Università, l’Italia retrocede
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27 Gennaio 2019ANP, CISL e CGIL chiedono chiarimenti
Programma annuale delle istituzioni scolastiche per l’anno 2010
ANP – 12 gennaio 2010
Di fronte alla grave situazione di emergenza finanziaria nella quale le scuole continuano a dibattersi, il presidente dell’Anp, Giorgio Rembado, ha inviato oggi una lettera al Capo Dipartimento per la programmazione, dott.Giovanni Biondi, e al Direttore Generale per la politica finanziaria e per il bilancio, dott. Marco Ugo Filisetti, nella quale si ribadisce la necessità che l’Amministrazione affronti alla radice il problema dei finanziamenti alle scuole.
In allegato la lettera.
Lettera di Rembado (File pdf 26,75 KB)
Le istruzioni per il programma annuale: nitida fotografia di un paesaggio desolante
CISL – 13 gennaio 2010
Le nostre scuole sono ancora una volta costrette a fare i conti (è proprio il caso di dirlo, parlando di bilanci, o come si usa oggi “programmi annuali”) con una drammatica mancanza di risorse. La nota/circolare inviata dal MIUR lo scorso 14 dicembre (prot. n. 9537) ha un unico pregio: quello di restituire, con evidenza quasi fotografica, l’immagine desolante delle difficoltà che ancora una volta segnano la gestione delle istituzioni scolastiche; difficoltà per le quali non è prospettata, né si intravvede, alcuna soluzione.
Il quadro è quello noto: un bilancio costituito per la maggior parte da fondi contrattuali, che ne rappresentano circa i due terzi. Il resto sono le disponibilità, davvero esigue, derivanti dai parametri a suo tempo individuati nel D.M. 21/07 (ancorché la circolare inviata alle scuole non vi faccia esplicito riferimento), con cui andrebbero coperte sia le spese di funzionamento che quelle per le supplenze.
Per queste ultime, si prevede la possibilità di un’integrazione delle risorse assegnate solo a fronte del superamento di un non meglio precisato “tasso d’assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola … previa verifica dell’effettiva inderogabilità dell’ulteriore fabbisogno“.
Di tutto si avvertiva il bisogno, meno che dell’ennesima intimidazione, neanche troppo velata, rivolta ai Dirigenti Scolastici perché continuino a usare la lesina nel conferimento delle supplenze.
Già molto evidenti e gravi sono le ripercussioni che in questo modo si stanno producendo sul buon andamento dell’attività scolastica, pregiudicata dal ricorso a modalità di sostituzione dei docenti che comportano nel ciclo primario un sistematico stravolgimento delle attività programmate o si traducono, nella secondaria di II grado, in una decurtazione pesante del tempo scuola, col ricorso frequente a ingressi posticipati o uscite anticipate degli alunni.
Diventa in questo modo sempre più pesante l’impegno dei docenti per garantire, comunque, un decente livello di qualità dell’azione didattica.
Illuminante – a suo modo – il “passaggio” presente nella suddetta nota 9537 circa i residui attivi, per i quali si dispone l’inserimento in un apposito aggregato contenente “disponibilità da programmare”, in attesa di una riscossione di là da venire.
L’istruzione contabile, nella sua asetticità, evoca in realtà la prospettiva di una possibile “radiazione” di tali residui, che non a caso abbiamo a suo tempo definito come i “titoli tossici” delle scuole italiane, vittime di un’insolvenza scandalosa, di cui l’Amministrazione dovrà prima o poi assumersi la responsabilità.
Diventa così ancor più attuale, e insisteremo nel riproporla, la richiesta di una puntuale e dettagliata ricognizione sulla genesi di tali residui, perché è davvero inaccettabile che si metta in discussione il diritto delle scuole a veder reintegrate le somme che sono state nel frattempo impegnate e spese per far fronte a inderogabili esigenze di ordinaria funzionalità del servizio.
Rappresentazione fedele di un paesaggio desolante, che in modo puntuale ed efficace descrive: così ci appare la nota inviata alle scuole.
Farla oggetto di impugnativa ha dunque ben poco senso, trattandosi dell’effetto, e non della causa, di un disagio che nasce altrove e che abbiamo ripetutamente denunciato nelle iniziative vertenziali della CISL Scuola, da ultimo quella dello scorso 30 ottobre.
L’autonomia delle scuole deve poter contare sulla disponibilità di adeguate risorse che ne consentano il buon funzionamento, prima condizione per sostenere l’efficacia dell’azione didattica.
