e per tentare di salvare alcuni abitanti. Morì durante questa missione, probabilmente a causa dell’inalazione di gas tossici o per un collasso fisico.
“Naturalis Historia”
La sua opera più famosa e duratura è la “Naturalis Historia”, che può essere considerata una delle prime enciclopedie del mondo antico. In quest’opera, Plinio raccoglie un’enorme quantità di conoscenze su una vasta gamma di argomenti, trattando di storia naturale, medicina, mineralogia, agricoltura e tecnologia. L’opera è divisa in 37 libri, ognuno dedicato a un tema specifico:
- Libri 1-6: Geografia e etnografia del mondo conosciuto.
- Libri 7-11: Zoologia, con trattazioni su esseri umani, animali terrestri, volatili, acquatici e insetti.
- Libri 12-19: Botanica, con particolare attenzione all’agricoltura e all’uso delle piante per scopi medicinali.
- Libri 20-32: Medicina, dove descrive rimedi e pratiche terapeutiche naturali.
- Libri 33-37: Mineralogia e metallurgia, inclusi i materiali preziosi come l’oro e il marmo.
L’intento di Plinio è ambizioso: offrire una sintesi del sapere del suo tempo, fornendo una base di conoscenza accessibile a tutti, inclusi gli artigiani e i medici. È interessante notare che l’opera si basa su una vastissima gamma di fonti, tra cui autori greci e latini, storici, scienziati e naturalisti, il che dimostra l’immenso lavoro di raccolta e analisi svolto dall’autore.
Stile e Metodologia
Lo stile di Plinio è semplice e diretto, ma allo stesso tempo ricco di dettagli e descrizioni. A differenza di altri autori scientifici dell’antichità, come Aristotele o Galeno, Plinio non si concentra solo sulla spiegazione teorica o filosofica, ma preferisce un approccio pratico e descrittivo. Questo rende la “Naturalis Historia” un testo prezioso non solo per gli studiosi del suo tempo, ma anche per gli storici moderni, che possono utilizzarla come fonte di informazioni sulla vita quotidiana, le pratiche agricole, mediche e tecnologiche del mondo romano.
Plinio afferma di aver tratto le informazioni da circa 2000 libri scritti da 500 autori. Tuttavia, il suo metodo non è sempre rigorosamente scientifico, e molte delle sue affermazioni riflettono credenze popolari, superstizioni e tradizioni del suo tempo. Plinio non distingue sempre chiaramente tra fatti provati e leggende, e questo lo ha reso oggetto di critiche da parte dei posteri. Tuttavia, la sua opera rimane una testimonianza inestimabile della conoscenza del mondo antico.
Plinio e la Scienza
Anche se la sua opera contiene molti errori e credenze oggi superate, Plinio fu uno dei primi a sistematizzare il sapere scientifico e naturalistico in una forma accessibile e completa. La sua curiositas, l’interesse incessante per ogni aspetto della natura e della vita umana, rappresenta uno dei tratti distintivi della sua opera e del suo approccio al sapere.
Ad esempio, nella sezione dedicata alla medicina, Plinio descrive una grande varietà di rimedi naturali, molti dei quali derivano dalle piante, dai minerali e dagli animali. Sebbene molti dei rimedi da lui proposti siano oggi considerati inefficaci o addirittura pericolosi, la sua opera rappresenta uno dei più grandi tentativi dell’antichità di raccogliere e organizzare il sapere medico.
Plinio è anche uno dei pochi autori antichi a descrivere con precisione fenomeni geologici e naturali, come i terremoti, le eruzioni vulcaniche e la formazione delle montagne, anche se spesso li interpreta attraverso una lente mitologica o religiosa.
L’eredità di Plinio
La “Naturalis Historia” ebbe un’influenza enorme nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Nonostante i suoi errori, l’opera fu uno dei testi scientifici più consultati e ammirati. Gli studiosi medievali, in particolare, utilizzavano l’opera come fonte primaria per le loro conoscenze sulla natura, la medicina e la mineralogia. Isidoro di Siviglia, ad esempio, utilizzò ampiamente Plinio nella sua opera enciclopedica Etymologiae.
Durante il Rinascimento, con la riscoperta e la valorizzazione dei testi classici, l’opera di Plinio divenne una fonte di ispirazione per naturalisti come Leonardo da Vinci e Andrea Cesalpino, oltre che per filosofi come Francesco Bacone. Anche gli artisti trassero ispirazione dalle sue descrizioni, specialmente in ambito botanico e minerale.
La Morte durante l’Eruzione del Vesuvio
Uno degli episodi più famosi legati a Plinio è la sua morte durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Plinio si trovava a capo della flotta romana a Miseno quando decise di navigare verso Stabia per osservare da vicino l’eruzione e tentare di soccorrere alcune persone. Questo gesto riflette perfettamente la sua personalità curiosa e coraggiosa, sempre desiderosa di conoscere e capire.
L’eruzione del Vesuvio fu una delle più devastanti della storia antica, e le descrizioni dell’evento fatte da Plinio il Giovane, suo nipote, sono tra le più dettagliate e famose. Plinio il Vecchio morì probabilmente a causa delle esalazioni tossiche del vulcano.
Conclusione
Plinio il Vecchio rappresenta una figura di grande importanza nella storia della scienza e della letteratura romana. La sua opera “Naturalis Historia” è un monumento alla curiosità e alla sete di conoscenza dell’umanità, anche se è lontana dai criteri di rigore scientifico moderni. Plinio fu uno dei primi a cercare di raccogliere in un’unica opera il vasto patrimonio di conoscenze del mondo antico, e il suo lavoro ha lasciato un’eredità duratura, che ha influenzato generazioni di studiosi e pensatori nei secoli successivi.