Nel suo libro “Il mito della scuola unica”, studio ponderato e ben congegnato, Charles L. Glenn esamina lo sviluppo storico dell’idea che lo Stato dovrebbe sponsorizzare l’educazione pubblica, statale o non statale, al fine di plasmare lealtà e valori comuni tra i suoi cittadini nell’interesse dell’unità nazionale, a prescindere da chi gestisce la scuola.
Questa idea ha portato inevitabilmente a conflitti con genitori e gruppi che non accettano i valori e le convinzioni inculcate dallo Stato e dai suoi educatori. Nel corso degli anni, le questioni attorno alle quali è sorto tale conflitto sono variate, ma le posizioni di fondo rimangono le stesse.
Da un lato c’è chi afferma il diritto assoluto dei genitori di controllare l’educazione dei propri figli.
Dall’altro c’è chi afferma il diritto assoluto dello Stato di controllare l’educazione dei bambini e di farlo in modo da minimizzare le differenze tra loro.
Glenn esamina questa tensione principalmente come si è evoluta nel Massachusetts del diciannovesimo secolo, con riferimento a sviluppi paralleli altrove negli Stati Uniti, in Francia e nei Paesi Bassi.
Conclude ricordandoci che questo continuo conflitto sull’istruzione pubblica solleva interrogativi inquietanti in una democrazia.
Come si può, ad esempio, conciliare il pluralismo che pretendiamo di valorizzare, la libertà che amiamo, con una pedagogia di Stato concepita per servire gli scopi dello Stato?
Può il governo assicurare che ogni bambino sia educato nelle essenziali competenze civiche richieste dall’ordine sociale, politico ed economico senza cercare di imporre l’uniformità?
Conclude offrendo soluzioni praticabili e collaudate a questo perenne dilemma.
Audio Lezioni, ascolta il podcast sulla Pedagogia e organizzazione della scuola del DS Luigi Gaudio
Ascolta “Pedagogia e organizzazione della scuola” su Spreaker.