I Dirigenti Scolastici e i DSGA possiedono certamente le competenze necessarie per la gestione dei loro bilanci: da tempo si chiede loro molto di più, pretendendo il “miracolo” di una scuola che funziona senza soldi, o che funziona solo trasformando il fondo d’istituto – risorsa contrattuale e salariale – in una sorta di “cassa depositi e prestiti” cui attingere per coprire impropriamente, in emergenza, uno svariato fabbisogno.
Un cenno particolare merita l’indicazione di attuare un taglio del 25% sulle previsioni di spesa per i servizi appaltati. E’ davvero difficile immaginare come sia possibile gestire, in corso d’anno, un’ipotetica riduzione delle prestazioni rese dalle ditte, la cui presenza – peraltro – ha comportato, in sede di definizione degli organici, una contrazione di posti.
In questo modo si riducono, di fatto, quelle prestazioni che in qualche misura “compensano” il “taglio” dei collaboratori scolastici: “taglio” che risulta conseguentemente ancor più pesante e insostenibile.
Su questi temi, che rappresentano da tempo una vera e propria emergenza per la scuola pubblica italiana, il nostro impegno non è mai venuto meno: l’imminente incontro con il Ministro sarà per noi l’occasione nel quale riproporre con forza, al massimo livello di interlocuzione politica, la richiesta di un cambiamento di segno nelle politiche scolastiche.
Chi afferma l’urgenza di riformare la scuola, ha il dovere di metterla da subito in condizioni di far fronte almeno all’ordinario funzionamento, assicurandole per questo le risorse necessarie.
La Flc impugna la nota sul Programma annuale 2010
Tecnica della Scuola – 13 gennaio 2010
di Andrea Toscano
La Flc Cgil ha deciso di impugnare in sede legale la nota ministeriale del 14 dicembre scorso, con cui il Miur detta le regole per il programma annuale 2010 ignorando il regolamento di contabilità e il cosiddetto capitolone” introdotto dalla legge finanziaria 2007.
La Flc Cgil lamenta che le scuole vengono costrette a pasticciare i conti rendendo la gestione economico-finanziaria tutt’altro che trasparente” e definisce la nota Miur prot. 9537 del 14 dicembre 2009 una nota illegittima che mette le scuole nelle condizioni di non poterla applicare”.
Il sindacato di Mimmo Pantaleo, quindi, ha deciso di impugnare la suddetta nota in sede legale, chiedendo nel contempo un incontro urgente al Ministero.
Ma come giustifica la Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil l’azione intrapresa? Innanzitutto, lamenta che la nota datata 14 dicembre è stata in realtà diffusa dal Miur il 22 dicembre e quindi inviata alle scuole oltre il termine del 15 dicembre 2009 di approvazione da parte del Consiglio di istituto del programma annuale 2010″. Nel merito, la Flc rileva che la nota cambia le regole del gioco che sono state fissate nel corso degli anni da due leggi (la normativa sull’autonomia scolastica, da cui deriva il regolamento di contabilità, e la legge finanziaria 2007, da cui deriva il capitolone). Ancora una volta questo Ministro con grande disinvoltura tenta di stravolgere una legge con una comunicazione interna”.
Le risorse, ulteriormente ridotte, sono già assolutamente insufficienti, ma c’è un aggravante: nella nota si ignorano i criteri di distribuzione delle risorse, che finora poggiavano su requisiti precisi come il numero degli alunni, il numero dei laboratori, quindi la tipologia di scuola, ecc.” e il Miur suggerisce di utilizzare i fondi contrattuali – quelli che servono all’arricchimento dell’offerta formativa, ai progetti innovativi – per pagare i supplenti e per le necessità di tutti i giorni”.
Per il sindacato, inoltre, è particolarmente grave la scelta che riduce del 25% la spesa per gli appalti, costringendo le scuole a ridurre il servizio e ad aumentare i carichi di lavoro del personale dipendente dalle ditte di pulizia e degli stessi collaboratori scolastici”.
Evidenziando che i crediti che le singole scuole vantano nei confronti del Ministero (circa un miliardo di euro, cifra certificata) per spese obbligatorie a suo carico (pagamento supplenze e compensi per esami di Stato) vanno trattati secondo la nota come disponibilità da programmare e non come componente attiva del bilancio della scuola (da crediti esigibili, cioè soldi che devono rientrare perché sono stati anticipati per cassa, stornati da altre voci, si trasformano in una voce incerta su cui non si può più fare affidamento)”, la Flc sottolinea che si condannano ancora una volta le scuole alla sopravvivenza, a meno di non chiedere contributi alle famiglie. Quindi la scuola statale subisce l’ennesimo taglio finanziario e ha difficoltà a espletare la sua funzione istituzionale di garantire il diritto allo studio, salvo che le famiglie non se lo paghino, mentre le scuole private escono indenni da qualunque taglio di finanziamento”.