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28 Dicembre 2019Testo e analisi della poesia Aladino. Lamento per mio figlio morto di Corrado Govoni
Introduzione
“Aladino. Lamento per mio figlio morto” è una delle poesie più strazianti e potenti di Corrado Govoni (1880-1965), poeta che attraversò diverse fasi stilistiche, dal Futurismo all’Ermetismo, ma che in questa lirica si esprime con un’immediatezza e una forza emotiva dettate dalla tragedia personale. Il componimento è un lamento funebre dedicato al figlio Aladino, fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, durante l’occupazione nazista di Roma. La poesia è una testimonianza diretta del dolore incommensurabile di un padre di fronte alla barbarie della guerra e alla perdita più atroce.
Testo della Poesia Aladino. Lamento per mio figlio morto di Corrado Govoni
Quanto poté durare il tuo martirio
nelle sinistre Fosse Ardeatine
per mano del carnefice tedesco
ubriaco di ferocia e di viltà?
Come il lungo calvario di Gesù 5
seviziato, deriso e sputacchiato
nel suo ansante sudor di sangue e d’anima
fosse durato, o un’ora o un sol minuto;
fu un tale peso pel tuo cuore umano,
che avrai sofferto, o figlio, e conosciuto 10
tutto il dolor del mondo in quel minuto.
Analisi della poesia
Il componimento è una terzina di endecasillabi, un formato che richiama la solennità e la gravità del tema, quasi una lapide poetica.
- La Domanda Iniziale e il Martirio (vv. 1-4): La poesia si apre con una domanda retorica che esprime l’angoscia e l’incertezza del padre riguardo alla durata della sofferenza del figlio: “Quanto poté durare il tuo martirio / nelle sinistre Fosse Ardeatine”. L’aggettivo “sinistre” connota immediatamente il luogo dell’eccidio con un’aura di oscurità e malvagità. Il “carnefice tedesco / ubriaco di ferocia e di viltà” è una figura che incarna la brutalità nazista, descritta con aggettivi che ne sottolineano la bestialità (“ferocia”) e la codardia (“viltà”), tipici della propaganda antinazista e del sentimento popolare. La domanda iniziale non cerca una risposta temporale precisa, ma esprime l’indicibilità del dolore e l’impossibilità di quantificare una sofferenza così estrema.
- Il Parallelismo con il Calvario di Gesù (vv. 5-8): Govoni introduce un potente paragone religioso: “Come il lungo calvario di Gesù / seviziato, deriso e sputacchiato / nel suo ansante sudor di sangue e d’anima / fosse durato, o un’ora o un sol minuto”. Il martirio di Aladino viene accostato alla Passione di Cristo, elevando la sofferenza del figlio a un livello universale e sacro. Le immagini del “seviziato, deriso e sputacchiato” richiamano direttamente la Via Crucis, conferendo al sacrificio di Aladino un valore sacrificale e redentivo. La durata del calvario di Gesù, “o un’ora o un sol minuto”, diventa irrilevante di fronte all’intensità del dolore, un dolore che trascende il tempo.
- Il Peso del Dolore Universale (vv. 9-11): La conclusione della poesia è un’affermazione straziante sulla totalità del dolore provato dal figlio. Il martirio, per quanto breve, è stato “un tale peso pel tuo cuore umano”. L’espressione “cuore umano” sottolinea la fragilità e la vulnerabilità della vittima di fronte a una violenza disumana. La consapevolezza del padre è che il figlio, in quel brevissimo lasso di tempo, abbia conosciuto “tutto il dolor del mondo in quel minuto”. Questo verso finale è di una potenza devastante: il dolore individuale del figlio si espande fino a comprendere l’intera sofferenza umana, condensata in un singolo, terribile minuto. È un’iperbole che esprime l’indicibilità del trauma e la sua portata universale.
Temi Principali:
- Il Lutto Paternale e la Perdita Irreparabile: Il dolore di un padre per la morte violenta del figlio è il motore emotivo della poesia.
- La Barbarie della Guerra e l’Eccidio delle Fosse Ardeatine: La poesia è una denuncia esplicita della violenza nazista e un omaggio alle vittime dell’eccidio.
- Il Martirio e la Sacralizzazione del Dolore: Il paragone con Cristo eleva la sofferenza del figlio a un livello trascendente, conferendole un significato quasi sacro.
- La Totalità del Dolore Umano: La sofferenza di Aladino diventa emblema di tutto il dolore del mondo, condensato in un istante.
- La Memoria e la Testimonianza: La poesia è un atto di memoria, che fissa il ricordo della tragedia e del sacrificio.
Stile e Linguaggio: Govoni adotta uno stile diretto, privo di ornamenti, che riflette l’urgenza e la crudezza del dolore.
- Domanda Retorica: L’apertura con una domanda senza risposta immediata crea un senso di angoscia e partecipazione nel lettore.
- Aggettivi Incisivi: L’uso di aggettivi come “sinistre”, “ubriaco”, “ferocia”, “viltà”, “ansante” contribuisce a creare un’atmosfera di orrore e sofferenza.
- Immagini Forti: Le immagini del “calvario di Gesù”, del “sudor di sangue e d’anima” sono di grande impatto emotivo.
- Iperbole: Il verso finale (“tutto il dolor del mondo in quel minuto”) è un’iperbole che esprime l’indicibilità e la portata universale del dolore.
- Tono Lirico e Drammatico: La poesia è un lamento, un grido di dolore che si fa universale, pur partendo da un’esperienza personale.
Conclusione
“Aladino. Lamento per mio figlio morto” è una poesia che trascende la dimensione personale per diventare un inno universale al dolore e alla memoria delle vittime della guerra. Corrado Govoni, con la sua voce straziata ma lucida, ci consegna un’immagine indimenticabile del martirio, elevando la sofferenza del figlio a simbolo di tutte le sofferenze innocenti. La lirica è un monito contro la barbarie e un commovente omaggio a chi, in un “solo minuto”, ha conosciuto “tutto il dolor del mondo”.