Il predicato verbale, il predicato nominale e le funzioni del verbo essere
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28 Dicembre 2019La seconda e ultima parte del Ritratto del giovane Giugurta tratta della disillusione del protagonista e della sua progressiva discesa nella spietatezza.
Dopo aver trascorso l’infanzia e la giovinezza a Roma, crescendo tra i migliori oratori e i più grandi uomini dell’epoca, Giugurta diventa sempre più consapevole delle profonde ingiustizie e corruzioni che affliggono la città eterna.
Giugurta ritorna in Numidia, dove viene accolto con entusiasmo. Tuttavia, l’esperienza romana lo ha profondamente cambiato: la sua visione del potere è ormai plasmata dalla realpolitik romana, e decide di mettere in pratica quanto ha appreso per consolidare il suo dominio in Numidia.
La storia si concentra sul complotto che Giugurta ordisce per eliminare i suoi rivali. Dopo aver ordinato l’assassinio dei suoi cugini, Giugurta diventa re, ma a costo di immergere il suo regno in un clima di terrore e tradimento.
La sua ascesa al potere e la sua successiva caduta, che culmina con la sua cattura e morte a Roma, simboleggiano la fine del giovane idealista e l’emergere del tiranno. La narrazione sottolinea la tragica trasformazione di Giugurta, un giovane che, pur dotato di grandi potenzialità, è stato corrotto dall’ambizione e dalla sete di potere.
Testo e traduzione
Testo di Sallustio
Quibus rebus Micipsa tametsi initio laetus fuerat, existimans virtutem Iugurthae regno suo gloriae fore, tamen, postquam hominem adulescentem exacta sua aetate et parvis liberis magis magisque crescere intellegit, vehementer eo negotio permotus multa cum animo suo voluebat. Terrebat eum natura mortalium auida imperi et praeceps ad explendam animi cupidinem, praeterea opportunitas suae liberorumque aetatis, quae etiam mediocris viros spe praedae transversos agit, ad hoc studia Numidarum in Iugurtham accensa, ex quibus, si talem virum dolis interfecisset, ne qua seditio aut bellum oriretur, anxius erat. |
Traduzione Benché all’inizio Micipsa fosse stato felice per queste cose, ritenendo che il valore di Giugurta avrebbe giovato al suo regno, tuttavia, dopo aver capito che il giovane, mentre la sua età avanzava e i suoi figli erano ancora piccoli, cresceva sempre di più, fu profondamente turbato da questa situazione e rifletteva su molte cose tra sé e sé. Lo spaventava la natura degli uomini, desiderosi di potere e pronti a soddisfare le brame del proprio animo, oltre alla debolezza della sua età e di quella dei suoi figli, che trascina anche uomini di valore mediocre a compiere azioni sconsiderate per la speranza di bottino. Inoltre, era preoccupato per il favore dei Numidi verso Giugurta, poiché temeva che, se avesse ucciso con l’inganno un uomo così, potesse scoppiare una rivolta o una guerra. |