
Il ritratto del giovane Giugurta seconda e ultima parte
28 Dicembre 2019
La sua opera ha avuto un’enorme influenza sulla letteratura latina e, successivamente, su quella europea.
Orazio proveniva da una famiglia di modesta condizione sociale: suo padre era un liberto, cioè un ex schiavo liberato, che lavorava come esattore delle tasse. Nonostante le sue origini umili, il padre di Orazio si preoccupò di garantirgli un’educazione eccellente. Orazio fu mandato a Roma, dove studiò grammatica e retorica, materie essenziali per una carriera politica o letteraria.
Per completare la sua formazione, Orazio si recò poi ad Atene, che all’epoca era ancora il centro della cultura filosofica e letteraria. Qui, oltre a studiare filosofia, entrò in contatto con le idee degli epicurei, che avrebbero influenzato profondamente la sua visione del mondo.
Durante il soggiorno ad Atene, Orazio si unì all’esercito di Marco Giunio Bruto, uno degli assassini di Giulio Cesare, combattendo come tribuno militare nella battaglia di Filippi nel 42 a.C. La sconfitta dei repubblicani segnò la fine delle sue aspirazioni politiche e militari. Tornato a Roma, si trovò in difficoltà economiche, avendo perso le proprietà della sua famiglia.
Per mantenersi, Orazio accettò un impiego come scriba presso il questore, un lavoro modesto che gli consentì comunque di dedicarsi alla scrittura.
La svolta nella vita di Orazio avvenne quando fu presentato a Mecenate, un influente consigliere di Augusto e grande patrono delle arti. Grazie alla protezione di Mecenate, Orazio entrò a far parte di un circolo letterario di grande prestigio e ottenne il sostegno necessario per dedicarsi interamente alla poesia.
Mecenate gli donò una villa in Sabina, dove Orazio poté godere di una vita tranquilla, lontana dai rumori della città, un ambiente ideale per comporre le sue opere.
Orazio è noto per una vasta produzione poetica, che comprende diverse raccolte di opere:
Negli ultimi anni della sua vita, Orazio godette di una posizione di grande prestigio a Roma, grazie anche al favore di Augusto, che lo considerava uno dei più grandi poeti del suo tempo. Nonostante il successo, Orazio rimase una persona riservata, che preferiva la tranquillità della vita rurale alla mondanità della capitale.
Orazio morì nel novembre dell’8 a.C., pochi mesi dopo la morte del suo grande amico e protettore Mecenate. Secondo la tradizione, fu sepolto accanto a lui sull’Esquilino, uno dei sette colli di Roma.
Orazio è ricordato come uno dei più grandi poeti dell’antichità. La sua influenza sulla letteratura latina e successivamente su quella europea è stata immensa, con le sue opere che hanno ispirato poeti e scrittori di tutte le epoche. Il suo invito a cogliere l’attimo e a vivere una vita equilibrata e consapevole continua a risuonare con forza anche nel mondo moderno.