Le ferree leggi del mondo nella narrativa verghiana
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28 Dicembre 2019La prefazione a L’amante di Gramigna di Giovanni Verga è particolarmente importante, perché rappresenta un vero e proprio manifesto del Verismo.
In essa, Verga espone chiaramente i principi teorici e metodologici che stanno alla base della sua scrittura, anticipando alcuni dei tratti distintivi che si ritroveranno poi nelle sue opere più celebri, come I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo.
L’impersonalità narrativa
Uno dei temi centrali della prefazione è l’idea dell’impersonalità, che Verga dichiara essere il fondamento della sua poetica. Egli spiega che l’autore deve sparire completamente dal testo, lasciando che i fatti e i personaggi parlino da soli, senza interventi o giudizi esterni. Questa concezione deriva da un’esigenza di rappresentare la realtà in modo oggettivo e distaccato, in modo che i lettori possano osservare i personaggi come se fossero “dal vivo”, senza filtri interpretativi o morali.
Verga scrive, infatti, che l’autore deve essere “assolutamente estraneo ai fatti che narra”. Il narratore, insomma, non deve intromettersi con spiegazioni o commenti, ma deve lasciare che i fatti emergano in tutta la loro crudezza, seguendo il naturale svolgimento degli eventi.
L’osservazione della realtà
Verga, coerentemente con il modello naturalista di autori come Émile Zola, insiste sulla necessità di basare la narrazione su una rigorosa osservazione della realtà. Il suo obiettivo non è quello di creare storie idealizzate o romanzate, ma di offrire un quadro veritiero della vita, soprattutto delle classi più umili, senza alcuna idealizzazione. Egli afferma che le sue opere devono rappresentare la verità “così com’è”, senza deformazioni letterarie o tentativi di edulcorare la durezza della vita.
Il rifiuto del romanticismo
Nella prefazione, Verga prende anche le distanze dal romanticismo, che considerava troppo sentimentale e distante dalla rappresentazione autentica della realtà. L’amore, come viene descritto in L’amante di Gramigna, non ha nulla di romantico o idealizzato: è un impulso primitivo, irrazionale e distruttivo. La scelta di Peppa di abbandonare la sua vita per seguire Gramigna non è spinta da nobili ideali, ma da una sorta di richiamo animale, che sfugge a qualsiasi logica o spiegazione razionale. Questo amore fatale e autodistruttivo è ben lontano dalle passioni sublimi della letteratura romantica.
L’influenza dell’ambiente sui personaggi
Verga accenna anche a un altro concetto fondamentale della sua poetica, ossia l’influenza dell’ambiente sui personaggi. In perfetta sintonia con i principi del naturalismo, l’autore sottolinea come le azioni dei personaggi siano determinate non tanto dalla loro volontà individuale, ma piuttosto dall’ambiente sociale e naturale in cui vivono. Le passioni e le scelte di Peppa sono presentate come il risultato di forze esterne e incontrollabili, quasi come un riflesso delle dinamiche sociali e istintive che regolano la vita dei personaggi del mondo contadino.
L’autonomia dei personaggi
Un altro aspetto chiave nella prefazione è l’insistenza di Verga sull’autonomia dei personaggi. Egli spiega che i personaggi devono vivere e agire come se avessero una loro indipendenza dal narratore. Questo principio, legato all’impersonalità, si riflette nel modo in cui i personaggi vengono presentati nel racconto: non sono descritti direttamente dall’autore, ma emergono attraverso le loro azioni, i loro dialoghi e il modo in cui interagiscono con il mondo circostante. Anche i pensieri e le emozioni dei personaggi sono filtrati attraverso la narrazione, senza che l’autore li interpreti o li commenti.
Conclusione
In definitiva, la prefazione de L’amante di Gramigna è una dichiarazione d’intenti che espone i principi essenziali della poetica verghiana. Verga respinge il sentimentalismo e il soggettivismo romantico per abbracciare un approccio scientifico, basato sull’osservazione e sulla rappresentazione imparziale della realtà. L’autore scompare dietro i suoi personaggi e le loro vicende, lasciando che il lettore sia testimone di un dramma umano privo di giudizi morali o interpretazioni ideologiche.
Questa prefazione è una sorta di manifesto del Verismo, in cui Verga delinea con chiarezza i suoi obiettivi letterari e il metodo che userà per raggiungerli: impersonalità, oggettività e la rappresentazione di un’umanità travolta dalle leggi spietate della natura e della società.