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Gli Scritti corsari sono una raccolta di controversi articoli e interviste di Pier Paolo Pasolini del 1973-1975 sulla “rivoluzione antropologica” che trasformò l’Italia negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta, con il suo “sviluppo senza progresso”, “l’edonismo consumistico”, la “falsa tolleranza”, la cultura di massa , impoverimento della lingua, nevrosi, distruzione delle tradizionali culture contadine (“genocidio culturale”), “strategia della tensione” e falso antifascismo, che segnalano il declino del vecchio fascismo e l’ascesa di un nuovo fascismo “permissivo”, un “potere senza volto” che è il “peggior totalitarismo”.
“L’invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975, non era affatto un fenomeno invisibile. Cbi ricorda anche vagamente le polemiche giornalistiche di allora, a rileggere questi ‘Scritti corsari’ può restare sbalordito. Il fatto è die per Pasolini i concetti sociologici e politici diventavano evidenze fisiche, miti e storie della fine del mondo. Finalmente, così, Pasolini trovava il modo di esprimere, di rappresentare e drammatizzare teoricamente e politicamente le sue angosce… di parlare in pubblico del destino presente e futuro della società italiana, della sua classe dirigente, della fine irreversibile e violenta di una storia secolare.”
(dalla Prefazione di Alfonso Berardinelli)