Prima parte del commento e della parafrasi del canto ventiquattresimo del Purgator…
28 Dicembre 2019Cos’è il soggetto in analisi logica
28 Dicembre 2019Primo Levi, conosciuto soprattutto per il suo lavoro come scrittore e testimone dell’Olocausto, ha anche scritto diverse poesie, molte delle quali riflettono le sue esperienze e il suo dolore durante la prigionia nei campi di concentramento nazisti.
Le sue poesie sono spesso intense, evocative e profondamente toccanti. Ecco alcune delle sue poesie più note:
“Se questo è un uomo”
Questa poesia è il prologo del suo celebre libro Se questo è un uomo e racchiude la disperazione e l’orrore della vita nei campi di concentramento.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
“Shemà”
Anche questa poesia fa parte del libro Se questo è un uomo e riecheggia il comandamento biblico di ricordare.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
“Alzarsi”
Una poesia che esprime l’angoscia esistenziale e il peso della memoria.
**Spunta nel sonno come un’amara radice,
il dovere dell’alzarsi,
come una rabbia antica,
fino alla morte, fino alla morte.
Forse sognavo un sogno in cui ero
solo un figlio,
solo un uomo che per un attimo
non avrebbe voluto più pensare
a ciò che è stato, a ciò che è,
a ciò che non sarà mai più.
Eppure il sole è ancora là,
e l’orologio cammina.
Le piante gemono
nella loro verde prigionia.
Le parole degli uomini
fuggono verso il nulla
che è tutto, tutto ciò che esiste.**
“Il tramonto di Fossoli”
Questa poesia descrive un momento in un campo di concentramento e la percezione del tramonto in quel contesto.
**Stupisce che il sole sia tramontato
dietro un altro orizzonte,
e non dietro il filo spinato,
e che ancora domani spunterà,
spregiudicato, in quell’enorme cielo.
Ma forse non tramonta:
la prigionia non ammette sera.
I suoi giorni sono infiniti.
I suoi notturni, ciechi.
E le sue albe, invisibili.**
Le poesie di Primo Levi sono intrise di un profondo senso di sofferenza e umanità, spesso esplorando il dolore, la memoria e l’identità, tutte tematiche che emergono dalle sue esperienze nei campi di concentramento. La sua poesia è un’estensione naturale della sua prosa, un mezzo attraverso il quale ha espresso il suo desiderio di ricordare e di far ricordare.