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27 Gennaio 2019Ingiustizia è fatta
27 Gennaio 20192002
Il 29 aprile 2002, parlando alla rivista “Studi cattolici” il prof. Giuseppe Bertagna ha detto: «Certamente rivedremo anche lo statuto degli studenti. L’aver ripristinato il voto di condotta equivale a ribadire che nella scuola ogni conoscenza è sempre legata a un valore. Non vi è alcuna separazione tra logica ed etica: non si può istruire senza educare, né si educa senza istruire». Queste parole sono state comunicate da Giuseppe Bertagna alla rivista “Studi cattolici”, ed indicano, al di là delle sempre possibili strumentalizzazioni, l’intenzione del ministero di rendere più importante e ricca di valori la scuola italiana. «Non esiste conoscenza umana possibile che non implichi una responsabilità, un giudizio, un impegno, un coinvolgimento personale e viceversa- osserva Bertagna, lo studioso che da luglio presiede il gruppo ristretto di lavoro creato da Letizia Moratti – per educare bisogna tornare a riflettere insieme docenti, studenti, genitori sul ruolo dell’autorità e della libertà. L’autorità non è autoritarismo e la libertà non deve essere permissivismo». Si tratta di un intelligente appello alla ragione, fatto di coraggio e di umanità, non sempre così comune in un consulente ministeriale. Quando ascolto Bertagna, mi viene in mente un altro consulente di un altro ministero, un certo Marco Biagi, ma spero per lui che la somiglianza finisca lì.
Luigi Gaudio