dall’ Avvenire di giovedì 28 giugno 2001
Oggi il via libera del governo al provvedimento. Sugli insegnanti a tempo determinato si pronuncerà anche la Consulta
E dal ministero sì alla parificazione di punteggio tra i prof «statali» e «non statali»
Il nuovo meccanismo entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2002/3
Enrico Lenzi
Milano. Riduzione immediata da quattro a tre delle fasce di merito nella compilazione delle graduatorie e parificazione, ma a partire dall’anno scolastico 2002-2003, del punteggio per i docenti sia della scuola statale sia di quella non statale. Infine possibilità per i capi d’istituto di procedere direttamente alla nomina dei supplenti annuali, ma attingendo dalle graduatorie provinciali. Obiettivo: la partenza regolare del nuovo anno scolastico, dopo il blocco, deciso alcune settimane fa dal precedente governo, delle nomine. Questa la ricetta Moratti, illustrata ieri pomeriggio ai sindacati di categoria in un incontro urgente richiesto dallo stesso ministro della Pubblica Istruzione, che nel consiglio dei ministri di questa mattina chiederà di approvare il relativo decreto legge.
Un passo reso necessario dalla situazione di stallo in cui la macchina delle nomine in ruolo si è venuta a trovare. Infatti il Tar della Campania aveva accolto il ricorso presentato da alcuni docenti che contestavano l’inserimento nella quarta fascia di merito, anche in presenza di un buon punteggio nel concorso, solo per il fatto di aver visto valutare al 50% i punti per gli anni d’insegnamento solo per averlo fatto in un istituto non statale. Una discriminazione che ha portato all’inserimento di tutti i docenti della scuola non statale nella quarta fascia a prescindere dal punteggio ottenuto al concorso. Una vicenda su cui si attende il parere del Consiglio di Stato. che si esprimerà il prossimo 13 luglio. E proprio per questo l’allora ministro De Mauro decise di sospendere le nomine in ruolo, bloccando le attese di almeno 20mila precari e aprendo uno scenario inquietante per il regolare avvio dell’anno scolastico.
Ma anche la Corte Costituzionale sarà chiamata presto ad esprimersi sui precari assunti a tempo determinato, dopo che il giudice del lavoro del Tribunale di Torino ha «riscontrato i presupposti di incostituzionalità nella prassi di trattamento dei precari», come annuncia Antonio Antonazzo, presidente del Comitato insegnanti precari. E dunque anche i giudici della Consulta dovranno esprimersi e se il parere sarà favorevole «il ministero dovrà procedere all’assunzione a tempo indeterminato di almeno 80mila precari», aggiunge il presidente del Cip.
Necessario, dunque, intervenire e il neo ministro Letizia Moratti ha deciso di utilizzare la via del decreto legge, in modo da uscite dallo stallo. Ma ha anche posto le basi per risolvere in futuro i problemi che hanno portato i magistrati ad accogliere il ricorso che lamentava una ingiusta discriminazione. E così a partire dall’anno scolastico 2002/03 insegnare in una scuola statale o in una non statale porterà al docente lo stesso punteggio e non, come avviene ora, punteggio pieno se si insegna in una scuola statale e punteggio dimezzato per i loro colleghi delle non statali. E il calcolo partirà dal 2000, anno del varo della legge di parità.
La riduzione delle fasce porterà all’accorpamento di quelle in cui erano inseriti i precari della scuola statale e quella dei docenti della scuola non statale, cioè le ultime due, mentre le prime vengono confermate. Un accorpamento che ha fatto storcere il naso a diverse sigle sindacali, che rivendicano – a dire il vero a senso unico – «il rispetto dei diritti maturati dai precari», quasi che i docenti delle scuole non statali, magari con punteggio migliore al concorso, usurpassero posti di lavoro. Un secco no all’equiparazione è giunta dallo Snals, il cui leader Fedele Ricciato ha espresso il proprio dissenso nell’incontro. Sulla stessa linea la Uil, che però lascia aperto uno spiraglio se arrivasse «contestualmente all’attivazione della legge di parità scolastica». Per il mantenimento delle quattro fasce il segretario della Cgil-scuola Enrico Panini. Ma anche a livello politico non sono mancate le voci preoccupate dei Ds e di Rifondazione per il rispetto dei diritti dei lavoratori (ma solo statali).
Enrico Lenzi