Matteo Renzi – Enews 431, 6
giugno 2016 – ha inviato una mail in cui scrive: “Lo diciamo dal primo giorno. La scommessa educativa, l’investimento sul
capitale umano, la centralità dell’istruzione sono temi chiave per il futuro
(anche) del nostro Paese” .
E’ vero, la centralità del servizio
educativo è stata enunciata fin dal primo giorno: “La
scuola è il cuore di tutto”, strumento di “crescita dei prossimi 20 anni,
non costo ma investimento per i nostri figli, per il nostro futuro, per
l’Italia: chi vuole bene all’Italia vuole bene alla scuola. Dobbiamo disegnare
insieme la scuola che verrà“.
Un’intenzionalità che il governo non è stato capace di realizzare: “Disegnare insieme la scuola che verrà”
presuppone il rispetto delle ordinarie procedure progettuali, tra cui
a) Analisi del campo, capitalizzazione delle
esperienze.
“La buona
scuola” è stata concepita indipendentemente dal vissuto dell’istituzione. Ben
diversi sarebbero stati i suoi intendimenti se fossero state individuate le
responsabilità degli iterati fallimenti delle ventennali riforme.
1) CFR in rete: “Il Miur naviga a vista” ;
2) La legge 107 ricalca quanto aveva elaborato
l’on. Giannini, membro della commissione cultura, prima di assurgere al ruolo
di ministro.
b) Circostanziata definizione dei risultati
attesi.
Il paragrafo 7 della legge 107 elenca gli obiettivi formativi
prioritari: più del 50% sono sbagliati. “L’apertura
pomeridiana delle scuole e la riduzione del numero di alunni e di studenti per
classe” ,
ad esempio, non hanno alcuna attinenza con i comportamenti che gli alunni
devono esibire per dimostrare il possesso di una competenza!
La finalità educativa del sistema è stata cassata, sostituita del
termine nazionale: da sistema educativo di istruzione e formazione a sistema
nazionale di istruzione e formazione.
c) Reperimento delle risorse disponibili
Il problema
educativo è complesso e come tale deve essere trattato.
La sua
scomposizione in sottoproblemi, l’identificazione dei soggetti cui attribuire
le corrispondenti responsabilità sono le portanti.
I decreti
delegati del 74, rigorosa applicazione degli avanzamenti scientifici, hanno
riconosciuto la dimensione del problema e hanno attribuito
1) al Consiglio di circolo/istituto la responsabilità
degli aspetti formativi [elencazione delle competenze generali che sostanziano
i curricula] e il compito di definire “i
criteri generali della programmazione educativa” ;
2) al Collegio dei docenti l’onere della “programmazione dell’azione educativa” :
–
identificazione delle capacità sottese alle competenze generali;
–
formulazione d’ipotesi per il relativo conseguimento;
–
monitoraggio.
3) al Consiglio di Classe il coordinamento: tutti
gli insegnamenti devono convergere convergere verso i traguardi comuni.
Nella relazione di
presentazione al parlamento de “La buona scuola” si afferma la volontà di
abbandonare la razionalità: “La
riforma degli organi di governo della scuola, istituiti con decreto del
Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, si pone come esigenza
indifferibile .. pertanto, procedere a un complessivo rinnovamento della
governance della scuola, in coerenza con il processo di realizzazione
dell’autonomia, avviato con l’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 “. [N.B. è privo di validità un riferimento a
una legge delega]
L’organizzazione
scientifica ha abbandonato il modello gerarchico – lineare e ha introdotto
strutture in grado di autoregolarsi.
Strutture condivise
dal Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 Dirigenza pubblica Art. 3 che
ha: “Rafforzato il principio di
distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di
governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza” .
La legge 107
contrasta con la dottrina e ritorna all’inefficacia della tradizione.
La finalità
educativa, concernente la crescita integrale del singolo studente, presuppone
la messa a punto d’interventi mirati.
A tal fine il
DPR 275/99 sancisce “l’autonomia
scolastica si sostanzia di progettualità educativa, formativa, dell’istruzione”
e attribuisce alle scuole l’onere di disegnare percorsi coerenti con le
finalità del PTOF.
La legge 107
muove in direzione opposta: finalizza l’autonomia alla gestione delle risorse
per potenziare l’azione della dirigenza.
d) Governo del sistema.
L’autoregolazione
dei sistemi si fonda sulla capitalizzazione degli scostamenti risultati attesi
– risultati conseguiti.
La dottrina postula
che i punti di controllo siano distinti temporalmente (preventivo,
concomitante, successivo, dell’evoluzione).
La legge 107
si concentra solamente sul controllo successivo attribuendone il compito a un
ente esterno: le scelte educative delle singole scuole non hanno rilevanza
nella determinazione dell’articolazione dei test Invalsi.