Sesto canto del Purgatorio di Dante vv. 1-18
28 Dicembre 2019Verbi attivi e verbi passivi
28 Dicembre 2019Quasi sempre abbagliati dai capolavori di Michelangelo, rischiamo di trascurare le immense opere d’arte ai lati della Cappella Sistina, che presuppongono un parallelismo tra le vite di Mosè e Cristo.
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Le storie di Mosè e Gesù nella Cappella Sistina
Questa svalutazione ingiustificata, forse, è stata causata, nei secoli, anche dallo stato di abbandono di questi affreschi, almeno fino a quando la fuliggine di secoli di candele accese non fu ripulita e i tesori creati da un team di artisti straordinari di fine quattrocento, tra cui Botticelli, Rosselli, Luca Signorelli, Ghirlandaio e Perugino, furono finalmente esaminati da vicino.
Eppure, ancora pochi riconoscono il significato del lavoro sulle lunghe pareti della Cappella Sistina in Vaticano.
Un presupposto importante da comprendere è il logico parallelismo tra la vita di Mosè e quella di Gesù. Lo schema generale del significato di questi dipinti murali, infatti, è che c’è un piano stabilito per la storia dell’umanità, e che sono stati dati dei segni, in modo che le persone potevano sapere quando il vero Cristo era giunto, novello Mosè, a liberare il popolo.
I dipinti sono stati talmente oscurati dalla fuliggine e dallo sporco nel tempo, e quindi sono stati spesso trascurati, al punto che molti si sono chiesti: “Ma c’è qualcosa di artistico sulle pareti laterali della Sistina?”
La pulizia dei dipinti ha rivelato colori e correlazioni brillanti che potevano essere create solo di proposito.
Soprattutto, l’impianto teologico è che i segni nella vita di Mose preannunciano la venuta di Cristo e convalidano le antiche profezie.
Mosè è un “alter Christus”, Gesù compie una promesso. La brillantezza di questi dipinti nella Cappella Sistina sta nell’uso di questa tipologia umana.
Vale la pena quindi di “allineare le coppie” di immagini, per spiegare i numerosi parallelismi tra Mosè e Gesù.
La connessione tra i due è qualcosa che deve essere portato all’attenzione di tutti: Mosè e Cristo sono tipi umani reali, concreti, tangibili, visibili e connessi fra loro, questo il messaggio del ciclo di affreschi.
Originariamente c’erano 16 dipinti, commissionati da Papa Sisto IV sulle lunghe pareti sotto il famoso soffitto.
Due furono coperti, per far posto al dipinto del Giudizio Universale di Michelangelo sulla parete frontale della cappella.
0) Queste due opere raffiguravano la nascita di Mosè e la nascita di Gesù, il che probabilmente dimostrava la loro analogia, poiché entrambi sfuggirono a un periodo di uccisioni di bambini ed entrambi furono inviati per salvare l’umanità.
Altri due sulla parete orientale sono stati rifatti da artisti più moderni (Hendrick Van den Broeck e Matteo da Lecce) raffiguranti la lotta per il corpo di Mosè e la resurrezione di Cristo, a concludere i cicli.
I sei originali lasciati su entrambi i lati della cappella e la coppia più recente raffigurano altrettanti parallelismi tra la vita di Mosè e di Gesù, e suggeriscono che Mosè fu inviato per prefigurare la venuta di Cristo. Proviamo a dimostrarlo:
1. Rinascita o rigenerazione: la circoncisione del figlio di Mosè e il battesimo di Gesù, che mostrano entrambi persone che sono passate dalla parte di Dio, attraverso la stipulazione di un’alleanza, mediante un rito di passaggio, o come dicono i cristiani, un sacramento: circoncisione e battesimo.
2. Le prove e le tentazioni: Mosè in Egitto e Madian è allineato con la Tentazione di Cristo, che mostra sia Mosè che Cristo come pastori e donatori di bene al popolo, di acqua, e a stretto contatto con Dio, infatti entrambi conversano con Dio.
3. Accettazione/realizzazione del piano divino: La traversata del Mar Rosso e la chiamata dei primi apostoli, che raffigurano un raduno di persone con il Mar Rosso in turbolenza al tempo di Mosè da una parte, e le acque pacifiche del Mare di Galilea dall’altra. Come Mosè aiuta il suo popolo a sfuggire alla schiavitù, così Cristo aiuta l’umanità a sfuggire alla morte.
4. La legge di Dio: le tavole della Legge sul Monte Sinai e il Discorso della Montagna descrivono entrambi una salita verso una montagna per ricevere e comunicare al popolo le istruzioni di Dio.
5. Confutazione dei dubbi sulla autorità: la punizione di Core da una parte e il dono delle chiavi a San Pietro dall’altra, raffigurano sfide a Mosè e a Cristo, e mostrano quale sia il modo giusto di fare sacrifici a Dio, e quale sia invece errato, basato sul mancato riconoscimento della autorità.
6. Compimento di una esistenza: il Testamento di Mosè e l’Ultima Cena, che mostrano angeli che incoraggiano Gesù da una parte e aiutano Mosè dall’altra, confermano la lettura e la rivelazione della alleanza con Dio.
7. La lotta per il corpo di Mosè e la risurrezione e l’ascensione di Cristo, mostrano diavoli che desiderano il corpo di Mosè e uomini malvagi che cercano di impedire a Cristo di risorgere, entrambi tentativi falliti di impedire l’adempimento della profezia.
In ogni coppia di dipinti, ci sono figure e azioni che si relazionano tra loro. Anche i titoli latini originali legano insieme i dipinti, chiarendo che gli artisti hanno scelto deliberatamente ciò che hanno inserito nelle loro scene.
Vale la pena, quindi, di ritornare, anche solo virtualmente come stiamo facendo adesso, in quel luogo sempre così pieno di visitatori, dove non è permesso sostare se non per pochi minuti, dove rimane spesso solo una vaga sensazione di bellezza vertiginosa e misteriosa, per capire il senso profondo, la trama di un messaggio trasmesso con dei dipinti.
I cristiani di fine quattrocento, pittori o committenti di questi affreschi, sapevano che in Mosè Dio aveva prefigurato la venuta di Gesù.
Insomma, la cosa più importante è riconoscere Cristo come il Messia promesso.
Non è chiaro al turista occasionale o all’osservatore come si allineano i dipinti perché bisogna poterli studiare con calma, e bisogna sapere cosa cercare.
I dipinti di Mosè sulla parete sinistra devono essere letti da destra a sinistra in stile ebraico mentre i dipinti di Gesù sulla destra devono essere letti da sinistra a destra seguendo la tradizione greca o latina.
Comunque, essi convergevano, nel progetto originario, verso Maria, cui era dedicata la Cappella, con al fianco i due dipinti sulla nascita: quella di Cristo a sinistra e quella di Mosè a destra.
Poi però qualcuno verso gli anni quaranta del cinquecento ha pensato di stravolgere questo schema, per sostituirlo con il dipinto di un Giudizio Universale, ma questa è un’altra storia.